chapter three

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passarono giorni, settimane e persino mesi da quando io e il castano iniziammo a parlare, la compagnia dell'uno faceva bene all'altro. le giornate miti di autunno divennero quelle fredde di inverno, proprio come pian piano le nostre sciocche conversazioni divennero confortanti per l'altro. toby non mi parlava spesso di ciò che gli frullava per la testa, tantomeno quello che gli frullava nell'anima... al dire il vero non mi parlava quasi mai... ma quando al posto di ascoltare iniziò a parlare di ciò che aveva dentro rimasi ammaliata, mi raccontò solo una volta il motivo per la quale tentò il suicidio qualche mese addietro, sua sorella.. oppure dell'inferno che si scatenava nelle quattro mura che tutto poteva chiamare, ma tranne che una casa.
ovviamente cercai di comprenderlo al meglio, ma in alcuni casi un abbraccio che urla in silenzio tutto quello che vorresti dirgli è la soluzione migliore.

proprio per questo io e toby sin dagli inizi andammo d'accordo, rispettavo i suoi spazi, i suoi bisogni e la sua privacy. ma da pochi giorni a questa parte, la scuola è chiusa per via del mal tempo accompagnato da abbondanti nevicate, e se pensate che il ragazzo sia felice di non vedere i suoi bulletti, provate a chiedergli come si sente a stare chiuso in quelle pareti che raccontano solo odio e inaffettività, oppure, meglio ancora a stare chiuso tra i suoi pensieri tutt'altro benevoli, con una situazione familiare tutt'altro che familiare.
cercavo di aiutarlo, ovviamente, trascorrerevo giornate intere con lui pur di distrarlo e renderlo un minimo felice, ma appena lo riaccompagnavo nei pressi di casa sua, qualcosa in lui cambiava... gli occhi vispi tornavano ad essere cupi, sembrava non ascoltare più le mie stronzate ma soprattutto quel brivido che sentivi fino al midollo, ora più di una sensazione sembrava un vero e proprio sesto senso.
nulla da dire, mesi duri per costruire un minimo di sanità dispensabile per distrarre dai suoi problemi quel ragazzo, buttati metaforicamente sotto quei pochi metri di neve.

passarono le festività natalizie, passò il mal tempo, si sciolse la neve e si tornò alla normalità tra il lavoro e la scuola.
tutti con l'arrivo dell'anno nuovo avevano un sorriso e un volto ricco di determinazione per l'anno appena alle porte, tutti tranne quel solo ragazzo, abbandonato a se.
che in viso aveva lasciato solo l'agonia mascherata dall'apatia.
non si sa per quale meccanismo di difesa ragionò, ma decise di allontanare l'unica persona determinata a dargli una mano come si deve.
la ragazza si ostinava a bussargli alla porta ogni mattina, a cercarlo tra la folla davanti ai cancelli di scuola come un abitudine, e continuando a contattarlo come se stesse ricevendo una risposta. cosa che effettivamente non riceveva.
lei nonostante tutti gli amici, le serate divertenti, i regali scartati e la costante frequenza a scuola, non smetteva di pensare al ragazzo dagli occhi color miele che l'ultima volta vide di un color torbido.
l'inizio della scuola, non determinò la fine della sua improvvisa lontananza, ma forse l'inizio di un distaccamento effettivo, per quanto la ragazza fosse testarda e determinata a contattarlo, gli impegni scolastici le rubavano più tempo del previsto e man mano l'alta frequenza nel scrivergli diminuiva sempre di più, ma senza mai sfiorare il limite pari a zero.

purtroppo per la loro storia la ragazza entrò nella vita di toby in un lasso di tempo troppo distante dagli effettivi primi attacchi d'ira, primi tentativi suicidi, e i primi segnali contrasti per la sua salute, ma appena in tempo per non mandare davvero tutto a fanculo.

toby in questo periodo è quasi pronto a quello che accadrà nella notte di maggio ma non lo sa ancora, sa solo molto bene che tutto è inutile ed è stanco di vivere l'inferno umano, ma nonostante abbia trovato la sua Beatrice, la sua donna angelo che potrebbe portarlo nel paradiso, decise di lasciarsi andare al diavolo, travolto dal rancore, dalla rabbia trasformata in odio e soprattutto da una sete innaturale di sfogarsi liberando le sue forti emozioni... che represse dall'apatia verranno fuori sotto forma di violenza, come una bomba impaziente oppressa dai secondi scadenti.

l'abusato diventerà l'abusatore.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 26 ⏰

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