VERITA'
I
Anna, intenta a prepararsi da bere per festeggiare il venerdì sera, rideva tra sé e sé, «Dai, vieni fuori. Fatti vedere»
Jess era uscita dalla stanza, l'aria timida, movimenti insicuri, aveva raggiunto il piccolo soggiorno e si era posizionata di fronte all'amica, che però era ancora voltata di spalle, alle prese con il ghiaccio e il bicchiere. Sollevato il capo, era rimasta immobile, sopracciglia inarcate, «Déja-vu».
L'altra sapeva benissimo a cosa si riferisse, ma era troppo agitata e nervosa di suo, senza dover aggiungere ulteriori ricordi.
«Troppo? Dici che ho esagerato? Lo sapevo. Insomma, stiamo andando in un borgo sperduto tra le montagne, e io ci vado in pantaloni attillati, stivaletti, maglioncino corto», aveva scosso più volte il capo, stava già tornando nella sua stanza per cambiarsi, ma la voce della coinquilina l'aveva bloccata.
«Ferma lì, non ti azzardare a cambiarti»
«Sicura?»
Anna era rimasta a osservarla in silenzio, sorseggiando il drink che aveva terminato di preparare, «Povero Jake. Quasi provo pena per lui»
«Non avevi detto che era un cretino, idiota, che la vendetta era il minimo per uno come lui...», l'elenco sarebbe andato avanti a lungo, se l'altra non l'avesse interrotta.
«Lo è, ma rimane il fatto che vedere tutto questo e sapere di non poterlo avere, lo ucciderà», le iridi scure di Anna erano fisse in un punto imprecisato, la mano aveva fatto ondeggiare il bicchiere, prima di riprendere a sorseggiare.
«Gli basterà ripensare ad Ambra», gli occhi erano di nuovo lucidi, per l'ennesima volta. Lo detestava, con tutta se stessa, dato che per tutta la settimana appena trascorsa, aveva lottato contro quelle lacrime, affinché non colassero. Battaglia che l'aveva vista perdente.
«Oh, Jess, basta piangere, non merita tanto», non per come si era comportato, ma Anna lo aveva tenuto per sé.
«Non ci posso fare niente», e si sentiva una stupida. Aveva sempre preso in giro e denigrato quelle che lo facevano e non riusciva ad accettare di essere ufficialmente una di loro. Più di ogni cosa, le dava fastidio non riuscire a nasconderlo.
«Dai, vieni che ti sistemo il trucco»
Un lungo sospiro, mentre lasciava che l'amica si occupasse del ritocco artistico. «Anna»
«Cosa?»
«Sto facendo una cavolata?»
«A lasciar perdere il re dei cretini? No, nel modo più assoluto. Mai fidarsi di uno che torna dalla sua ex»
«Io intendevo... Con loro... La squadra...»
«Per quale ragione?»
«Dovrò vederlo tutti i fine settimana, e io nemmeno credo riuscirò a guardarlo in faccia. Sono l'ultima arrivata e sto già creando casini, non voglio peggiorare le cose e poi-»
«Senti, i casini li ha voluti creare lui. E ultima arrivata o meno, sei anche tu parte della squadra ora, ti adorano. Senza contare che con Dave ci sei cresciuta e con Myk-», un sorriso malizioso, prima che l'altra la interrompesse subito.
«Smettila»
«Comunque sia, non sei nella squadra solo per Jake. O meglio, non ci sei rimasta solo per lui»
Le piaceva quello che faceva, e aveva finalmente conosciuto persone con le quali era riuscita a instaurare un forte legame sin dai primi momenti. Non poteva passare tutto il tempo in casa con lei, anche se ad Anna di certo non dispiaceva, non del tutto, non fosse per il fatto che si era creata un guscio, in quell'appartamento, dal quale non era ancora mai uscita e, in parte, si sentiva responsabile. Condizione che si era ribaltata quando aveva conosciuto quei ragazzi e temeva che se avesse abbandonato, quel guscio interiore sarebbe diventato la sua dimora.
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Treno Fantasma - Il Prequel
ÜbernatürlichesCome si sono conosciuti Jess e gli altri? Cosa li lega così profondamente gli uni agli altri? Cosa è successo tra Myk e Jess? Perché Jake è così sulle sue? E qual è il passato traumatico che Jess si porta alle spalle? Ma soprattutto, cosa diamine è...