POV. OPHELIA

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Lui sembrò osservarmi con quegli occhi neri pieni di ammirazione, all'improvviso il suo sguardo cambiò ritornando a essere serio, iniziò a scrutarmi dalla testa ai piedi concentrandosi su un punto in particolare.

I suoi occhi si posarono sulla mia pelle e si soffermarono su una piccola macchiolina identificata dai miei genitori come "voglia della speranza".

L'uomo dal nulla mi afferrò, io sobbalzai e mi disse:

"Ragazzina chi sei?"

Ritornai con i piedi per terra continuando a cercare di liberarmi dalla sua presa ferrea senza riuscirci e così persi le speranze.

"Ophelia sei tu?"

Rimasi sconvolta dalle parole che mi disse, come conosceva il mio nome?

Non sapendo ancora che quelle parole mi avrebbero cambiato la vita per sempre.

"Ragazzina tu mi appartieni!"

Ancora più sconvolta dalla situazione, cercai di liberarmi vedendo mio fratello in lontananza, venire verso di me e gli dissi:

"NOAH! NOAH! SCAPPA!"

"Ophelia cosa sta succedendo?"

"Noah devi andare via!"

"Non me ne vado da nessuna parte senza di te!"

Di colpo lo sconosciuto mi riportò con i piedi per terra e con una freddezza glaciale disse a mio fratello:

"Essere insignificante non avvicinarti a ciò che è mio e ciò che mi appartiene di diritto inutile feccia!"

Sentendo dire quelle parole rivolte a Noah, qualcosa iniziò a scattare dentro di me dimenticando la rabbia che provavo per mio fratello.

Sentivo una rabbia strana invadere il mio corpo, stavolta non per le dure parole di mio fratello ma per la strana ed inquietante situazione che si era creata, così decisi di mollargli un gancio destro in faccia.

Rimanendo colpito dal mio gesto, stordito allentò la presa permettendomi di allontanarmi da lui.

Corsi verso la direzione di mio fratello, appena lo raggiunsi iniziammo a correre per cercare di scappare.

Appena fummo abbastanza lontani da quell'individuo mi fermai a riprendere fiato, in lontananza scorsi una casa abbastanza vecchia sicuramente abbandonata e afferrai mio fratello per un braccio.

"Noah ascoltami molto attentamente adesso devi nasconderti, cerca di non farti trovare e qualsiasi cosa succeda non uscire da quella casa"

In lontananza sentì la voce di quell'individuo chiamarmi.

"OPHELIA!"

"OPHELIA!"

iniziai a correre fin quado la voce dello sconosciuto iniziò a diminuire gradualmente, non per volere suo ma per la lontananza ormai venutasi a presentare, poi insieme a mio fratello mi diressi verso quella casa abbandonata.

Entrando in casa, iniziai a sentire degli strani versi che si confondevano tra gemiti di piacere e urletti di dolore, quasi come se fossero strozzati da qualcosa o meglio da qualcuno, iniziai a capire che in quella casa non eravamo soli c'era anche qualcun altro e solo allora mi ricordai che il Solstizio D'Inverno era cominciato e i vampiri erano arrivati.

Cercai di indietreggiare ma ormai era troppo tardi, ci aveva visto!

Dopo poco vidi gli occhi del vampiro pieni di piacere e quelli di mio fratello pieni di paura.

Mi venne in mente Noah che doveva fuggire ma la mia bocca non era più in grado di pronunciare una parola, sentivo solo una presenza addosso avvinghiata al mio collo.

Da lì in poi non vidi più nulla oltre l'oscurità.



Perché Ophelia scappa?

Cosa significherà mai la voglia della speranza?

Come fa lo sconosciuto a conoscere il nome di Ophelia?

Chi sarà mai quella misteriosa creatura?

Le vie en noir et blancDove le storie prendono vita. Scoprilo ora