I piedi che sbattono sulla terra umida, le orecchie piene del suo respiro, le fronde degli alberi mosse dal vento unite alla lieve melodia degli uccelli, sono decisamente rigeneranti. Correre scaccia i pensieri e aiuta a concentrarsi, a focalizzarsi sulle cose importanti.
Sono da poco passate le 8 del mattino e, conoscendo le abitudini poco mattiniere del Principe, mi sono concessa un piccolo allenamento nei boschi del castello, tra i sentieri tracciati che lo attraversano.
Troppo concentrata sul mio respiro, impiego qualche secondo in più per accorgermi di un altro passo, più pesante del mio, che si avvicina velocemente.
Mi volto, preparandomi ad affrontare un’eventuale pericolo, ma vengo quasi subito affiancata da Albert, che modera la sua andatura sostenuta per tenere il mio passo.
«Già sveglio, Vostra Altezza?»
«Che ci vuoi fare, ieri sera sono tornato presto e senza compagnia… Devo pur scaricare la mia energia in qualche modo!»
Mi scappa una mezza risata.
«Credo che correre sia più salutare.»
«Del buon sesso, fatto nel modo giusto, ti assicuro che vale molto più di tre ore di cardio fitness!»
Adesso rido di gusto e lui si unisce a me. Non sembra per nulla affaticato dalla duplice attività, la corsa e il parlare, e un po’ mi stupisco, visti i bagordi a cui di solito si abbandona. Tuttavia il suo nome in codice è Il Puma, è così che lo chiamano le guardie reali, e deriva dal fatto che sa essere molto veloce.
«Non riesci a correre più veloce? Mi sto annoiando…»
«Guarda che puoi procedere come vuoi. Io preferisco un’andatura costante, aiuta ad esercitare il controllo sulle proprie forze.»
«Controllo, controllo… Sai che lasciarsi andare ogni tanto fa bene? Ti fa sentire vivo!»
«Oppure ti fa collassare.»
«È solo quando i polmoni ti scoppiano che l’aria ha il sapore più buono…»
«Molto poetico, Al.»
«Vuoi provare? O hai paura di perdere?»
Sorrido sorniona e senza rispondere aumento il passo, sentendo anche lui accelerare dietro di me.
È vero, amo la costanza, ma ciò non toglie che possa essere veloce. Allungo le falcate e regolo il respiro per seminare il mio sfidante, che sento imprecare senza troppi riguardi mentre mi allontano.
No. Decisamente non se l’aspettava.
Mi volto e lo vedo comunque più vicino di quanto pensassi, così chiedo ancora uno sforzo ai miei polmoni e con uno scatto che non avevo mai avuto arrivo per prima alla fontana marmorea ai piedi della scalinata d’ingresso.
Appoggio le mani sulle ginocchia e mi piego su me stessa, cercando di riprendere fiato, i polmoni in fiamme.
«Che dici?» Il respiro spezzato di Albert è dietro di me «L’aria ha un sapore migliore, vero?»
Rido in affanno, ma entrambi sorridiamo rilassati, quasi complici.
«Il giorno in cui sarò costretta a darti ragione probabilmente il cielo crollerà…»
«Melodrammatica.»
«Sbruffone.»
Quando i nostri respiri tornano regolari ci dirigiamo in silenzio verso l'interno, accolti dalla consueta schiera di maggiordomi e camerieri, che oltre alla colazione ci offrono anche asciugamani e borracce. Non so se riuscirò mai ad abituarmi a tutta questa deferenza. Mi chiedo anche se sia consono che il capo delle guardie consumi la colazione insieme alla famiglia reale, ma su questo la Regina è stata irremovibile e mio padre mi ha chiaramente fatto capire che sarebbe stata una battaglia persa.
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La Guardia di Rocca Blu
RomanceC'era una volta, in un piccolo regno bagnato dal mare del Nord, un principe dai profondi occhi blu e i capelli perennemente disordinati. Accanto a lui, ad ogni passo, c'era una contessa, dalle lunghe trecce castane e gli occhi color nocciola più lum...