Capitolo 2: Rosa appasita

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Non tutte le rose hanno le spine

Le ore passavano ma ero sempre in quella stanza dalle mura alte e possenti,mi sentivo intrappolata in quella 4 mura, perché ero così perché ero rotta, non so perché sono così fragile, mi si può tenere in pugno e sfrantumarmi molto facilmente, perché infondo la mia bontà mi rendeva fragile,devi essere più forte mi ripetevo in testa ogni volta, ma poi se mi si tocca un punto del mio passato divento fragile,come un bicchiere di cristallo.
<<Bene può tornare a casa , abbiamo prenotato una visita con un dottore specializzato in ciò, domani mattina alle 9>>disse un infermiere
La madre di Noa non esitò a ringraziare,nel mentre Noa rimase confusa,per i suoi pensieri,per ciò che aveva effettivamente,ma sembrava non preoccuparsi di poter avere un problema grave, piuttosto si stava preoccupando di Niall,si domandava se lui ora che fosse in ospedale l'avesse pensata,se lei fosse ancora nei suoi pensieri.
Nonostante i giorni passavano,Noa era sempre in quella agonia,ma lei non sapeva che infondo era forte,non era da tutti passare tanto e avere sempre la forza di sorridere <<Hai sempre quel sorriso stampato in faccia,non fartelo togliere da nessuno>> gli disse Crystal un giorno,quelle parole le conservò come perle. Noa era diversa dalle altre,non era menefreghista,anzi a lei importava di più degli altri che di sé,ogni parola importante la conservava dentro di sé, c'era sempre per tutti,si ricordava ogni piccolo dettaglio di ogni persona,le studiava per cercare di non ferirle e capirle al meglio,si impegnava così tanto per gli altri,ma chi si impegnava per capire lei? forse solo Sole, nonostante Sole non dimostri affetto facilmente,in piccoli gesti lo dimostra di più di quanto si potrebbe fare a parole.
Sono rotta,non sono come le altre,non sono stronza,a me importa,a me interessa davvero la felicità altrui,mi rende felice aiutare le persone. Tanto tempo fa',ero in centro,un signore straniero aveva bisogno di aiuto, nessuno l'ho aiutavano,lo giudicavano solamente,quindi io mi avvicinai e parlai con lui,parlava a malapena l'inglese,e aveva un accento arabo,mio padre è arabo quindi lo so parlare un pochino,il giusto per comunicare cose basilari,e allora con un po' di inglese e arabo lo aiutai,aveva bisogno di cibo perché gli avevano rubato il portafoglio, allora nonostante non avessi molti soldi usai tutti i soldi che mi rimanevano per farlo mangiare,per non farlo morire di fame,e gli spiegai come poter arrivare alla polizia, non dimenticherò mai le parole che mi disse per ringraziarmi ,le disse in arabo << Ringrazio Dio di averti conosciuto>>
Quel giorno fu uno dei più felici,salvare le altre persone,farle stare bene,vederle felici grazie a te ,mi rendeva la persona più felice del mondo,non mi aspetto che qualcuno mi dia in cambio questo,ma mi chiedo perché io, così gentile vengo sempre trattata con disprezzo? sono troppo buona per questo mondo o sono sbagliata io?

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