8

754 28 4
                                    

siamo seduti in macchina da dieci minuti in silenzio, lui continua a guardare dritto. l'ultima volta che mi ha guardata è stata quando l'ho supplicato con le lacrime agli occhi di andarcene.
«jo..» provo a rompere il silenzio, ma non so cosa dire. accende la macchina e partiamo, non bada alla velocità, sfrecciamo in mezzo al buio. «cazzo jo rallenta» provo a dirgli «ti prego.. hai anche bevuto...» le lacrime tornano a offuscarmi la vista. «si sarah, ma se non me la sentissi di guidare non lo farei. non con te in macchina» afferma duro. restiamo nel silenzio totale fino a casa. spegne la macchina, slacciamo la cintura.
sto per chiedergli il perché, ma prima che possa aprire bocca scende. entrati in casa borbotta un «sono ancora brillo vado a letto» e va su per le scale. sospiro infastidita, prendo il cellulare

sofi: sarah cosa è successo? tutto bene??
sarah: si, poi vi spiego.
mari: sei a casa?
sarah: appena arrivata

salgo le scale e mi dirigo in camere mia, la testa mi gira, ma faccio del mio meglio per spogliarmi e mettermi il pigiama. mi sdraio nel letto, ma non riesco a prendere sonno, mi rigiro e penso a quello che è successo, appena ho visto holden avvicinarsi e girare il tipo che stavo baciando per poi tirargli un pugno non sono sicura di essermi sentita incazzata o impaurita. poteva farsi male.
prendo il telefono sul comodino e apro la chat con lui, è online., quindi è ancora sveglio.
mi alzo vado in cucina e prendo del ghiaccio dal freezer, poi torno su ed entro senza chiedere il permesso nella sua camera. lo ritrovo con i pantaloni della tuta senza maglietta «oh» sussurro stupita, deglutisco. cerco di non osservarlo troppo per non metterlo a disagio e per non fare una figura di merda. «ti ho portato del ghiaccio» lo alzo per farlo vedere, mi avvicino e mi siedo sul bordo del letto, gli prendo la mano destra e gli poggio sopra quello che ho portato, sistemata la mano, prendo l'altra busta di ghiaccio mi avvicino di più a lui, gli prendo il viso e gli poggio sopra il ghiaccio nella parte dove lo sconosciuto l'ha picchiato «mi dispiace» sussurro «non fa così male come pensi» mi rassicura con un sorriso sghembo, mi mette una ciocca di capelli dietro l'orecchio «non piangere però» mi osserva negli occhi che sono tornati lucidi. chiudo gli occhi per cacciare indietro le lacrime e per godermi la sua carezza. «jo, posso farti una domanda?» mi guarda per un secondo ed annuisce «perché lo hai fatto?» distoglie lo sguardo e sospira «fati' te l'ho già detto, ho promesso a..» non lo lascio finire «non dirmi stronzate. la sera in cui mi hai difesa con holy mi hai detto che non lo facevi più solo per lui. quindi ora voglio la verità» metto le mani sulle sue guance per obbligarlo a guardarmi «ti prego, cosa ti costa, siamo solo io e te qua e siamo ancora ubriachi» lo supplico. sospira sconfitto, poggia le buste con il ghiaccio sul comodino, mi prende per i fianchi per farmi avvicinare a lui che si mette difronte a me seduto con le gambe divaricate. «fati' te lo sto a di' solo perché siamo ubriachi e perché probabilmente potrei esplodere da un momento all'altro» trattengo il respiro, non so dove voglia andare a parare o cosa voglio che lui mi dica «cazzo» tira un pugno sul materasso e guarda altrove «jo ti prego» lo costringo a guardarmi «sa' non posso» ci guardiamo con occhi tristi, affranti e sconfitti. guardo le mie mani giocare tra loro sul materasso, mi trattengo dal piangere mordendomi il labbro «cosa non puoi? dimmelo» trovo il coraggio di alzare lo sguardo e di guardarlo, lo sto supplicando «sa' cazzo tu mi metterai nei guai» sorride triste strofinandosi gli occhi con i palmi delle mani «va bene, ciao» mi alzo incazzata, se non vuole ne anche ammette che tiene a me, forse in maniera diversa da "sei la sorella del mio amico" me ne vado. mi afferra per il polso e mi ritira giù, le sue mani sono sulle mie guance siamo a un palmo di distanza, ci guardiamo «fanculo» azzera la distanza che ci separava e le nostre labbra si toccano. mi tira ancora più vicino a lui. non è un bacio dolce, ma deciso, confuso e desiderato. le sue mani scendono sui miei fianchi e mi posiziona meglio tra le sue gambe, chiede accesso con la lingua, ma trova le mie labbra già schiuse in attesa di questo bacio. le nostre lingue si sfiorano all'unisono. ci continuiamo a baciare per non so quanto, sembra che non abbiamo bisogno di respirare, che questo sia il nostro ossigeno. il mio cuore va a duemila quando mette le mani sotto alla mia maglietta sfiorandomi i fianchi, la schiena «cazzo» sussurra sulle mie labbra «cosa?» gli chiedo con il fiatone continuando a baciarlo e accarezzandogli la schiena bollente «sei senza reggiseno sa' mi vuoi manda' al manicomio» butto la testa all'indietro appena lui inizia a baciarmi il collo e rido per l'effetto che gli faccio. «forse» rispondo provocandolo. gli prendo il viso per tornare sulle sue labbra, lo spingo all'indietro per farlo sdraiare. ci continuiamo a baciare con foga, io sono sopra di lui, so che si sta trattenendo. ha le mani salde sui miei fianchi, sa che sono senza reggiseno e non fa nulla, è dolce da parte sua, ma non ha capito che in questo momento voglio che mi tocchi e che mi consumi. non voglio essere trattata come un cristallo. gli prendo una mano che ha sul mio fianco e gliela sposto più giù «fati'» sussurra «shh» sorrido. accetta il mio invito e non si trattiene più, ci baciamo con ancora più foga e desiderio, mi stringe i glutei per avvicinarmi a lui e istintivamente inizio a muovere i fianchi sul suo bacino. ferma il bacio «cazzo sarah» chiude gli occhi e stringe i denti «devi sta' ferma se no non me fermo» mi guarda serio. mi mordo il labbro inferiore e muovo i fianchi provocandolo «chi ha detto che devi fermarti?» lo guardo dritto negli occhi, non so come mai io sia così tanto audace in questo momento non è da me, quindi ringrazio l'alcol probabilmente. vedo che ha una luce diversa, che non vuole fermarsi. sposta le mani sui fianchi per fermare il mio movimento «sa' sono serio, non è il momento» mi metto di fianco a lui e ci sdraiamo in modo da guardarci «perché?» chiedo infastidita. mi sposta i capelli dietro la schiena e mi tira giù la maglia che si era alzata «puoi rispondere? cos'è sono troppo piccola? o è perché sono vergine?» sputo innervosita «sarah non c'entra, beh anche. non sei solo più piccola di me sei proprio minorenne. e poi sono sicuro che la tua prima volta la vorresti da sobria con uno sobrio a sua volta» sospiro capendo in parte il suo discorso, ma sono troppo stanca per controbattere. «ok» mi da un bacio sulla fronte e mi abbraccia.

quando stiamo insieme🧚🏻‍♀️ | fan fiction sarah e holdenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora