Questa sera il Principe non si fa attendere, anzi, è addirittura in anticipo. Saluta con educazione Lukas e Aaron, i due agenti della scorta, mentre a me rivolge un cenno a malapena considerabile come saluto, ma non me ne curo.
Ha chiesto discrezione, quindi ci muoviamo con due sole auto, una limousine su cui saliamo anche io e l'autista, e un suv con a bordo le due guardie. Una volta raggiunta la superstrada prendiamo la direzione del porto e ci immettiamo nel pigro traffico del giovedì sera, mentre mi chiedo quali personaggi ci saranno alla festa. Ho contattato il capo della sicurezza del Duca per poterci coordinare e sono rimasta piacevolmente colpita dalla sua organizzazione: una cosa in meno di cui preoccuparmi.
Raggiungiamo il parcheggio riservato, impossibile da ignorare visti i valletti appostati praticamente ovunque e, una volta scesi dall'auto, ribadisco le indicazioni precise sul parcheggio che avevo già dato al telefono, perché voglio una via di fuga sicura e veloce in caso di pericolo. Poi seguo Albert lungo il molo, sempre cinque passi indietro, ma senza perderlo di vista. Divento invisibile, non solo per gli abiti neri che indosso, ma sfoggiando la mia maschera da agente.
I paparazzi, rigorosamente selezionati, ci abbagliano con i flash mentre percorriamo la passerella, mentre io mi prendo un attimo per osservare lo yacht del Duca, denominato Flying Fox, che è qualcosa di indescrivibilmente enorme: cinque ponti, nero lucido, illuminato a giorno e con una piattaforma per l'atterraggio di un elicottero. Organizzare la sicurezza di questo posto non deve essere facile e ringrazio di non esserne io la responsabile.
«Il Principe Ereditario!»
Un ragazzo sulla trentina, capelli castani laccati e tirati indietro, ci raggiunge e abbraccia Albert, mettendogli in mano un cocktail colorato e sicuramente molto alcolico.
«Duca» risponde semplicemente il Principe. Il suo ospite lascia scorrere i suoi occhi chiari su di noi, indugiando sulla mia figura.
«Non mi avevi detto che avresti portato compagnia… Certo che vestita così…»
«Jean, ti presento il nuovo capo delle mie guardie.»
«Ma non mi dire! Alla fine il nuovo gorilla è una fanciulla! Sul serio?»
Ora basta. Faccio un passo avanti, arrivando a pochi centimetri dal Duca, e mi inchino esattamente come vuole l'etichetta, poi metto i miei occhi nei suoi «Duca Van de Velde, sono la Contessa Alexandra Pouler di Losen, nuovo comandante della guardia personale di Sua Altezza Reale. Visti i nostri titoli nobiliari, gradirei un po’ di rispetto da parte sua.»
Il sorriso sembra essersi congelato sul viso di Jean-Claude, che non trova le parole giuste per replicare, visto il quantitativo di gaffe che è appena uscito dalla sua bocca.
È Albert a salvarlo, afferrandolo per un braccio e trascinandolo verso il ponte principale.
«Lascia stare» lo sento dire sopra alla musica «Dopo ti racconto.»
Mi volto verso Lukas e gli faccio cenno di seguire il Principe, Aaron invece si occupa di controllare il perimetro, mentre io vado a cercare Francois, il capo della guardia del Duca.
Nonostante gli sguardi attenti, la postura rigida e l'espressione neutra, riesco a percepire la noia delle altre guardie presenti alla festa, specchio della mia. Individuo Francois ai margini del terzo ponte, intento a bisbigliare ordini in una radiolina, che quando mi vede accenna un saluto e congeda un ragazzo e una ragazza sulla ventina, vestiti di nero e decisamente computi nelle loro espressioni.
Mi faccio avanti con la mano tesa, mentre l'uomo sulla quarantina e la carnagione color caffelatte si inchina, per poi stringerla in una presa decisa.
«Contessa Puoler, benvenuta a bordo. La sicurezza vi sembra adeguata?»
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La Guardia di Rocca Blu
RomanceC'era una volta, in un piccolo regno bagnato dal mare del Nord, un principe dai profondi occhi blu e i capelli perennemente disordinati. Accanto a lui, ad ogni passo, c'era una contessa, dalle lunghe trecce castane e gli occhi color nocciola più lum...