I was just a little baby "Prologo"

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Ero solo una bambina...
Camminavo fra i palazzi dell'orfanotrofio con la mano stretta dentro quella grande della guardia.
<Dove andiamo?> le chiesi.
I miei occhi girovagavano qua e là per cercare una porta che mi potesse far vedere "La grande piazza",
Veniva chiamata così dai miei amici perché era un grandissimo giardino dove i ragazzini andavano a giocare a pallone senza farsi vedere dalla direttrice "Sgonfia palloni".
<Andiamo a giocare> Mi rispose la guardia prendendomi in braccio accorgendosi che non riuscivo a stare al suo passo con le mie piccole gambette.
Arrivati nella mia stanza, la guardia Jasmine mi appoggiò sul letto rifatto stamattina con le lenzuola rosa chiaro e il cuscino con le lune sopra.
<Carol mettiti i vestiti per andare fuori> mi disse con calma senza darmi fretta.
Lei se ne andò lasciandomi lì per cambiarmi con la mia tuta grigia e rosa comprata dai miei genitori il giorno prima di fare la nanna così dicevano se chiedevo che fine avessero fatto.
Uscì dalla stanzetta appena finì di cambiarmi.
<Eccomi!>,feci un saltello vedendo Jasmine riprendermi in braccio.
<Andiamo a giocare>, io annuì poi misi la testa sulla sua spalla.
In giardino c'erano tante farfalle quel giorno.
Mi allontanai un po' da Jasmine per seguirne una.
Era tutta blu con sfumature verdi e volava come una ballerina su un palco.
<Vieni qui!> gridai felice mentre la inseguivo a gambe levate.
Quando la presi fra le mani l'accarezzai poi alzai lo sguardo per vedere quanto mi ero allontanata dall'orfanotrofio.
Quello che vidi non volevo vederlo.
Era tutto in fiamme.
Vedevo i bambini che sapevano camminare scappare poi i neonati venivano presi dalle guardie.
Jasmine non la trovai, così mi misi a piangere cadendo sul terreno bagnato per poi svenire.
🔥🔥🔥🔥
<Carol!> gridò la direttrice quando mi svegliai.
Non parlai, non sapevo dove mi trovavo.
<Carol l'orfanotrofio ormai non c'è più>.
<Gli altri?> chiesi con voce molto bassa.
<Gli altri sono stati portati di urgenza in ospedale>.
Mi guardai attorno ispezionando il luogo.
Era una grande casa con una scala fatta in legno e tutte le pareti erano tappezzate di quadre che raffiguravano famiglie e poi c'era una piccola cuccia dove stava accovacciato un cagnolino nero che mi guardava con i suoi occhi celesti chiari.
<Carol ti va di restare qua finché non troviamo una famiglia per te?>, annuì disinvolta.
<Bene allora ti faccio vedere la tua stanza>disse prendendomi in braccio perché avevo ferite alle gambe che non mi permettevano di camminare.
<LOUIS!> gridò "sgonfia palloni" mentre apriva la camera che avevo intravisto al piano di sopra.
<Mamma!> gridò il ragazzino intento a creare qualcosa con il computer.
<Vieni qui>,senza troppe storie il ragazzino, che si dovrebbe chiamare Louis, si avvicinò alla mamma e i suoi occhi sprofondarono dentro i miei.
Avrà avuto almeno quattro anni in più di me.
<Chi è lei?> fece una faccia stranita nel vedermi.
<Starà con noi, considerala come tua sorella minore>,lui sbianco poi la sua bocca carnosa e rossa si spalancò in un enorme sorriso.
<Noi andiamo mamma>,disse lui prendendomi in braccio e portandomi nella sua stanza.
Sentì la direttrice gridare: <STAI ATTENTO!>.
Louis mi mise sul tappeto della sua camera dove si sedette anche lui, di fronte a me.
<Come ti chiami?> mi chiese appoggiandomi una mano sulla spalla per poi sorridere.
<Carol> gli risposi.
<Io sono Louis è ho otto anni, piacere Carol> disse con voce allegra.
<Sono Carol e ho>,non sapevo pronunciare bene i numeri.
<Hai?> mi incalzò.
<Quattro> dissi balbettando.
<Vuoi giocare con me?> propose.
Ripensai a tutto ciò che era accaduto,il fatto che adesso mi ritrovavo dentro la casa della mia direttrice, la direttrice che mi chiudeva in stanza se facevo qualcosa di cattivo, che non mi dava da mangiare se scopriva che la notte stavo sveglia.
<Non voglio giocare.> dissi decisa.
<Vuoi dormire?> mi chiese.
<Si>.
Quel giorno mi segnò a vita.
Una famiglia non la trovai quindi ormai ero diventata parte della famiglia Yall.

SPAZIO AUTRICE:
Rega lo so che è corto ma questo capitolo è solo per dare un idea del comportamento di Carol💜

La sua luna e il suo sole.                                                      Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora