Capitolo 3

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Sophia

Ma chi cazzo si credeva di essere quello?

Essere ricchi dà alla testa e quel ragazzo ne era la dimostrazione.
Decisi di lasciare perdere.

Bastava stare lontano da lui per non avere problemi, giusto?

Una volta superato l'ingresso della scuola, mi ritrovai davanti un lungo corridoio pieno di gente.

Dovevo cercare la segreteria per farmi dare l'elenco delle materie e la chiave del mio armadietto.

<<Se cerchi la segreteria è lì in fondo>>Paige mi aveva appena raggiunta e mi stava indicando il fondo del corridoio.

<<Grazie>>le sorrisi.

Una volta uscita dalla segreteria la campanella era già suonata, infatti il corridoio era deserto.

Raggiunsi il mio armadietto,dovevo posare dei libri che mi sarebbero serviti nelle ore dopo.

Infilai la chiave nella serratura, girai, ma l'armadietto non si aprì.

Forzai ma non c'era nulla da fare, non ne voleva sapere di aprirsi.

All'improvviso, sentii una presenza dietro di me.

Non ebbi il tempo di girarmi per capire chi fosse perché una mano, con un anello al pollice, si appoggiò sull'armadietto, proprio sopra la mia testa.

<<Vuoi una mano?>>chiese una voce roca dietro di me,la stessa del ragazzo che era comparso in cortile, doveva chiamarsi Thomas se non sbaglio.

Io non risposi, allora lui, con la mano libera, girò la chiave, mentre con l'altra faceva un pò di pressione sull'anta,e questa si aprì.

<<Ecco a te>>sussurrò nel mio orecchio.

Rabbrividii.

<<Non avevo bisogno del tuo aiuto>>dissi orgogliosa.

<<Oh davvero?>>disse lui prendendomi dai fianchi con entrambe le mani e facendomi voltare verso di lui.

Mi scontrai con il blu dei suoi occhi.

<<Si davvero>>dissi spingendolo via.

Ovviamente non l'avevo mosso nemmeno di un centimetro vista la sua altezza e il suo torace costellato di muscoli duri sotto il mio tocco.

Gli avrò fatto una carezza.

Lui comunque si allontanò da me e si appoggiò con la schiena nella fila di armadietti di fronte.

Posai i libri nel mio armadietto e lo richiusi, poi controllai il foglio che mi avevano dato in segreteria.

Avevo lezione di storia alla prima ora, e dovevo anche darmi una mossa perché ero già in ritardo.

Poi mi guardai intorno, e realizzai che non sapevo dove si trovasse la classe.

Cominciai a vagare per i corridoi,quella scuola era gigante,fino a quando tornai al punto di partenza, cioè il mio armadietto.

Cruel Summer-l'amore oltre i confini Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora