"Mai frequentare un Gallagher!"

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POV MICKEY
Ci risiamo. Terry Milkovich, ovvero mio padre, continua a cambiare lavoro malgrado sia un perfetto psicopatico. E ovviamente tocca a me preparare le decorazioni per l'inaugurazione. Quest'anno ha deciso di fare il panettiere. E domani? Diventerà un modello per mani? probabile.
Mia sorella Mandy non è mai in casa, e quindi tocca a me aiutare papà con i suoi disturbi mentali.
Avremmo anche un altra sorella nella lista Milkovich se non fosse che è stata cacciata di casa. Molly infatti vive con la zia e secondo papà è un ripiego per la famiglia per il semplice fatto che fin da piccola, Molly pensava di essere una femmina ma in realtà mia madre, grazie ai medicinali ha fatto credere a Mo di essere una bambina. Quindi in realtà ho un fratello e una sorella. Famiglia per bene la mia.
Che dire, mia madre è morta per disturbi mentali e mio padre farà la stessa fine.
«Mammoletta, porta su lo scatolone azzurro!»
Mammoletta, continua a chiamarmi mammoletta.
«Adesso stupido idiota.»
con disappunto, prendo la scatola -tra l'altro pesantissima- e la porto su, salendo un gradino alla volta.
«Questa?»
«Si ma cambiati la camicia, sei così orribile»
«Eh, fingo di non aver sentito»
continuo dopo un secondo «dove appoggio questo?»
«dove cazzo ti pare»
«Va bene qui?» indico il tavolo in cucina.
«Ho detto che non mi interessa»
«Daccordo Terry»
«Mi chiamo Terry Jeny Milkovich»
«Okay TJ»
«Divertente, MM»
«Abbiamo tre persone in famiglia che potrebbero firmarsi così»
«Tua madre si chiamava...»
Non se lo ricorda. Malato.
«la terza è Molly»
«Molly chi? ah, tuo fratello transessuale? non credo di conoscerlo»
«non è colpa sua. Ma di sua madre»
«è colpa sua se è nata»
«tu hai contribuito a farla nascere o sbaglio?»
«è stato un terribile sbaglio. Lady Oscar può andare anche a tingersi i capelli di giallo»
«sei così acido, somigli a Frank Gallagher»
«non nominarmi quel disagiato»
«perché?»
«è un rincoglionito che possiede sei figli e nemmeno se ne frega»
«parli tu che hai una figlia undicenne e nemmeno ti ricordi e non ti accorgi nemmeno che Mandy non è mai a casa»
«dove cazzo sta Mandy?»
«chiedilo a lei»
«okay, vai ad ucciderti»
«amore per il proprio figlio?zero. Sei come Frank»
«una cosa: non frequentare mai un gallagher, sono come veleno» continua un attimo dopo
«apri quello scatolone e portalo fuori»
Prendo lo scatolone con entrambi le mani e lo appoggio sulla veranda. Stanco, mi siedo su un gradino, e appoggio la testa sul lato sinistro della scatola. Un attimo dopo si avvicina un ragazzo con i capelli rossi, paonazzo, alto, magro, occhi marroni in punta di piedi:
«"non frequentare mai un Gallagher!"»
«Ti conosco?»
«no ma ho sentito nominare la mia famiglia e così sono passato a dare un'occhiata»
«tu saresti un Gallagher?»
«Ian Gallagher, piacere»
gli stringo la mano con forza, ma lui sembra non ricambiare.
«Michael Milkovich»
«lo sapevo già. Conosco tua sorella»
«Mandy?»
«È sempre a casa mia»
«davvero?»
«si. È con mio fratello Philip»
«ah giusto, Lip Gallagher»
«È così famoso?»
«no ma tutti parlano di Lip almeno una volta. Perfino io»
«Davvero? e cosa dici?»
«che è figo»
«è mio fratello, certo che è figo»
«beh tu non lo sei quanto lui»
«me ne farò una ragione»
«Quanti anni hai?»
«non te lo dico»
«posso farti una domanda?»
«spara»
«ma sei fidanzato con Susy Birthfoeremy?»
«no. Quella è una brufolona obesa. Poi nemmeno mi interessa avere un ragazza»
«che vuoi dire?»
«sono gay. E lo sa molto gente.Tranne mio padre, ovviamente»
«perché non glielo dici?»
«ha sbattuto mia sorella di casa solo perché è una finta femmina. Credimi, ho buone ragioni per non dirglielo»
«capisco.»

«Domani sera ci sarà l'inaugurazione della panetteria di mio padre. Passa se ti va. Street 34, ore sei e trenta. »
«ci sarò»
«okay»
«è stato davvero bello conoscerti, sei un ragazzo a modo»
«si vede che non mi conosci. Ho iniziato a fumare a tredici anni e ho picchiato molta gente»
«anche io, credimi»
«tu? fatico a crederci»
«vuoi vedere?»
«permettimi»
lo prendo da sotto la pancia e lo alzo da terra.
«Smettila!» mi dice lui ridendo.
«ti faccio dimenticare il tuo nome»
«see»
«come ti chiami?»
«Sei serio?»
lo metto giù e ricominciamo a ridere.
«sei forte»
«grazie anche tu»
«bene. Ci vediamo domani!»
Mi stringe la mano e si allontana verso casa sua.
Okay. É un bravo ragazzo. Okay. É un bel ragazzo.
Ma questo non significa che diventeremo amici, credo.
Sto per andarmene quando mi accorgo che Ian ha lasciato il pacchetto di sigarette sopra il gradino. Domani glielo porterò, ed intanto, mi segno il suo numero. -dato che è stato scritto sul pacchetto a caratteri decifrabili-
Ecco. Sul mio cellulare ho un nuovo contatto: IAN =)

Heart Attack || GallavichDove le storie prendono vita. Scoprilo ora