POV. JULIET

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Salto temporale nel passato

Piccolo Ricordo di Juliet

Dopo essermene andata da quella che fino a pochi istanti prima e per molti anni avevo considerato essere la mia casa, il mio rifugio, il luogo sicuro, il mio porto sicuro, il mio nascondiglio.

Insomma quel luogo che tanto amavo era pur sempre la mia casa, lo consideravo il mio castello , la mia fortezza ed era mia e di Lusifer.

Ricordo ancora di quando Lusifer mi portò lì la prima volta in quella casa dopo che io fui cacciata e bandita dal luogo che io ero cresciuta e nata insomma quel luogo che io tanto amavo e che io reputavo la mia casa, ormai non mi restava più nulla.

Anche se io era la figlia la discendente di una delle streghe con il sangue puro ero considerata pur sempre la principessa di quel luogo e di quel bellissimo regno poiché mia madre è mio padre erano i rispettivamente il re e la regina di quel luogo.

Tutti con erano sempre cordiali, con me ma all'epoca ero ancora troppo ingenua per capire cosa fosse l'amore e cosa fosse la felicità.

Ma quando incontrai a Lusifer incominciarono per me i vari problemi.

Dopo che io e Lusifer  ci incontravamo per i nostri incontri di nascosto e senza essere visti da occhi indiscreti.

Un giorno non mi accorsi che fui seguita da delle guardie di mio padre, quando mi accorsi della loro presenza girandomi ormai era troppo tardi il danno era fatto.

Il generale che era un grande amico di mio padre mi strappo con forza dalle braccia del mio Lusifer.

Anche perché dopo che io venni alla luce mio padre e mia madre mi promisero in sposa già  da quando ero in fasce a Set che era il generale ma anche il capo delle guardie dell'esercito, la guardia personale di mio padre e il suo migliore amico.

Appena alzai gli occhi da terra mi scontrai  con i suoi occhi azzurri ma il suo azzurro venne però sostituito con il l'azzurro ghiaccio che appena ti specchiavi ti ci potevi perderci dentro affogando senza aver più una via di fuga e senza poter ritornare in superficie per poter ritornare a galla.

Set dopo lunghissimi minuti prese finalmente parola

"Cosa ci fate qui altezza state scambiando informazioni con il nemico!?"

"Generale non siete autorizzato a tutta questa confidenza che voi avete nei miei confronti poiché voi non siete un mio pari né tanto meno un mio superiore voi siete solamente un mio sottoposto e quindi io spiegazioni a voi non vele devo dare! La prossima volta che mi prenderete con la forza strattonandomi forte vi farò sbattere nelle segrete mi sono spiegata bene? Avete capito!"

Il generale mi si avvicinò nell'orecchio e mi disse

"Juliet mia cara farai meno la preziosa quando mi pregherai di non farlo su quando racconterò cosa ho visto ai tuoi genitori ricorda chi sei ti è cosa diventerai! Mia piccola principessa impara a tenere a freno la tua lingua biforcuta e da insolente quale sei mi hai capito ragazzina?!" mi disse facendo un ghigno con un misto all'essere  trionfante e compiaciuto.

Come si permetteva quell'uomo a parlarmi in quel modo chi si credeva di essere anche se era l'amico di mio padre e ahimè colui che avrei dovuto sposare e che avrei dovuto condividere la mia vita  la mia eternità e il resto dei miei giorni.

Di certo, non lo avrei mai permesso di farmi sottomettere da un uomo come lui.

Di certo non lo consideravo un mio pari e mai lo avrei considerato tale , insomma era un bell'uomo era alto con le lentiggini in volto, era di una bellezza infatti, lui ai suoi piedi cadevano sia donne che ragazze, infatti sia le donne che le ragazze erano sempre in competizione, facendo dispetti a destra e a manca alle loro avversarie.

Le vie en noir et blancDove le storie prendono vita. Scoprilo ora