Appena mise piede fuori dall'ospedale si sentí
leggermente più libera. Sentiva una sensazione strana, dei formicolii alle mani.«Amore tutto ok?» Domandò il padre preoccupato.
Selene annuì continuando a guardare intorno a sé.
Non si ricordava quanto fosse bello l'ambiente intorno a lei, era così abituata alle mura tappezzate da paesaggi inventati da lei, che si era scordata totalmente del paesaggio urbano dei tanti grattacieli, ma anche della splendida natura verde che copriva Seoul.
«Selene, sali in macchina! Oggi andremo a casa, così che potrai sistemare la tua camera.»
Seguì I genitori togliendo a malincuore gli occhi davanti a lei.
Salì in macchina e dovette subirsi tutte le noiose chiacchiere dei suoi genitori.
«Cara sei emozionata per l'inizio della scuola?»
«Finalmente potremmo vederti al di fuori dell'ospedale.»
«Dopo dobbiamo andare a fare delle commissioni, andremo in giro per Seoul.
«A casa avrai a tua disposizione una stanza insonorizzata che abbiamo costruito apposta per te per le sue creazioni, ovviamente oltre alla tua camera da letto.»Selene alzò i pollici e continuò a guardare fuori dal finestrino, non badando molto a quello che dissero.
In pochi minuti arrivarono a casa, prese le sue valigie e corse verso la porta d'ingresso.
Aspettava impaziente, non vedeva l'ora di vedere la sua casa dopo mesi.
«Vedo che non vedi l'ora eh.» Rise il padre venendo verso la figlia.
«Però non correre in questo modo, o ti ritrovi in ospedale senza neanche aver passato un giorno fuori!» La rimproverò la madre da dietro.
Selene annuì con un sorriso a trentadue denti, ignorando il rimprovero della madre.
La serratura scattò e la ragazza entrò come un razzo.
Voleva urlare ma le sue corde vocali glielo impedivano.
«In questi momenti sarebbe bello avere le possibilità di urlare..
La casa era stupenda, impossibile da spiegare a parole. Per questo che ci avrebbe pensato subito dopo disegnando.
Andò in stanza per stanza, lasciando tutte le valigie dentro la sua camera, mentre sistemando gli oggetti per disegnare dentro uno scantinato molto grande.
Aveva sistemato tutto, dai vestiti ai suoi comestici in bagno. Ovviamente non dimenticandosi di tutte le medicine che doveva assumere.
La madre la richiamò.
Scese le scale presentandosi già pronta.
«Sei già pronta. Usciamo!» La madre la prese a braccetto e uscì insieme alla ragazza.
La madre mentre passeggiavano per le strade affollate di Seoul le indicava con le dita vari posti, edifici e anche persone, presentabdole alla ragazza.
«Vedi quella signora lì? È la proprietaria di un fruttivendolo qua vicino, dove vado molto spesso.» Le disse indicandole una donna anziana, dal viso grazioso ma pieno di rughe.
Poi passò l'indice verso un piccolo parco giochi.
«Si chiama Dream Park, o almeno hai dato tu questo nome. Quando eri piccolina ci andavamo ogni giorno, insieme alla nonna Soyun,zia Sana, e il suo figlio.» Parlò con voce un po' più debole per aver preso un discorso delicato.
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𝙏𝘼𝙇𝙆𝙄𝙉𝙂 𝙒𝙄𝙏𝙃 𝘼𝙍𝙏 - Hwang Hyunjin
Fanfiction𝙏𝘼𝙇𝙆𝙄𝙉𝙂 𝙒𝙄𝙏𝙃 𝘼𝙍𝙏 - Hwang Hyunjin Quanto sono fortunati quelli che possedono la capacità di parlare con la propria voce, le corde vocali e lingua. Riescono a comunicare facilmente, senza dover perdere tempo con gesti. Ma una ragazza ha...