☆Cap.5☆

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4:08 pm. (Sempre quel pomeriggio)

Finalmente mi sdraiai nel mio amatissimo letto, con la fievole luce del sole che mi sbatteva in faccia.
Nonostante era già metà Marzo si sentiva un arietta calda, e non mi dispiaceva, anzi mi mancava quel delicato caldo di primavera.
Ero così rilassata che potrei morire per essermi rilassata troppo, mi sentivo benissimo, la Sardegna non sembra così male a prima vista, a pensarci bene una passeggiatina la farei.
Mi alzai e provai a cercare qualcosa da mettermi, così mi misi i pantaloni grigi a tuta un po' grandi e un top bianco a maniche lunghe.
Mi misi un po' di correttore per nascondere le mie terribili occhiaie che sembro uno zombie vagante, e un po' di lipgloss. Mi misi le nike bianche e nemmeno il tempo e...

M: T/N POTRESTI ANDARE DAI VICINI A FARTI PRESTARE 2 UOVA PERFAVORE??

T/n: COSA?! MA PERCHÉ NON CI PUÒ ANDARE MIA?

M: È USCITA CON TUO PADRE.

T/n: Madonna, ma dai che sfiga.. VABBENE MAMMA CI STO ANDANDO.

Allacciai velocemente le scarpe mi presi le mie cuffie e me le misi nel collo (Sono le cuffie quelle grandi per chi non avesse capito 😭)

Scesi subito le scale e per poco non slittavo via.

M: Ah, T/n in caso poi gli portiamo un pezzetto di torta.

T/n: Okok. Ma glielo devo dire?

Risposi confusa

M: NO.

T/n: Ok capito, allora.. io.. vadoo ciaooo.

M: Mocc a mammt.

Mi girai e lanciai una occhiataccia a mia madre, come la sa quella parola?!
Vabbè non importa, adesso la cosa che mi importa di più è riuscire a bussare alla porta dei vicini, perché lo ammetto ma sono troppo timida per poter bussare, infatti me ne rimasi lì davanti alla porta col pugno a pochi millimetri dalla porta sperando che il coraggio mi desse un aiuto.
Sospirai e finalmente mi decisi di provare a bussare però.. sentì il rumore della serratura, probabilmente stavano aprendo la porta..

T/n: Nonono cazzo nonono..

Andai in panico, non potevo farmi trovare davanti alla porta casualmente quando la stavano aprendo, quindi senza pensarci due volte letteralmente mi buttai in un cespuglio.

X: MIKE! RICORDATI DI METTERE NEL FORNO LE PIZZE.

Mike: CERTO MAMMA.

"Mike"?..
Mike...
Quel nome mi ricordò qualcosa.. ma.. non riuscivo a capire cosa.. qualcuno che conoscevo?..mhh vabbè non importa.
Appena la signora si allontanò abbastanza, mi alzai e mi diressi verso la porta e stavolta decisa, bussai.

Sentì dei passi... La serratura della porta e..

Mike: Huh?

Uscì un ragazzo dai capelli ramati scompigliati e pure lui con le cuffie nel collo, aveva una maglietta baggy e dei pantaloni del pigiama, era carino lo ammetto.

T/n: Oh ehmm. Ciao! I-io sono la nuova vicina

Mike: Oh ciao, ti serve qualcosa?

Mi morsi il labbro, e dissi secca.

T/n: Ah si, ehm ecco, avresti due uova?

Mike: Uhmmm, certo, aspetta qua.

T/n: Okk

Stavo morendo dall'imbarazzo non lo so ma è troppo imbarazzante.. mi stavo intrecciando tutte le dita, stavo sudando malissimo.

Mike: Ecco qua le due uova.

☆I Cried Golden Tears For You☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora