!!Attenzione!!
Prima di proseguire è consigliata la lettura del what if precedente, "Redenzione".(Parte 1 di 2)
Questa musica è oscena.
Quasi quanto la donna davanti a me, che non la smette di guardarmi dritto negli occhi durante i suoi esercizi.
Mi supplica con lo sguardo, mentre l'ultima canzone di non so quale rapper continua a rimbombare nelle casse.
È seduta su un attrezzo, apre le cosce lentamente, combattendo contro la resistenza dei pesi. Sono sicuro che quelli sono gli ultimi muscoli che dovrebbe allenare.
Scuoto la testa e per mettere ulteriormente la situazione in chiaro, mi sposto nell'altra stanza. Non c'è un posto che quell'orribile canzone non riesca a raggiungere, forse nemmeno il bagno si salva.-Hey tu, non ci pensare nemmeno- non serve nemmeno avvicinarmi, il ragazzo ha già mollato il bilanciere da quaranta kg prima ancora di provare a sollevarlo. Viene in palestra da due settimane e già crede di poter sostenere quel genere di peso. La sua schiena vale molto di più di una storia su Instagram: vale, per esempio, il mio posto di lavoro. Avanzo a passi lenti sul pavimento lucido e sporco, alcune volte la suola in gomma delle mie scarpe scivola producendo un fischio sgradevole. Non che le mie orecchie ci facciano più caso ormai, il brano precedente è stato sostituito da un altro ben peggiore: devono uscire entrambi dalla playlist di merda del proprietario.
Correggo la postura di qualche altro ragazzo e rimango a guardarli fino a quando non mi dimostrano di aver capito. -Se appena mi giro vedo quelle ginocchia piegate, te ne faccio fare altri sessanta- è il mio unico ammonimento a uno di loro. Aspetto comunque che annuisca in risposta, è talmente stanco che conserva il fiato ed evita di parlare. Cederà.
-Signor Cox, ho già finito il programma di allenamento per oggi! Che faccio adesso?- ogni volta che sento questa voce inizia ad affiorarmi il mal di testa. Venticinque anni, si allena già da un annetto, è qui da questa mattina alle sei, come me. I giorni in cui non viene si possono contare sulle dita di una mano, gli unici giorni in cui respiro.
-Vai a casa a studiare- purtroppo parla continuamente e mi capita di sapere cose sulla sua vita contro la mia volontà. È all'ultimo anno di legge, gli serve solo ricevere quello stupido pezzo di carta per poter essere inglobato in uno degli studi legali dei genitori. Davvero una vita terribile.
-Non può modificare il mio programma? Ho ancora un sacco di energie, potrei fare molto di più- mi guarda speranzoso. Non sono molti ad avere il coraggio di guardarmi così, glielo concedo. Nessun ragazzo alla Base osava discutere le mie indicazioni, è vero anche che nessuno di loro era convinto di pagarmi lo stipendio.
-No-
-La prego- e inizia a inseguirmi per tutta la palestra. Cristo, se si comporta così pure con i suoi genitori ci credo che a sei anni lo hanno mandato in un college privato in culo al mondo. Dovrei chiedergli l'indirizzo perché non vengo pagato abbastanza per fare da tata al loro figlio iperattivo. Nemmeno Jane al Toy Center arriva ad essere così petulante.
-Signor Cox? Può venire ad aiutarmi, per favore?- cinguetta una voce femminile alle mie spalle. Mi toccherà liberarmi di Peter prima.
-Cento addominali, non uno di più. Passo a controllare che non alzi i talloni da terra- lo mando via con un cenno della mano. E così come è apparso, sparisce altrettanto in fretta. Lo guardo attraversare la palestra con un andamento saltellante, contento della sua vittoria.
Detesto che non abbia paura di me. Quel sorriso sfacciato e trionfante accende in me una rabbia che nessun esercizio di respirazione potrebbe domare. Nemmeno se rimanessi qui in palestra per ore andrebbe via. So benissimo cosa mi sta chiedendo la mia testa, e so anche che troverei il mio corpo pronto ad ubbidirle. I programmi e gli esercizi che faccio fare ai ragazzi qui dentro non sono niente in confronto a ciò che subivano alla Base in due ore. E ci voleva molto meno di un sorriso per convincermi a punirli. La rabbia non passava nemmeno quando concludevo la giornata con un ragazzo mutilato, ma si alleviava abbastanza da permettermi di dormire sogni tranquilli. O di impedirmi di volerne ancora.
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Progetto 27||Broken Memories
ParanormalRaccolta di one-shot sulla trilogia "Progetto 27" Che cos'è il tempo? Chi è il tempo? Quante linee temporali si diramano da una nostra scelta? "Voglio farti un regalo, Alexa. Voglio concederti di accedere al tempo e trattarlo ogni volta come se f...