4- Ipocrisia

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<<Da sola sotto la pioggia? Ma dico io, sei fuori?>> urlò Sirius alzandomi per le braccia. Avevo due grandi occhi rossi e piangevo, piangevo come non avevo mai fatto prima. Era tutta colpa di Regulus, pensai. L'unica cosa che mi venne in mente fu quella di prendere il pacchetto di "sigarette" che Regulus aveva lasciato lì apposta. Dentro c'era un piccolissimo foglio ripiegato, ornato da una scrittura elegante.

"Svagati un po'.
Non ringraziarmi.
R.A.B"

<<Dammi qua>> Sirius strappò il pacchetto dalle mie mani e lo lasciò sotto la pioggia, tirandomi per il braccio per farmi camminare
<<È stato mio fratello, vero?>> mi chiese camminando più velocemente. Annuì tirando su con il naso, asciugandomi con il polso della felpa le lacrime. Ci ero rimasta così male. Non conoscevo Regulus, ma le sue parole mi avevano fatto male. Mi avevano trafitto come una lama tagliente, lasciandomi una ferita che ci avrebbe messo tempo a rimarginarsi. O forse non si sarebbe mai rimarginata.
<<Cosa ti ha detto?>> mi domandò Sirius mentre rientravamo nel Castello
<<Boh, chiedilo a lui>> risi istericamente. Non so cosa mi stava succedendo. Prima piangevo, poi ridevo. Sembravo una pazza e questo lo intuì dallo sguardo preoccupato che mi rivolse Sirius.
<<Cosa ti ha dato, quello stronzo?>> si portò una mano tra i capelli ricci e bagnati
<<Niente, era una sigaretta, ma più forte>> mi accasciai su Sirius, invece di stendermi su uno dei divanetti in Sala Comune. Sentivo il ragazzo al mio fianco sbuffare di continuo e così gli chiesi.
<<Perché sbuffi? Io sto così bene. Sono così rilassata>> risi e gli lasciai un bacio sulla guancia. Ero andata, completamente.
<<Rilassata? Che cazzo ti ha dato? Uno dei suoi spinelli?>> ironizzò Sirius, senza sapere che quella fosse la realtà.
<<Probabile. E comunque, non dovresti fare la predica a me dal momento in cui anche tu li fumi>> mi misi a braccia conserte e lo osservai. Lui ridacchiò e poi abbassò la testa.
<<Anche da fatta, perché credo che tu lo sia, sei una testolina calda.>> mi diede un buffetto amichevole sulla testa. <<Ahi! Mi fai male>> misi il broncio e lui sorrise.
<<Domani mi sente, quel maledetto>> Sirius tornò immediatamente serio e si lasciò scivolare sul divano, incurante di chi avesse potuto vederlo.
Regulus era maledetto, sì, ma io volevo a tutti i così spezzare quella maledizione. Come nei film Disney, avete presente? Ecco, così. Regulus era maledetto...e testardo e non mi avrebbe lasciato essere la sua salvatrice senza pagarne un costo. Essere la salvatrice di Regulus Arcturus Black a costo della vita.
<<Mi stai ascoltando?>> mi chiese Sirius strattonandomi un braccio.
<<Oh? Ah, sì certo>> sbattei gli occhi.
<<Mh, ti credo. Dicevo che domani gli dovrò fare un interrogatorio, anche se non vorrei averci nulla a che fare con lui>> sbuffò Sirius
<<E allora non averci nulla a che fare. Non parlargli, Sir. Non è successo nulla, davvero; Regulus mi ha tenuto una trappola e io ci sono cascata. È colpa mia>> spiegai ma lui faceva cenno di "no" con la testa ripetutamente.
<<Non doveva darti quella roba, Kat>> gesticolò freneticamente il ragazzo.
<<Eppure l'ha fatto e nessuno è morto. Stai tranquillo, te lo chiedo per favore>> cercai di convincerlo ma fu tutto inutile. Per Sirius, chiunque provasse solo a torcermi un capello diventava un uomo morto. E io lo amavo per questo...in senso metaforico. Sirius il mio migliore amico, il cuginetto piccolo con cui puoi fare le stronzate e il fratello maggiore da cui corri quando hai bisogno di un abbraccio. Sirius era tutto.
<<Non mi interessa. Ho detto che domani si beccherà una sfuriata e così sarà.>> cercava di essere serio.
<<E non farmi ridere>> aggiunse dopo dandomi le spalle mentre nascondeva un sorrisino dei suoi.
<<Ci parlo io con lui.>> affermai orgogliosa.
<<Basta che non ti fai mettere i piedi in testa>> sbuffò alzando gli occhi al cielo
<<Io? Ma per chi mi hai preso?>> gli diedi un pugno sulla spalla.
<<Vacci ora, non dorme mica>> mi incitò Sirius e io annuì.
<<Tu vai a letto>> gli toccai i capelli e lui mi diede un morso sul braccio. Era per dirmi "rifallo e ti sbrano".
<<Va bene, Stella>> mi sorrise e io feci lo stesso. Mi assicurai che Sirius fosse salito nel suo dormitorio e poi mi infilai nel dormitorio Serpeverde. Essere me aveva i suoi vantaggi, pensai ridacchiando. Ridevo da sola alle mie battute, l'effetto dello spinello non era ancora passato, decisamente. Salii le scale barcollando e reggendomi al corrimano freddo. Arrivai davanti alla sua porta e bussai, anche se di solito non lo facevo.
<<Entra>> disse Regulus con svogliatezza. Entrai e mi fermai pochi minuti ad osservare la scena: i capelli ricci e indefiniti cadevano morbidi sulla fronte del ragazzo, coprendogli di poco la visuale. Indossava una felpa nera enorme con su scritto "Read" e, nemmeno a farlo apposta, aveva un libro vecchio in mano. Era immerso nelle coperte del suo letto, così non riuscì a vedere che pantaloni indossasse.
<<A parole tue>> ridacchiò nel vedermi così spaesata.
<<Vedo che ti ha fatto effetto>> continuò
<<Simpatico come un tappo in culo, Black>> gli rivolsi un sorriso finto
<<Uh, che caratterino la ragazza>> rise ancora di più
<<Sei sempre così antipatico?>> chiesi mettendomi a sedere sul suo letto
<<Con le persone che mi stanno sul cazzo sì>> sorrise
<<Ti sto sul cazzo, però mi osservi senza nessuna motivazione>> ce l'avevo in pugno, pensai.
<<Guardavo come fare la pozione, non te>>
Rimangiai immediatamente quello che avevo pensato. Regulus era così furbo, non era possibile fregarlo in alcun modo.
<<Ora stai zitta?>> si prese beffa di me, tirandosi meglio a sedere sul letto e chiudendo il libro
<<Tu sarai anche intelligente, ma lo sono più di te>> si avvicinò così tanto a me che riuscivo a sentire l'odore che proveniva dai suoi capelli.
<<Tu sarai furba, ma io lo sono più di te>> continuò. Si stava quasi arrabbiando e sapevo anche il perché; nessuno gli aveva mai tenuto testa o, semplicemente, nessuno aveva mai osato rispondere a sua maestà Regulus Arcturus Black.
<<Credi che io sia come le altre?>> domandai
<<Sì>> rispose secco e io risi
<<Beh, ti sbagli di grosso: non ci tengo a finire nel tuo letto>> risposi altezzosa
<<Che tu ci tenga realmente o meno, è quello che dimostri>> disse con voce canzonatoria il ragazzo
<<Mi trovo in disaccordo con te, ma come sempre d'altronde>> sbuffai
<<Bene, allora ti faccio ragionare io: cerchi sempre di parlarmi, mi hai aspettato fuori la porta della classe, ora sei qui a parlarmi quando potresti benissimo dimostrare, come farei io, che non ti interessi nulla delle mie parole>> mi guardò negli occhi
<<In verità sei tu che ti sei seduto vicino a me l'altro giorno, io mi sono spostata accanto a Sirius, se per caso te lo fossi dimenticato>> sorrisi sfacciatamente
<<Quando le cose sono facili tutti le preferiscono>> sussurrò
<<Sirius non è una persona facile. È anche colpa tua, di tua madre, se si comporta così. Ti rendi conto di cosa gli avete fatto?>> cercai di farlo ragionare. Erano sempre stati i Fratelli Black, ma ora erano diventati Sirius e Regulus e io sapevo, in cuor mio, che non ci sarebbe stato modo di farli tornare come prima anche se ci speravo.
<<Anche io sono una persona difficile. Mi pare di notare, però, che i riflettori siano sempre puntati su di lui, non credi?>> disse a denti stretti
<<No, non credo. Credo semplicemente che lui sia una persona esuberante, rispetto a te. Siete entrambi delle persone difficili. Ti faccio un esempio facile; tu mi hai offerto uno spinello, lui mi ha aiutato a fermare le lacrime. Ti basta?>> mi misi a braccia conserte
<<Ti ho offerto uno spinello e ti sputato in faccia la verità, lo so. E sai cosa? Non me ne pento. È stato fottutamente divertente>> rise
<<Per te è stato divertente, ma per me no. Non ci pensi a come possano sentirsi gli altri?>> chiesi
<<No, perché loro non pensano a come possa sentirmi io>> ammise a voce bassa.
<<Prova ad essere superiore a loro, non fare anche tu la parte del cattivo della favola>> cercai di avvicinarmi, ma lui si allontanò
<<Cerca di essere gentile, Regulus. Cerca la gentilezza, sii gentile e riconoscila>> continuai e i suoi occhi si chiusero
<<Riconosco la gentilezza. Ma trovo che sia un'ipocrisia>> Regulus ora mi guardava con i suoi occhi seri e riflessivi.
<<È un atteggiamento costruito...un perbenismo inutile>>
<<Ti sbagli>> obiettai. <<La gentilezza è sincerità. E non chiede nulla in cambio>>.
<<Davvero?>> il suo sguardo scintillò quando socchiuse appena le palpebre. <<Eppure devo contraddirti. La gentilezza è una forzatura...Soprattutto quando è rivolta a chiunque>>. Mi sembrò di percepire altro sotto le sue parole, tuttavia mi concentrai su ciò che aveva detto, perché me ne sfuggiva il significato. Che intendeva?
<<Non capisco che vuoi dire>> soffiai, palesando la mia confusione. Tentai di interpretare il suo ragionamento, ma Regulus mi guardò fisso, con quegli occhi da pelle d'oca e uno sguardo che mi penetrò nell'anima. Il cuore prese a battermi negli angoli più disparati e provai un senso di panico nel rendermi conto che tutto quello era dovuto solo al suo sguardo.
<<Io interpreto il ruolo del cattivo per te>> declamò. <<Io sono il lupo della storia, non è vero? Allora dimmi, Kathleen: come la chiami una gentilezza verso qualcuno che vorresti solo vedere sparire se non...ipocrisia?>>
Rimasi spiazzata dal suo cinismo. Per me la gentilezza era una virtù, ma lui aveva ribaltato tutto con un ragionamento talmente contorto da avere una sua logica. Regulus era sarcastico, sprezzante e sagace, ma non avevo mai pensato che ciò potesse essere dovuto a una sua visione spungente del mondo.

The brightest star - Regulus Arcturus Black Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora