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provo a muovermi con gli occhi ancora chiusi, ma un braccio mi circonda saldamente la vita. apro gli occhi e guardo un po' più in alto, e i ricordi mi tornano perfettamente alla mente e un brivido mi percorre tutto il corpo. sorrido di rimando, lo vedo lì con le labbra carnose schiuse e ancora un po' rosse, il viso rilassato, scorro lo sguardo fino al collo dove sono presenti due macchie rosse e io avvampo all'improvviso al ricordo delle mie labbra che baciavano quell'esatto punto.
che cazzo di ore sono?
avevo completamente dimenticato dove siamo e chi c'è nelle camere vicino a questa, che non è la mia. mi divincolo lentamente provando a non svegliarlo. fa un verso strano e corruccia la fronte e le labbra come un bimbo.
sono le 10:30, merda.
scendo dal letto tirandomi dietro il lenzuolo per coprirmi durante la ricerca dei miei indumenti. «torna qui» mugugna allungandosi per afferrarmi il braccio e riportarmi da lui, cosa che farei molto volentieri «jo cazzo sono le 10:30» urlo sottovoce, sgrana gli occhi rendendosi conto anche lui che gli altri potrebbero essere già svegli e in giro per la casa, ma soprattutto che mio fratello può essere già sveglio e in giro per la casa cercando la sua sorellina per farle gli auguri di buon anno.
si alza velocemente dal letto e si mette un paio di boxer neri e i pantaloni della tuta cercando anche lui i miei vestiti.
mi lancia il vestito e tira fuori da un cassetto una felpa grigia che mi lancia «metti questa, che è pulita» la infilo e tiro fuori i capelli «hai visto le mie..» alzo lo sguardo verso di lui e ce le ha in mano, mi avvicino a lui per afferrarle, ma le mette dietro la schiena e io metto il broncio «dai jo, devo andare in camera prima che lorenzo ci scopra» lo supplico e lui scuote la testa divertito e se le mette in tasca. alzo gli occhi al cielo trattenendo un sorriso «ora vai» mette la mano sulla maniglia, ma prima di aprire la porta mi giro e gli lascio un bacio casto sulle labbra che cerca di approfondire e io glielo concedo.
mi mette le mani sui fianchi e mi allontana dispiaciuto «sa' vai che se no ti rinchiudo in questa stanza per tutto il giorno» ridacchio un po' imbarazzata.
prima che io esca dalla stanza mi dà una pacca sul sedere coperto dalla sua felpa e io sussulto per la sorpresa, lo guardo male ed esco dirigendomi nella mia stanza.

in corridoio non c'è nessuno e spero che lorenzo non mi abbia ancora cercata.
entro in camera mia provando a fare il più piano possibile. appena chiudo la porta mi ci appoggio sopra e sorrido come un'ebete.
qualcuno si schiarisce la voce e io sgrano gli occhi «signorina dove sei stata sta notte?» sofia, con cui condivido la stanza, prova a fare un tono serio e di rimprovero, come un genitore, ma fallisce. la raggiungo sul letto e ci salto sopra con le ginocchia e i capelli che seguono il mio movimento rimbalzano per aria.
«non ci credo» si mette le mani sulla bocca e spalanca gli occhi, mentre io annuisco.
afferra il cellulare e scrive sul gruppo per riunire le ragazze per raccontarci la serata.
racconto della mia prima volta, nel mentre mi vesto e loro ridono di me che sono rimasta senza mutandine. non racconto i particolari, in realtà ho solo detto che abbiamo fatto sesso e che lui è stato molto dolce nonostante il nostro accordo e che tra noi non ci sono sentimenti.
il resto voglio che resti solo nostro.
bussano alla porta, tutte contemporaneamente ci giriamo «sarah» salto giù dal letto e vado ad aprire «lorii» lo abbracciò forte «buon anno sarotta» mi accarezza la testa scompigliandomi i capelli e io ricambio gli auguri.
mi ha detto che mi ha cercata anche prima, ma sofia è stata brava e gli ha detto che ero in bagno a struccarmi e lavarmi con le cuffie nelle orecchie. segno mentalmente di ringraziare sofia facendole una statua d'oro.

scendiamo le scale tutte insieme ridendo di qualche tiktok o di aneddoti della serata. i ragazzi sono tutti sparsi tra salotto e cucina «caffè ragazze?» annuiamo tutte e ci avviciniamo alla penisola al centro della cucina e ci versiamo un po' di caffè nelle tazzine colorate. mida si avvicina a gaia e l'abbraccia da dietro posandole un bacio sulla guancia, ayle porta il latte a lucia e gliene vera un po' dentro alla tazzina azzurra e la ragazza lo ringrazia sorridendogli e dandogli un tenero bacio sulle labbra, sofia chiacchiera con luca tranquillamente seduti sugli sgabelli, gli altri sono fuori a fumare.
faccio un piccolo sorso del caffè rigorosamente amaro. «ti ho aspettato ieri, ma non sei venuta, mi sono un po' offeso» sussurra al mio orecchio e sento l'alito caldo sul collo. mi giro cercando di allungare la distanza «ero stanca morta, sono crollata subito» gli dico provando a non arrossire pensando a quello che avevo realmente fatto.
lui nel mentre apre il frigo e sorride trionfante, sapendo benissimo che non ero affatto stanca ieri. appena si gira e incontra il mio sguardo lo guardo male, ma non si toglie il sorrisino sghembo che ha sulle labbra.
«sarà per la prossima volta» mi accarezza una guancia per portarmi un ciuffo, che è sfuggito alla crocchia disordinata che ho fatto, dietro l'orecchio. «ric non ci sarà nessuna prossima volta, è minorenne» interviene holden appoggiandogli una mano sulla spalla e stringendo la presa, lo riguardo male «tra pochi giorni non lo sarò più» rispondo acida, perché deve sempre tirare in ballo l'età. mi dà molto fastidio perché se lo dice a ric che ha la sua stessa età, è come se lo dicesse a sè stesso. sbuffo infastidita e mi vado a sedere su uno dei divani, prendo l'iqos di mari e inserisco una terea mentre scrollo svogliata Instagram. poco dopo sento il divano abbassarsi per via di un peso, con la coda dell'occhio lo vedo, ma faccio finta di nulla. si avvicina ancora un po' «sare'» riposto qualche storia di mari e gaia annoiata «mh?» faccio un lungo tiro prima che lui mi toglie la penna blu dalle dita delicatamente. inspira il fumo dal filtro mentre mi guarda negli occhi, lo fa lentamente, sa che mi sta facendo impazzire, poi si avvicina, dà un'occhiata veloce intorno a noi, mi avvicino anche io socchiudo le labbra e lui butta fuori il fumo, inspiro il fumo caldo per voi buttarlo fuori. lui sorride trionfante, sapendo che mi ha di nuovo nelle sue grinfie e sa che a me va bene così. «ti sta bene la mia felpa» si alza e se ne va.

quando stiamo insieme🧚🏻‍♀️ | fan fiction sarah e holdenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora