1. Le ombre

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"SVEGLIATI... SVEGLIATI, SVEGLIATI ORA!!"

Mi alzo di scatto, poggio la testa fra le mani e la scuoto per scacciare le voci. Un grido spezzato dalle lacrime esce dalla mie labbra: «BASTA, BASTA, SMETTETE, SMETTETE, BASTA, VI PREGO,BASTA!!!»
Sono terrorizzata a morte.

I passi di qualcuno che si avvicina mi fanno tremare,cosi mi ritrovo a pregare dentro di me: «Ti prego... fa che non sia lei, ti prego...ti prego...» Le mie speranze sono in vano perché sul ciglio della porta appare la sua figura.

Mi sbrigo, copro i segni che chiazzano la mia pelle, metto una felpa XL nera e dei jeans larghi, indosso gli scarponcini, prendo le mie cuffie e, cercando di non far rumore, esco di casa.

Arrivata a scuola, poggio lo zaino per terra e corro in bagno. Ancora la professoressa non è arrivata, ne approfitto.
Arrivata in bagno, resto lì a controllare che il fondotinta non si sia tolto dalle chiazze violacee che ricoprono la mia pelle, ripetendo mentalmente 'Non dirlo. Non chiedere aiuto. Fingi. Fingi. Sorridi e non smettere. Non piangere. Sorridi. Sorridi e Fingi.'

Mi ritocco il trucco sul viso, assicurandomi che non si veda nulla. Sicura che sia tutto apposto esco dal bagno e mi dirigo verso la mia classe.
Appena poggio la mano sulla maniglia, sento qualcuno alle mie spalle.
Sento il mio respiro aumentare , le gambe tremare e il cuore battere all'impazzata.

«Che ti prende Keira?»

Jackson? Mi volto sorpresa.

«Va tutto alla grande»,

fingo un sorriso talmente reale che ci... casca? Non lo capisco, assume un'espressione neutrale, non mi fa capire se ci crede o no. Fatto sta che se ne va senza dire una parola, così entro in classe.

Non c'è la professoressa di matematica ma una supplente,visto che è girata di spalle non riesco a notare il suo volto.

Ma appena si gira per salutarmi, i miei muscoli si irrigidiscono, non ho più il controllo del mio corpo, non riesco a muovermi, rimango ferma guardando la professoressa davanti a me.

                          ☀️

Finite le lezioni, non so che fare. Devo fare i compiti ma non ho il coraggio di rientrare a casa. Non voglio tornare in quell'inferno prima di stasera, quindi opto per un bar moderno vicino la mia scuola. Chiedo a Silvia se ci possiamo andare insieme, lei approva l'idea e così ci incamminiamo.

                            

Ci accomodiamo, lontano dalla vetrata, per non farci vedere da tutti, e iniziamo a chiacchierare. Lei prende due pezzi di pizza, una margherita e una con patate e salsiccia. Io invece non prendo niente. Mentre lei mangia, arrivano anche gli altri. C'è Violet, Lip, Yasly e Luke.
Noto che dietro di loro c'è anche Jackson, che punta lo sguardo su di me. Non pensavo che venissero anche loro, così sposto lo sguardo su Silvia, che ha un sorriso complice.

«Li hai chiamati tu?»
«Ovvio, sono nostri amici, ci conosciamo dalle elementari», mi sorride a 32 denti.

«Ciaoooo», ci salutano in coro Yasly e Violet, mentre Luke e Lip ridono rumorosamente.
«Che avete da ridere, coglioni?» Jackson usa un tono di voce divertito ma arrabbiato allo stesso tempo.

Si siedono tutti quanti e iniziamo a parlare delle lezioni che abbiamo affrontato.
Facendo tutti indirizzi diversi, ci ritroviamo spesso a parlare delle nostre materie.

I primi a parlare sono Luke, Lip e Yasly; fanno tutti e tre lo scientifico, il 5A. Anche Jackson e Violet fanno lo scientifico, solo che sono nel 5B. Io e Silvia facciamo scienze umane 5F.

Mentre Luke parla, Jackson lo interrompe preso da un lampo di genio, inizia a spiegare che a loro hanno fatto vedere vari giornali per affrontare l'argomento "VIOLENZA SULLE DONNE" per un lavoro che dovranno esporre il 25 novembre, tra meno di una settimana. Sono tutti presi dal suo racconto, tranne... me.

Il panico invade ogni cellula del mio corpo. Parlare di violenza è la cosa meno intelligente da fare con me presente... ma giustamente loro non lo possono sapere...

Ognuno di noi ha affrontato periodi terribili: c'è chi, come me, li sta ancora affrontando, chi li ha superati e chi ci potrebbe ricadere.

Cosi, invento una scusa plausibile e me ne vado il più velocemente possibile.

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