CAPITOLO X
Alla fine Tom aveva accettato le venti sterline e si era imbarcato con tutta la sua famiglia. Sul ponte, mentre salutava la sua Irlanda, aveva implorato la Vergine Maria: – Santa Madre di Dio, proteggici.
La nave era vecchia, malandata e stracolma di persone. Navi-bara, le chiamava la gente. Tom aveva avuto paura che affondasse, aveva temuto che gli inglesi ce li avessero fatti salire per liberarsi di loro. Chi glielo avrebbe impedito? Al largo avrebbero fatto colare a picco la nave e si sarebbero liberati in un sol colpo di tutti quegli irlandesi. Ci aveva pensato a lungo e aveva pregato, poi aveva baciato i suoi quattro figli e la moglie. – Dio mio abbi pietà di noi – aveva sussurrato. Poi si era guardato intorno. La gente aveva appena lo spazio per respirare. I bambini stavano ancora peggio a causa della loro statura. Tom ci aveva pensato allimprovviso e aveva preso il più piccolo e se lera tenuto in braccio. Aveva fatto tutto il viaggio prendendo un figlio alla volta per farlo respirare meglio.
Sbarcati a Londra, Tom avvertì immediatamente un puzzo nauseabondo e si portò una mano sul naso, poi guardò i figli e la moglie che facevano lo stesso. Era un odore che non aveva mai sentito, neanche nelle stalle; era acido e prendeva alla gola. Quando passarono i conati di vomito e riuscì a guardarsi intorno, rimase stupito. Non aveva mai visto una cosa del genere. Era abituato alle rade campagne irlandesi e Londra lo impressionò. I suoi palazzi altissimi, le vie strette gli provocarono una sensazione di soffocamento, si voltò verso lalto per guardare la cima di un palazzo, e fu colto da un capogiro. Era un mondo totalmente diverso da quello che aveva lasciato: le carrozze sfrecciavano, la gente urlava ed era costretta a vivere gomito a gomito, come se non ci fosse abbastanza spazio per tutti
Grazie a un irlandese trovarono un alloggio a St. Giles.
Anche gli inglesi di Londra li odiavano. Chiamavano gli irlandesi i mangiapatate e li accusavano di rubargli il lavoro. Bisognava fare attenzione a non trovarsi da soli per la città, perché più di qualche sventurato era stato aggredito e derubato. Quando Tom si inoltrava per la città non era raro che venisse insultato. Ma la grande industria amava questi nuovi immigrati: erano manodopera a basso costo. E poi erano irlandesi e cattolici, mezzi animali insomma. Li si poteva sfruttare senza che nessuno potesse lamentarsi.
Tom era finito a lavorare in una fabbrica di scarpe. Il lavoro gli impegnava almeno quattordici ore al giorno, ma la sua famiglia era sopravvissuta; aveva fatto il suo dovere e forse cera ancora speranza. Cera la speranza di guadagnare qualcosa e di tornare in Irlanda per ricomprarsi la terra che era appartenuta alla sua famiglia da tempo immemore. Cera la speranza di rivedere le verdi praterie e di insegnare ai figli a seminare e a correre per quei luoghi liberi.
Eppure, tutti i suoi sogni morirono con lui, dopo qualche anno, in fabbrica, in un giorno qualunque del grande Impero Britannico.
Un uomo diede la notizia a sua moglie per la strada, come se stesse parlando di una cosa qualunque. Lei rimase impietrita e pensò a Tom da giovane: ai suoi occhi verdi, i suoi capelli biondo scuro e al suo sorriso allegro, quel sorriso che rasserenava, e che laveva fatta innamorare. Ripensò alla prima volta che si erano baciati e a quanto si erano amati: di come le batteva forte il cuore il giorno del loro matrimonio, una festa povera e felice; ripensò a come laveva amato la prima notte, a tutti i baci che gli aveva dato.
Pianse a lungo, da sola, in un angolo di una via di St. Giles, mentre tutto il mondo intorno a lei seguiva incurante il suo corso; poi si fece forza e tornò a casa. Doveva dirlo ai figli. Il primo che incontrò fu Dennis, che appena la vide sorrise. Ha lo stesso sorriso di Tom, pensò lei.
– Tuo padre è morto.
Dennis sorrise. Per un attimo la madre rimase perplessa, ma poi si ricordò che anche Tom sorrideva sempre, qualsiasi cosa accadeva. Era il suo modo per affrontare il dolore. Poi vide gli occhi del bambino pieni di lacrime, e labbracciò. Dennis sentì labbraccio della madre forte e caloroso come non mai. Aveva cinque anni, ma già aveva un cuore da uomo e come il padre era pieno di risorse. Aveva occhi neri, capelli stranamente ondulati per un OConnor, e un sorriso meraviglioso che rendeva il suo volto dolce.
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LA FOLLIA DEGLI UOMINI
Romance1816. In una Londra livida e brutale la giovane Claudia, stanca di mendicare, un po' per sfida e un po' per gioco decide di rubare una mela da una bancarella. Il suo gesto metterà in moto una girandola di eventi che la porteranno, sospesa fra la vit...