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Svegliarmi e trovare come prima notifica sullo schermo del telefono il buongiorno di Dash non è di certo il modo migliore per aprire gli occhi. Mi chiedo il perché di questo messaggio se le porte delle nostre stanze sono letteralmente una davanti all'altra; grazie al cielo non dobbiamo fare colazione insieme. Evito di pormi altri complessi, mi alzo e inizio a prepararmi: indosso la maglia rossa della scuderia e dei pantaloni neri, tanto tra non molto dovrò già cambiare outfit.

«Giorno» annuncio il mio arrivo a Nikolai, seduto già al tavolo nella sala dell'hotel.

«Spero tu abbia dormito almeno sei ore» mi guarda in modo truce, come ogni domenica mattina.

«Non ti preoccupare» me la do a gambe levate verso il buffet per non ricevere altre domande del genere, per evitare di fargli fiutare la bugia. Infatti, ho chiuso gli occhi per tre ore, poi sono rimasto sveglio per altre due finendo con il dormirne altrettante. Avevo dei pensieri molto rumorosi, che ho volutamente zittito guardando un film.

Mangiamo in sacro silenzio, un po' per scaramanzia un po' perché nessuno dei due sopporta chi ha la parlantina già di prima mattina. Molte volte parlare è sopravvalutato.

«Koala a ore sette» sussurra Nikolai, prima di sfoggiare un sorriso amichevole. «Immagino che Amaryllis ti abbia buttato giù dal letto alle cinque»

«È venuta a bussare alla porta alle cinque e cinque minuti ma ero già pronto» Dash annuisce.

Amaryllis è la personal trainer più tosta che abbia mai conosciuto, non a caso due piloti che ha seguito sono diventati detentori del titolo mondiale. Ci vuole una certa mentalità per stare al suo passo, cosa che io personalmente non penso di avere. Nikolai ci scherza con me quando ho i momenti di pigrizia dicendo "fossi stato con Ryllis saresti stato cacciato in tre secondi". Penso che lei sia l'unica che possa mettere in dubbio la parola di Ian, nessun altro.

«Godetevi la vostra colazione, volevo solo salutarvi» sorride anche lui, pronto ad andarsene.

«Se vuoi puoi rimanere e mangiare con noi» propone subito Nikolai, ricevendo così un calcio sotto al tavolo da parte mia senza scomporsi. Mi ha tradito nel profondo con questa domanda.

«Devo andare a lavarmi, grazie lo stesso»

«Avrei potuto odiarti per sempre se avesse accettato» questa volta lo guardo io male.

«Fortuna non è successo, chissà come avresti fatto. Siamo appiccicati ogni minuto» sogghigna.

«Sei peggio di una fidanzata» sbuffo, alzando gli occhi al cielo con un sorriso nascosto.

Solo quando siamo sulla strada per raggiungere il circuito inizio a ragionare sulla gara di oggi: parto dalla seconda posizione, dietro ad Alvaro e davanti a Drev. La differenza tra tutti noi è di sessanta millesimi e l'unica nota positiva che mi ha regalato tale risultato è che abbiamo una macchina competitiva in qualifica; oggi saprò con qualche certezza in più se funzionerà bene anche nel passo gara. Chiudo gli occhi ripassando a memoria tutto il tracciato, curva dopo curva. Fare questo giochino è tranquillizzante per la mia persona, mi sembra di avere tutto sotto controllo.

«Perché Ian non ti parla?» Nikolai mi sussurra all'orecchio, cercando di non farsi sentire da quello che è anche il suo capo. «Non ti ha rivolto lo sguardo mezza volta»

«Non lo fa da giovedì» dico con nonchalance, nonostante sappia che non è affatto un bene. So che non è stato felicissimo delle mie parole, ma piuttosto che urlarmi contro per l'ennesima volta ha deciso di restare in silenzio. Lo stesso trattamento me l'ha riservato Andrea, non scrivendomi neanche un mezzo insulto. Dovrei sentirmi un po' più sollevato, invece è un altro peso da portarsi a spasso. Ciò mi ha portato ad andare a leggere i commenti su internet appena ero nella mia camera per avere dei riscontri sul mio comportamento. Mi potrò lamentare molto delle due figure che mi guidano nella mia carriera, ma alla fine vogliono il mio bene e do tanta importanza alle loro parole.

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