Parte II

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CAPITOLO IV

La mano le afferrò la caviglia e la trascinò fuori dal banco come se fosse stata uno straccio. Luomo poi l'ha strinse a sé, spingendole il viso sul petto, togliendole il fiato e impedendole di urlare. Claudia tentò di dimenarsi con tutte le sue forze, ma non ci fu nulla da fare, l'uomo era troppo forte, era un gigante, un energumeno. Ne sentiva lodore, anzi il puzzo. Camminava tra la folla urlante con indifferenza, ostentando sicurezza, fierezza e sembrava che nessuno si accorgesse di loro.

Claudia aveva paura di essere impiccata. Guardò la folla impazzita che urlava, assetata di sangue, come se volesse rovesciare ogni suo malessere sul primo sventurato che le capitasse. Sono pazzi, pensò. Mi vogliono uccidere e tutto per quella maledetta di Clara, e per una mela. Non aveva senso. Sapeva benissimo che la sua vita non sarebbe stata lunga e fin da bambina si era sempre immaginata una morte violenta. Del resto questa era la sorte che attendeva molti bambini di St. Giles.

Pensò alla sua amica Alicia e rivide il suo volto spigoloso, smunto, ma reso quasi bello dai suoi grandi occhi di un azzurro lucente e ricordò la cicatrice che aveva su un braccio che le aveva fatto il padre un giorno che era ritornato a casa più ubriaco del solito. Alicia era la mia amica, si disse quasi compiacendosene e si ricordò della sua generosità, di quando le aveva dato metà del suo pane, senza volere nulla in cambio e di come quel gesto laveva commossa e fatta sentire amata. Era proprio quel gesto che aveva creato tra le due un legame inscindibile. Insieme, dopo due anni di fatica erano fuggite dalla casa-lavoro dove i bambini poveri di Londra venivano rinchiusi, e avevano cominciato a vivere per strada, cercando di cavarsela rubacchiando ed elemosinando. Alicia era debole, fragile, continuamente tossiva, ma era furba e aveva capito che per rimediare da vivere bisognava andare a elemosinare nei quartieri ricchi, davanti alle chiese dei benestanti, dove le briciole che cadevano da tavola erano per loro un vero tesoro.

E così Claudia aveva visto per la prima volta lo sfarzo della Londra georgiana.

Le donne con gli abiti curati, i capelli raccolti, un trucco magnifico sui loro visi. le domestiche che le accompagnavano in carrozza, le case grandi e sontuose, le strade pulite e i sorrisi gioiosi delle persone. E proprio i sorrisi delle persone le avevano provocato invidia, rancore. Aveva odiato quei sorrisi, la loro felicità. La gioia di quelle persone ostentata così sfacciatamente, le era sembrato un insulto a tutti coloro che, a poche centinaia di metri, morivano letteralmente di fame.

Lenergumeno accelerò il passò. Claudia rivide per qualche secondo gli occhi languidi di Alicia, poi si fece forza e tentò di svincolarsi, ma nonostante avesse messo tutta la sua forza quel gigante non sembrò neanche accorgersene. Si guardò intorno e si accorse che lenergumeno si stava allontanando dalla folla. Non voleva farla impiccare?, si chiese. Fu allora che provò veramente paura.

Quelluomo non voleva darla in pasto al popolo. Se ne convinse e tentò di svincolarsi, ma ancora una volta senza risultato. Dove la stava portando? Lavrebbe stuprata? Claudia se ne convinse. Era una preda facile: una ladra che doveva essere impiccata e che nessuno avrebbe rimpianto. Una volta fatti i suoi porci comodi lavrebbe uccisa e poi portata come trofeo dinanzi alla giustizia o più semplicemente avrebbe lasciato il suo corpo senza più vita in qualche anfratto e qualcuno lo avrebbe trovato solo dopo molti giorni, magari già in decomposizione. Lavrebbero infine raccolta con disgusto e gettata in una fossa comune.

Le mancò il fiato e provò un senso di vertigine, per un attimo la testa le si piegò allindietro, quasi si stesse piegando alla sorte. Poi fu presa da un moto di rabbia e finalmente riuscì a liberarsi. Luomo sembrò sorpreso. Claudia cadde a terra, ma si rialzò immediatamente e cominciò a correre tra la gente sperando quasi che la impiccassero. Non farò la fine di Alicia, si disse, e corse senza una meta svicolando tra la folla come un topo. Dopo qualche minuto, si voltò a guardare se lenergumeno le fosse dietro. Non cera. Tirò un sospiro di sollievo, ma continuò a correre fino a che urtò un uomo, facendolo cadere e cadendo a sua volta; i due si ritrovarono sulla strada luna sopra laltro. Luomo a terra seccato lafferrò per il braccio.

LA  FOLLIA DEGLI UOMINIWhere stories live. Discover now