FESTA

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HARRY'S POV

Quella mattina mi alzai frastornato. Erano successe troppe cose. Dalla storia di mio padre che non avrei raccontato più a nessuno a quel gesto di America. Entrai subito in bagno e scappai a scuola. Volevo rivederla. 

Appena arrivato la aspettai in aula come sempre. Dopo poco entrò con un sorriso stanco stampato sul viso. In quel momento potei confermare la mia tesi: che ero fottutamente cotto, cottamente fottuto di lei. Si sedette vicino a me gettando i libri sul banco con un tonfo. Il suo maglione emanava il solito odore di fumo, ma mi ero abituato ormai. Quasi mi piaceva.

-Ciao secchione-sussurro per non farsi sentire dagli altri.

-Ehi- le risposi con un sorriso a 35 denti.

-Cupcake- imitò la mia faccia inclinando la testa.

-Davvero ho la faccia da cupcake?

Annuì semplicemente perché Chaney era arrivato:

-Bene ragazzi, dato che per la giornata di oggi sarete immersi nei preparativi della festa, spiegherò senza assegnare- la classe urlò all'unisono per la gioia battendo le mani sui banchi- calma ragazzi, perché oggi parleremo di Emily Dickinson.

Il professore parlò per tutta l'ora della poetessa citando le più belle frasi. Una mi colpì particolarmente e la scrissi sul quaderno:"sarei più sola senza la mia solitudine". La sua intelligenza mi ricordava (per qualche ragione contorta) America. Quella frase mi ricordava lei.

La mattinata passò in un lampo e dopo esserci separati alla fine dell'ora ci incontrammo in mensa. Prendemmo un po' di cibo e ci fiondammo fuori sulla solita panchina. America mangiava la sua mela accompagnata da una sigaretta. Sapeva che vederla fumare non era il mio hobby preferito, ma la lasciavo sempre fare. E dopo aver ribadito la sua disapprovazione nei confronti della zuppa di pollo, disse:

-Credo di aver trovato quello che ci serve per la festa- prese il telefono dalla tasca sbloccandolo velocemente.

-Quindi scherzavi ieri quando parlavi di ketchup e hot-dog?- chiesi sinceramene sollevato.

-Harry è la tua prima festa. Non vorrei mai rovinartela con le mie stupide idee. 

Iniziò a scorrere nella galleria e ad un tratto mi ritrovai il suo telefono davanti alla faccia.

- Ed è per questo che ti propongo due sexy cow-boy. I costumi sono già disponibili nel mio armadietto-disse soddisfatta.

Nella foto c'erano Woody e Jessie di Toy Story. Sorridendo mi ricordai i vecchi tempi.

-Ci sto-risposi fissandola negli occhi color mandorla.

Al suono della campanella America mi salutò entrando nell'edificio. Anche il pomeriggio trascorse tra gli sguardi di Charlie e persino di Dick-Dal Triste Nome e Susan. La voce che avrei partecipato alla festa si era sparsa in fretta e mi aspettavano tutti tranne quelli come me. Dopo aver preso il costume che America aveva misteriosamente recuperato (era lei stessa un mistero) andai  a casa in tram.

AMERICA'S POV 

La scuola di notte era molto più attraente. Aspettavo Harry davanti alla palestra che iniziava a riempirsi. La musica era già abbastanza alta e potevo sentire la puzza di alcol di alcuni tipi del liceo. Faceva freddo, così cercai di scaldarmi con solo una sigaretta. Mentre iniziavo a chiedermi che cazzo ci facessi vestita da cow-girl in mezzo a quella gente , vidi una sagoma conosciuta che si avvicinava un po' impacciata. Harry. Lo presi per un polso avvicinandolo alla luce della pseudo-discoteca per vedere le sue cow-condizioni. Mi stupii appena vidi i suoi capelli che cadevano disordinatamente sulla fronte, il cappello di Woody che li copriva e non aveva gli occhiali. Sfiorai istintivamente il suo volto confermando che no, non era un miraggio. Sorrise arrossendo forse anche a causa della mia faccia da muflone incantato.

-Come sto?

-Sei...stai...senza occhiali-la stupida che balbetta- stai bene comunque.

Fummo trascinati in pista da quella marea di persone. Mi muovevo come una cretina sulle note dei Rolling Stones scuotendo a destra e a sinistra le lunga treccia, mentre lui mi seguiva limitandosi a guardarmi ridendo. Eravamo circondati da unicorni, principesse, streghe che ci fissavano. Ma non importava. A chi importava ormai?

Gli alcolici giravano e ogni tanto ne prendevo un sorso. Harry invece guardava passare i bicchierini davanti ai suoi occhi e li guardava disgustato. Dalla musica forte passarono a dei noiosi lenti, c'era chi si appartava, chi invece cercava il suo partner. Andai verso il bancone per vedere un po' la situazione. Mi voltai nella direzione in cui avevo visto Harry per l'ultima volta. Ma non era lì. Era più infondo con lo sguardo perso, da cretina l'avevo lasciato solo per un attimo. Un attimo che bastò per far avvicinare Charlie. Iniziò a strattonarlo minacciandolo. 

-Se cercavi me, eccomi- gridai per allontanarlo.

Charlie gridò il mio nome con il suo ghigno soddisfatto e si avvicinò. Mi prese dalle spalle stringendomi come un'arancia e io strizzai gli occhi per non vedere quella faccia. Ma proprio mentre mi si stava avvicinando alla bocca, non sentii più la sua presa. Aprii gli occhi e vidi Harry con una bottiglia in mano, la rabbia descritta dagli occhi. Charlie invece era a terra mezzo svenuto e tutta la gente che lo circondava. Incrociai lo sguardo di quello che era diventato il mio complice e mimai di andare via. 

Harry Styles, quel ragazzo che fino a qualche ora prima aveva una montatura da nerd mi aveva praticamente salvata.

Corremmo per qualche metro finché non afferrai il suo braccio per la stanchezza. Non ce la facevo più. Mi avvicinai ad Harry abbracciandolo. Charlie era proprio quel tipo di persona che ci portava a unirci. Lui mi strinse come non aveva mai fatto. Sentivo il suo cuore battere forte così alzai la testa. Davanti a me i capelli più lunghi del solito gli ricadevano ora sulla mascella. Mi sedetti su un muretto alto aspettando che arrivasse. Si avvicinò sempre più quasi come se non mi avesse visto.

-Ora sono io la stupida che ti ringrazia.

-Non sei stupida-disse con quella voce grave e timida.

-Si che lo sono, una emerita 

Quel "cretina" che stavo per pronunciare rimase nella mia mente perché Harry si era avvicinato a tal punto da togliermi il fiato. Le nostre labbra erano poco distanti ma bastò un attimo per colmare quello spazio. Sentii il calore della sua bocca sulla mia e una mano che mi stingeva la nuca con delicatezza. Ricambiai quel bacio inaspettato perché non avrei potuto fare altro davanti a una persona del genere. 

Ci allontanammo guardandoci negli occhi. Volevo baciarlo ancora ma mi limitai ad abbracciarlo per sentire il suo battito che era ancora più forte e veloce. 

Tattooed Heart ||Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora