0. Prologo

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Ho sempre creduto nell'amore, sin da quando ero piccola.

Ho dei genitori che si amano e che mi hanno dimostrato ogni giorno sempre di più quanto sia bello innamorarsi e amare qualcuno.

Perché sì, amare è bello. Far sapere ad un'altra persona quanto lei sia importante per te è una sensazione meravigliosa.

Infondo c'è un motivo del perché tutti prima o poi nella nostra vita siamo alla ricerca di quella persona, no?

Abbiamo così tanto amore dentro di noi da doverlo per forza dare a qualcuno, perché sennò potremmo esplodere.

Purtroppo, però questa storia non parla di un amore buono.

Non avrà un lieto fine.

Parla di un amore tossico, straziante, che logora all'interno e che lascia senza forze.

Lascerà cicatrici e ferite profonde.

Questa è la mia storia, e che lo vogliate o no, io sono qui per raccontarvela.


୨୧


È appena passata mezzanotte.

Cazzo.

Sta per arrivare, arriva sempre a quest'ora. E io lo farò entrare, perché sono una stupida.

Stupida, stupida, stupida.

Sento i battiti del mio cuore aumentare, abbasso lo sguardo e noto che le mie mani stanno tremando, sento il fiato corto e la gola che mi si chiude, le lacrime cominciano ad appannarmi la vista. Dio perché è così difficile respirare?

Maledetto quel 14 gennaio. Se solo non l'avessi mai conosciuto, magari in questo momento non starei in questa situazione. Magari in questo momento starei tranquilla, con una persona che mi ama davvero e che non mi farebbe mai del male.

Ma che dico? È ovvio che lui mi ama, sennò non farebbe così tanta strada per venire da me. Non sprecherebbe così tanto tempo e denaro per rincorrere una come me.

Sono fortunata ad averlo, nessuno mi amerà tanto quanto mi ama lui.
Devo smettila con questi pensieri stupidi.
Lui. Mi. Ama.

Nonostante io lo abbia lasciato, nonostante io l'abbia fatto arrabbiare più volte, nonostante tutto, lui è qui. Perchè ha deciso di non arrendersi con me, come io ho fatto con lui. e questo significa che mi ama.

Anche se oggi me lo sono trovata davanti all'uscita dal corso di inglese. ultimamente lo vedo ovunque, come se mi stesse seguendo. 

Stringo le gambe al petto mentre mi faccio sempre più piccola nel mio letto. Guardo le pareti della mia camera, mentre una lacrima mi scende dal viso.

Solitamente la propria cameretta è un posto sicuro, quel posto dove puoi essere te stessa, dove non ti senti giudicata e puoi mostrarti per quello che sei, perché sai che le coperte del letto e le pareti sono pronte ad abbracciarti e a darti conforto.

Un tempo era così anche per me, ma non più. Ormai è diventato un incubo stare qui dentro, perché tutto, tutto, mi ricorda lui.

Mi ha rubato tutto.
Ha rubato il mio posto sicuro.
La mia felicità.
La mia innocenza.

Ma la stupida sono io, che gliel'ho permesso.

Mentre mi riduceva uno straccio, ero lì a guardare, a dargli piano piano ogni pezzo del mio cuore nonostante sapessi me lo avrebbe frantumato.

Forse questa volta lo tratterà con cura.
Forse è la volta buona.
Forse, forse, forse...
Me lo dicevo sempre ma mi sbagliavo.
Perché sono una stupida, e credo troppo nell'amore.

Mi asciugo le lacrime giusto in tempo per sentire una notifica del telefono. Lo afferro e lo controllo. È una notifica di Instagram. La mia migliore amica ha appena messo una storia.

Migliore amica...posso ancora considerarla tale? Non ci parliamo da settimane, forse mesi.

Tutto per colpa mia, ovviamente.

Ho allontanato tutte le persone che hanno provato ad aiutarmi, a farmi uscire da questa situazione, e che ho fatto io? Le ho ascoltate? No.
Le ho buttate fuori dalla mia vita, e ora sono sola.

Forse me lo merito. Tutto quello che mi sta succedendo, questa situazione di merda, è solo colpa mia. Ho avuto mille opportunità per tirarmene fuori, ma non l'ho mai fatto. Pensavo potesse cambiare. Mi diceva che sarebbe cambiato. Mentiva. Ha sempre mentito. Sempre.

Abbasso lo sguardo sul telefono e guardo la storia, Adeline sta ad una festa. Magari in un altro universo, adesso starei lì con lei. A godermi la vita come una normale adolescente dovrebbe fare. E invece...

Poso il telefono, e in quell'istante sento bussare alla mia finestra.

È qui.

Alzo lo sguardo e incrocio i suoi occhi, freddi come il ghiaccio, Dio.

Mi mordo l'interno della guancia e stringo i pugni. Sento il mio battito aumentare a dismisura, lo stomaco mi si contorce.

Avete presente quella sensazione di quando sapete che qualcosa di brutto sta per accadere ma non potete fare nulla a riguardo? Ecco.

Che poi in realtà qualcosa posso fare, basta non aprirgli, giusto?
Se non aprissi la finestra girerebbe i tacchi e tornerebbe a casa?

Mi do una risposta da sola prima di finire la domanda. No, non lo farebbe. Lo conosco troppo bene, ottiene sempre tutto ciò che vuole, soprattutto, con me.

Sa manipolarmi con una facilità disarmante, certe volte non me lo so spiegare nemmeno io.

Forse sono semplicemente io troppo innamorata, e a lui così fa solo comodo. Ha il coltello dalla parte del manico, ce l'ha sempre avuto.

Lo faccio entrare? Sì o no?

Continua a guardarmi con insistenza mentre bussa un'altra volta. Si sta arrabbiando, e quando mi guarda non riesco a dirgli di no, non riesco mai a dirgli di no.

Mi asciugo le lacrime e mi alzo andando verso a finestra e la apro, cazzo.

Sono una stupida.

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