1.La Partenza e le fantasie di Lucy

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Da tempo, i cieli di Londra non conoscevano più pace. Un'incessante sinfonia di bagliori, esplosioni e boati li dominava dal sorgere del sole al calar della luna, giorno dopo giorno. La guerra li aveva inghiottiti, e finché non fosse giunta la sua fine, nessuno, dai bambini agli anziani, avrebbe potuto godere di una vita tranquilla, serena, normale.Le cicatrici del conflitto erano profonde e numerose: la perdita dei propri cari, il terrore costante, l'angoscia di dover separare i figli dalle proprie case per metterli al sicuro dai pericoli.Alla stazione, un giorno come tanti, una donna si trovava a salutare i suoi figli tra le lacrime e l'angoscia di un possibile addio. Quattro ragazzi, due maschi e due femmine, portavano sui loro volti il dolore della partenza, lo strazio di essere separati dalla madre e dal padre lontano, impegnato a combattere per la libertà del suo paese e per la sua famiglia. Poi vi era lei, Grace Eleonor Willson, una ragazza di diciassette anni, dai capelli castano dorati, gli occhi color ambra e la carnagione chiara e rosata, che si trovava immersa in un mare di emozioni contrastanti. Davanti a lei, una scena straziante si svolgeva: madri che salutavano i loro figli, con la promessa di un ritorno incerto.

I loro volti, solcati da lacrime silenziose, erano un poema di dolore. Un dolore che la giovane Grace conosceva fin troppo bene. A cinque anni, infatti, era stata strappata all'amore della madre, un lutto che aveva inciso sulla sua anima una ferita profonda e indelebile. Da quel giorno, era cresciuta sola con suo padre. Un uomo forte e amorevole, che era diventato il suo eroe, il suo pilastro, la sua roccia. Lui le aveva fatto da madre e da padre, insegnandole il coraggio, la forza e la speranza. E ora, anche lui era lontano. Lontano da lei, dal suo piccolo fiore, dal suo paese. Combatteva in una guerra crudele e spietata, con la speranza di donare alla sua bambina un futuro migliore, un futuro libero dalla morsa della tirannia.

Grace osservava la scena con occhi lucidi. Un senso di impotenza e di angoscia le serrava il cuore come una morsa di ghiaccio. Si sentiva sola, vulnerabile, come una piccola barca in balia di una tempesta furiosa. Le onde impetuose della guerra la minacciavano, la scuotevano, la terrorizzavano. Ma dentro di sé, lei custodiva una fiamma. Una fiamma di speranza che non si sarebbe mai spenta. La speranza di rivedere suo padre, di stringerlo di nuovo tra le sue braccia, di sentirsi al sicuro e protetta dal suo amore. Erano le lacrime di una bambina che aveva già conosciuto il dolore. Ma erano anche le lacrime di una ragazza forte, che stava imparando a navigare le tempeste della vita. Una ragazza che non si sarebbe mai arresa. Il padre sapeva che l'avrebbe lasciata da sola, in balia di se stessa. Era grande, sì, ma non abbastanza grande per affrontare quella lontananza. Il peso della sua assenza sarebbe gravato sulle sue spalle esili, e lui non poteva permetterlo. Così, la affidò alla signora Pevensie, la loro vicina di casa. Una donna dal cuore grande e accogliente, che la conosceva fin dalla tenera età. L'aveva vista nascere, l'aveva vista crescere, l'aveva vista diventare la ragazza forte che era adesso. Per la signora Pevensie, era come una figlia. E per questo, in quel momento, provava lo stesso dolore straziante che sentiva per i suoi figli nel lasciarla andare.

"Grace, vieni qui!". Le sue gambe si mossero quasi meccanicamente, obbedendo a quel comando che era più un invito materno che un ordine. La giovane si fece avanti, gli occhi lucidi e il cuore trepidante."Prenditi cura delle ragazze, mi raccomando," le parole della donna si riversarono su di lei come un fiume in piena, "e stai attenta." Un abbraccio forte, suggellò quelle parole, un ultimo conforto prima dell'ignoto.

"Promesso," rispose Grace, la voce strozzata dalle lacrime. Le guance bagnate si strinsero contro il petto della donna, un ultimo contatto prima della separazione.

Poi fu il turno di Peter, il maggiore dei figli. La donna lo guardò con occhi pieni di dolore e orgoglio, stringendolo a sé con una forza che tradiva la sua angoscia. "Peter," sussurrò, "prenditi cura dei tuoi fratelli e di Grace." Le parole si spezzarono in un singhiozzo, ma il giovane capì. Assunse un'aria solenne, degna del suo ruolo di capofamiglia improvvisato.

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