𝐏𝐫𝐨𝐥𝐨𝐠𝐨

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Eleanor

La mia famiglia è un po' complicata se vista da fuori, ma quando ci sei all'interno, è la più bella che ci possa essere.

E' diversa dalle favole, come quelle sulle principesse, in cui lei è triste e quando incontra il principe tutto il dolore svanisce, perché non funziona così, il dolore si irradia sotto la pelle e non ti lascia più per quanto tu lo desideri.
Il dolore non svanisce, magari affievolisce, ma non sparisce mai.
Ed è quello che racconterò in questa storia, la mia storia, quella di mia sorella e delle persone a noi più vicine, dei nostri amori e delle cose belle e brutte.

E' iniziato tutto il mio primo giorno alla "Sydney Catholic Schools", era una giornata normale come quelle che avevo già affrontato tante volte, una delle prime ore di lezione era di educazione fisica, io essendo pigra ho detto al prof che avevo dimenticato il materiale a casa, mi sono seduta sugli spalti a guardare il telefono annoiata, ho alzato lo sguardo quando è entrata dalla porta della palestra l'altra classe che avrebbe fatto lezione con noi per tutto l'anno, mi sono guardata intorno e ho visto alcuni compagni nella mia stessa posizione, che non volevano fare ginnastica.
A differenza loro, io mi imbarazzavo tantissimo a fare educazione fisica, non ero magra come le ragazze della mia classe, ero paffutella di viso e nonostante il mio fisico particolare mi sentivo troppo a disagio, avevo le braccia fine, una pancia normale, ma nei periodi in cui non mangiavo, lo si comprendeva subito, perché si vedevano le costole, i capelli neri e lunghi contornavano due occhi verde smeraldo, che più volte mi avevano ferita mentalmente ed emotivamente, ma che coprivo sempre con il trucco per vederli il meno possibile, due labbra piene rosee con un bel piercing nel labbro inferiore.

«Posso sedermi con te?» trasalii per quella voce dolce e leggera a me sconosciuta e mi girai verso una ragazza con gli occhi più gentili che io avessi mai visto, aveva le iridi di una particolare tonalità dorata, e i capelli ricci e biondi contornavano perfettamente il suo viso, imbarazzata per la timidezza gli feci posto e annuii, ci mettemmo a parlare e per la prima volta in una classe non mi sentii un'estranea.

«Hai un bellissimo nome Eleanor, se lo analizzassi, ti stupiresti della sua bellezza» disse Ava guardando il telefono «Perché, che significa?» chiesi un po' confusa, lei in risposta lo girò nella mia direzione ed io lessi ad alta voce la pagina ch...

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«Hai un bellissimo nome Eleanor, se lo analizzassi, ti stupiresti della sua bellezza» disse Ava guardando il telefono «Perché, che significa?» chiesi un po' confusa, lei in risposta lo girò nella mia direzione ed io lessi ad alta voce la pagina che aveva aperta sullo schermo «Eleanor significa 'Cresciuta nella luce'» sorrisi amaramente, lei mi guardò stranita e con una punta di preoccupazione mi chiese perché io avessi fatto quella faccia «Ava il mio nome può avere un bellissimo significato, ma la verità è che non sono cresciuta nella luce, mio padre se n'è andato quando avevo 4 anni e mia madre ha cresciuto me e mio fratello da sola, è stato parecchio difficile perché era molto piccola» sospirai guardandola, ricordandomi a quante cose mia madre avesse rinunciato per noi, ci aveva sempre detto che non aveva dovuto farlo, che era stata una sua scelta, ma sapevamo che non era così.
Quando si ha un figlio bisogna prendere delle decisioni e fare delle rinunce, e lei lo aveva fatto, aveva abbandonato il suo sogno per noi...
Ava non disse niente, fece solo una cosa che mi scaldò il cuore, mi abbracciò e da lì credo che sia nata ufficialmente l'amicizia più importante, vera e sincera della mia vita.
Mia nonna mi ha sempre raccontato una storia, parlava di una principessa che per colpa della sua magia era stata rinchiusa dentro un castello in una valle isolata dal resto del mondo, un giorno però entrò nel castello un principe, con indosso solo un'armatura, aveva un mazzo di rose nere in mano, e nessuna arma addosso, la principessa quando lo vide si spaventò, perché temeva di potergli fare del male, «Perché scappi da me Rose?» gli chiese il principe un giorno, «Perché non posso ferire anche te, non me lo perdonerei mai...» lei si ritrovò bloccata tra lui ed il muro, tremava spaventata, ma quando le prese la mano e intrecciò le loro dita, dentro di lei si ruppe qualcosa, perché lo vide scomparire.
La principessa triste cominciò a piangere e proprio quando pensò che tutto fosse finito, quel principe che aveva affrontato fuoco e fiamme per tornare da lei, gli riapparse davanti con una corona nera ornata da rubini, la fece alzare e quando le mise al dito un anello con un rubino incastonato dentro, il castello scomparve, i suoi vestiti si trasformarono in un'abito elegante rosso, lei guardò il principe mentre dalle sue labbra uscì solamente una frase inaspettata «Bentornata mia regina».

E così da quel giorno capii che io sarei rimasta da sola sempre, perché queste cose succedono una volta su un milione e poi...
Mi bastavano mia sorella Ava e mio fratello Alexander, erano la mia vita, l'unica cosa di cui avrei avuto sempre bisogno.
Ogni giorno mi paragonavo sempre alle altre ragazze, era uno dei miei fottuti difetti, mi guardavo allo specchio e vedevo una ragazza che non ero io, stanca, distrutta, piegata, fragile, nonostante mio fratello provasse sempre a rassicurarmi e dirmi che ero perfetta, non riuscivo a crederci, perché chi è perfetto non fa così, non piange dalla mattina alla sera a causa del dolore, chi è perfetto sorride sempre, chi è perfetto non soffre di depressione e rabbia.
Chi è perfetto ha una famiglia unita, ha buoni voti a scuola, ha un ragazzo impeccabile, come nelle favole, ma io... Io avevo smesso di crederci, perché sono solo favole, la vita reale è ben diversa, piena di dolore, ma anche di gioie.

Come quando l'ho rincontrato, un giorno qualunque di quei di quei mesi di scuola, io e Ava stavamo prendendo appunti per la lezione, ad un tratto entrò in classe un ragazzo alto forse un metro e settantasette, due occhi azzurro cielo, una carnagione olivastra abbronzata come la mia qualche anno fa durante l'estate, e dei capelli biondi e ricci.
Mi sembrava di averlo già visto da qualche parte ma evitai di farmi troppe domande anche se era davvero bello, molto probabilmente si accorse del mio sguardo addosso perché si girò nella mia direzione e mi guardò negli occhi, i suoi brillavano e forse lo fecero anche i miei perché quando lo sguardo indugiò sulle mie labbra, sentii le guance prendere colore e dipingersi di rosso.
Lo vidi alzare l'angolo delle labbra in un leggero sorriso, poi prese il compito dalla prof e uscì dalla classe senza distogliere lo sguardo dal mio.
«Eleanor, ma non era l'ex amico di tuo fratello ?» mi riapparse tutto in mente, quel ragazzo con quell'aspetto da diavolo quando sorrideva, quello sguardo che ti spogliava di ogni insicurezza, non ho mai capito perché mio fratello avesse interrotto quell'amicizia, ma in qualche modo sospettavo che fosse qualcosa di pericoloso.
Alzai la mano e andai fuori dalla classe dirigendomi verso il bagno, quando arrivai mi poggiai al lavandino e mi misi a guardare le notifiche del telefono, nessun nuovo messaggio, come sempre.

Mi girai guardandomi allo specchio e vidi il mio riflesso stanco sotto tutto il trucco, avevo un top nero che lasciava scoperta la pancia, ma in compenso i jeans blu a vita alta la coprivano un pochino, e sopra solamente una camicia a quadri grigia di mio fratello, per finire i miei cari anfibi che mettevo ovunque andassi.

Mi girai guardandomi allo specchio e vidi il mio riflesso stanco sotto tutto il trucco, avevo un top nero che lasciava scoperta la pancia, ma in compenso i jeans blu a vita alta la coprivano un pochino, e sopra solamente una camicia a quadri grigi...

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Misi via il telefono e uscendo dal bagno mi accarezzai la pancia che iniziava a essere dolorante, stavo tornando in classe quando senti una figura che mi osservava ferma sulla finestra mentre fumava delle Marlboro.
«Sei sempre bellissima...» la voce di James Parker sarebbe stata la mia rovina.

» la voce di James Parker sarebbe stata la mia rovina

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***

«Hai paura di me Rose?»
«Perché dovrei mio Re?» chiese lei confusa da quella domanda
«Perché conosco le tue paure e i tuoi poteri...» mormorò il Re distrutto
«Non potrei mai avere paura della persona che amo» annunciò con un sussurro.

🤍🫧

Spero vi sia piaciuto il prologo piccole, non so quando pubblicherò tutti i capitoli, però spero presto, alla prossima! 🤍

- Iris Black 🤍🫧

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