I tornanti sono sempre gli stessi, anche gli alberi sembrano non essere cambiati, nonostante siano trascorsi quindici anni dall’ultima volta che ho percorso questa strada. O forse sono io che mi illudo che nulla sia cambiato, pur sapendo di mentire a me stessa. Cavolo, l’ultima volta che sono salita al castello non avevo neanche la patente! Una fitta di tristezza si aggrappa al mio stomaco quando ripenso a quella sera, alle parole che entrambi avevamo pronunciato e che avevano cambiato tutto.
Scuoto la testa, cercando di riportare i pensieri sulla giusta carreggiata, perché quello che era successo aveva solo accelerato i tempi di qualcosa che sarebbe comunque accaduto due anni dopo e questo momento, quello che sto vivendo ora e che avrà il suo culmine tra poco, è quello a cui sono destinata da tutta la vita, quello per cui ho lavorato, quello che ho sempre voluto.
Però nella mia immaginazione io e Albert non ci eravamo mai persi, eravamo sempre stati uniti e amici; adesso invece siamo due sconosciuti, che negli ultimi quindici anni si sono incrociati in una manciata di occasioni ufficiali e che non si erano rivolti più di qualche cortese formalità, come vuole l’etichetta.
Questa proposta di lavoro era arrivata nel momento giusto, avevo bisogno di cambiare aria, perché lavorare nei servizi segreti del Regno, la GOL (Guard of Losenstan) agli ordini del mio ex ragazzo, fidanzato ora con una modella, era stato impegnativo, tanto più perché ero stata io a mollarlo e all’inizio non l’aveva presa benissimo, anche se non ci aveva messo molto a consolarsi. Adesso però mi chiedo se lavorare con il mio ex migliore amico non possa rivelarsi un disastro ancora peggiore.
Prendo un respiro e mi impongo di smetterla con questi pensieri assurdi, focalizzandomi su quello che so e che dovrà essere: sono un agente dei servizi segreti, sono dannatamente brava nel mio lavoro, sono in procinto di prendere servizio al castello di Losenstan come responsabile della guardia privata del Principe Albert, che era il mio migliore amico e anche se ora non ci parliamo torneremo ad avere un rapporto decente, magari addirittura migliore di prima. Perché è questo il mio destino, quello che immaginavo da piccola e soprattutto è quello che fa la mia famiglia fin dalla creazione del Regno. Quando Albert sarà Re saremo io e James, mio fratello, a capo della guardia reale, come lo è ora mio padre per Re George.
Arrivo ai cancelli con la mente più lucida e accosto alla torretta di guardia, abbassando il finestrino.
«Documento e motivo della visita» chiede la voce burbera della guardia, senza alzare lo sguardo su di me. Un mezzo sorriso affiora sulle mie labbra e gli porgo la carta d'identità, che lui afferra, guardandomi appena. È solo quando legge il mio nome che focalizza la sua attenzione sul mio viso, cercando probabilmente i tratti che ricorda della me ragazzina. Sorrido di più e abbasso gli occhiali da sole sotto il mento.
«Ciao, Mark» devo trattenermi per non scoppiare a ridere.
«Cavoli, Alexandra. Non ti avrei mai riconosciuta senza questi» replica restituendomi i documenti. Li prendo e lui aziona il cancello bronzeo per concedermi l’accesso al parco del castello.
«Bentornata a Rocca Blu, Contessa Pouler» mi strizza l’occhio e accenna un inchino, anche se portiamo lo stesso titolo nobiliare, poi la sua espressione si fa divertita «Forse dovrei chiamarti Capo Pouler e augurarti buona fortuna.»
«Cercherò di sopravvivere, Fischer.»
«Puoi farcela, ragazza. Ne sono certo. Ma io sono molto felice di essere vicino alla pensione!»
Scoppia a ridere e sventola la mano per salutarmi, mentre io ingrano la marcia e inizio a percorrere lentamente i viali che conosco a memoria, quelli che sono stati la mia casa durante l’infanzia, custodi dei miei ricordi più belli e di quello più brutto. Sono consapevole che il ruolo che andrò a ricoprire non avrà vita facile, che il Principe Albert è il membro più impegnativo della famiglia Reale, perché non ha regole e sembra che la sua missione nella vita sia quella di creare più scandali possibile, finendo sulle prime pagine di tutti i maggiori rotocalchi mondiali. La Regina Christine però ha fiducia in me, come mi ha più volte sottolineato nella chiamata informale che ho ricevuto il mese scorso, quando ho esternato i miei dubbi, ma soprattutto ha fiducia nella nostra amicizia, che secondo lei è solo assopita dopo questi anni di lontananza.
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La Guardia di Rocca Blu
RomanceC'era una volta, in un piccolo regno bagnato dal mare del Nord, un principe dai profondi occhi blu e i capelli perennemente disordinati. Accanto a lui, ad ogni passo, c'era una contessa, dalle lunghe trecce castane e gli occhi color nocciola più lum...