VI

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Quando Manuel torna a casa, è domenica notte.

Le luci di Villa Balestra sono spente e tutto intorno a lui è silenzioso.

E' giugno ormai, e il clima estivo inizia già a farsi sentire.

Respira a pieni polmoni l'aria di casa, agitato e stanco.

Gli vorticano così tanti pensieri in la testa.

Ma ha un bisogno impellente che questa volta non vuole ignorare.

E così, dopo aver fatto capolino nella stanza dei suoi figli per guardarli un po' mentre dormono sereni, decide di entrare di soppiatto nella loro stanza da letto.

Non ci dorme da settimane - da quando Simone è tornato.

La camera ormai è impregnata dell'odore di Simone - muschio bianco.

Suo marito sta dormendo rannicchiato sul lato destro - perché hanno sempre dormito così affinché potessero essere la prima cosa che vedono l'uno dell'altro.

Si toglie la giacca e la appoggia sulla poltrona nell'angolo, prima di appoggiare un ginocchio sul materasso ed allungare il collo verso Simone.

Il ragazzo sembra dormire, il suo respiro è regolare e sembra così...giovane.

Senza rifletterci Manuel accarezza dolcemente la guancia dell'altro, sentendo tutto il suo corpo tremare per quel contatto, il più intimo che stanno avendo da mesi.

Non passa neanche un secondo da quando le sue dita sono entrate a contatto con la pelle del corvino che quest'ultimo mormora un "Manu" con quella voce assonnata che tanto piace a Manuel.

"Sì" risponde solamente il più grande.

"Sei tornato da molto?" chiede Simone con ancora gli occhi chiusi. Sta ruotando leggermente il capo per andare incontro alle carezze di Manuel, che non stanno cessando.

"No, adesso. Ho solamente controllato i bambini prima di venire qui, in camera".

A questo punto Simone apre gli occhi e "Come stai?" sussurra.

Manuel sospira e si toglie velocemente le scarpe, decidendo di infilarsi sopra le coperte.

Stanno un po' in silenzio e il riccio percepisce lo sguardo di Simone su di sé.

"Sto male perché penso a quello che hai dovuto affrontare da solo" butta fuori. "Sto male perché me sente tradito dalla persona più importante della mia vita e sto male perché me sento in colpa".

Simone scuote il capo "Ma ti ho già detto che non avresti potuto capire nient-"

"No, non per quello. Cioè sì, anche. Ma so quanto sei testardo quando te metti in testa qualcosa e se avevi deciso di tagliarmi fuori dalla tua malattia, mi rendo conto che io 'n avrei potuto accorgermi di nulla. No, me sento in colpa perché una parte di me è felice che si trattasse di questo; una parte di me è felice che tu non abbia mai smesso di amarmi".

Si morde il labbro e azzarda uno sguardo verso Simone, che gli sta sorridendo dolce ora.

Gli prende dolcemente le mani e, non trovando nessuna resistenza da parte di Manuel, ci inizia a giocare.

"Ti amo da sempre e lo farò sempre. Non ti devi sentire in colpa di essere felice di questo".

"Ma tu hai passato l'Inferno e io non c'ero".

"Ci sei sempre stato e ci sei ora, amore".

"E' ancora tutto così difficile però..."

"Però?"

It was rare, I was there, I remember it all too well.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora