EPISODIO 2

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IL PASSATO BUSSA SEMPRE DUE VOLTE

I

Erano appena passate le otto del mattino, ma Jake era già arrivato a destinazione. Aveva sollevato il capo per dare uno sguardo al condominio. Il palazzo non era diverso da quei pochi altri presenti in quell'isolato, non fosse stato per i piccoli terrazzini adornati da piante che gli davano una nota di colore in più. Si era premunito di controllare che l'indirizzo fosse corretto, di nuovo.

Aveva preso un bel respiro, pronto a citofonare, più o meno. Si sarebbe inventato qualcosa, lo faceva spesso. Mentre cercava il numero, si era appoggiato alla maniglia del portone e per poco non ruzzolava in avanti. Troppi pensieri che gli frullavano per la testa, per accorgersi che la serratura non c'era più. Dato che Dave gli aveva procurato anche il piano e l'interno, era potuto salire indisturbato. Non gli restava altro da fare che bussare.

La ragazza che gli aveva aperto la porta con fare deciso, era bella quasi quanto la sua inquilina, nonostante il trucco un po' sbavato. La maglietta cadeva morbida sulle sue linee esili, una di quelle che lasciava le spalle scoperte e che le copriva appena le mutandine nere. Il che era stato sufficiente perché Jake si attardasse un po' a sollevare lo sguardo e notare i fluenti capelli corvini e gli occhi neri e profondi. Spazzolava i denti con movimenti energici, «Fi?»

Jake aveva sollevato entrambe le sopracciglia, mentre ammirava divertito ciò che aveva davanti e allo stesso tempo tentava di scacciare l'immaginario che si era insinuato nella sua mente, dove le due ragazze si divertivano, ma come piaceva a lui. «Ehm, sono Jake... Cercavo Jess... Jessica... Sono un amico. Abita qui?»

Senza mollare lo spazzolino, la ragazza si era girata, alzando la voce, noncurante del fatto che l'avrebbe sentita tutto il palazzo, «-hess?»

La padrona di casa aveva sbuffato scuotendo la testa e aveva fatto cenno al ragazzo di entrare. Era andata in bagno a terminare la sua igiene orale mattutina, e tornata in soggiorno, aveva di nuovo chiamato l'inquilina a gran voce, il tutto senza nemmeno mettersi qualcosa addosso, per la gioia degli occhi di Jake.

Dato che non giungeva alcuna risposta dall'altra stanza, la ragazza era tornata in salotto, «Mi sa che è un po' presto per lei. Sei un suo amico? Perché se lo fossi, lo sapresti»

«Beccato»

«Tranquillo, non ti caccerò di casa. Sei troppo carino», gli aveva fatto cenno di sedersi, mentre era intenta ad aprire la finestra e accendersi una sigaretta.

Jake le aveva rivolto un sorriso di ringraziamento e aveva preso posto, «Siete tutte così sfacciate, da queste parti? Perché se è così, quasi quasi mi trasferisco»

«In questo buco?»

«Potrebbe valerne la pena», non lo aveva detto guardando la padrona di casa, non solo, almeno.

«Tu fumi, ehm... Perdonami, non ricordo il tuo nome»

«Jake. E sì, fumo, ma non a quest'ora, grazie»

La ragazza aveva sollevato entrambe le sopracciglia, il sorriso liberava una nuvoletta di fumo fuori dalla finestra, «Anna, molto piacere»

Il ragazzo si era poggiato allo schienale della sedia, mani di nuovo in tasca, gli occhi verdi intenti a guardarsi intorno. Il che non era da lui, non quando davanti aveva una bellissima ragazza mora e svestita dalla vita in giù. Eppure...

Nemmeno si era reso conto che lei lo stava studiando, arricciava le folte ciocche corvine con l'indice, ma non in modo civettuolo.

«Vado a svegliarla»

Treno Fantasma - Il PrequelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora