4.Jacob leem

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Guardavo il soffitto mentre canticchiavo la sua canzone preferita, la sapevo a memoria come sapevo a memoria la sua faccia.
Il soffitto era bianco e umido come tutti quelli che i miei occhi guardavano.
Il telefono squillo e fece scoppiare la mia bolla che avevo creato.
Presi il telefono e guardai lo schermo un po' rotto.
<Dimmi Louis> dissi con una voce un po' raffreddata e arrabbiata.
<Hey, vieni a scuola? Sta la tipa che ti piace> disse lui accompagnando la frase con una risatina maliziosa.
<Sì, dammi dei minuti>, chiusi direttamente e mi avviai al mio armadio.
Presi una semplice maglia nera e un jeans verde.
Andai di in bagno e mi feci una doccia veloce e poi mi lavai i denti mentre mi guardavo allo specchio.
Strinsi forte lo spazzolino e iniziai a lavarmi i denti fino a farmi sanguinare le gengive.
Sentivo un odore metallico in bocca ma ero  abituato quindi non mi feci scrupoli.
Indossai i vestiti e poi presi le chiavi della macchina mentre mi avviavo fuori.
La mia jeep nera era posizionata sul suo solito posto e stava aspettando di essere usata.
Ero affezionato alla mia macchina perché l'avevo avuta da mia madre al compleanno e lei sapeva quanto la volessi.
Salii e la misi in moto.
Si sentiva il rumore che rompeva il silenzio ed era molto terapeutico per me e non sapevo nemmeno il perché.
Ripensai a Carol e a la nostra amicizia, a cosa abbiamo passato insieme e tutto mi passò davanti come un fulmine.

Indossava un fiocco rosa per il suo compleanno a cui mi aveva invitato ed era bellissima.
Compiva 10 anni quel giorno e lei era carinissima come una bambola di porcellana con i suoi capelli biondi mossi che le ricadevano sulle spalle e gli occhi celesti che sembrassero avere occhi solo per me.
La salutai con un sorriso smagliante sul viso e mi strofinai il ciuffo ribelle che non avevo sistemato per la fretta.
<Ciao Jared!>, corse verso di me euforica e con le braccia aperte.
Odiavo gli abbracci però i suoi erano una medicina per me, infatti lei sapeva che era l'unica a cui concedevo quel gesto.
<Sei bella nocciolina> la elogiai mentre le accarezzavo la chioma folta.
<La smetti di chiamarmi così?>, mi tirò un piccolo schiaffo sulla guancia che non mi smosse nemmeno di un millimetro.
La chiamavo così perché amavo le noccioline ed era piccola come una nocciolina.
<Sai benissimo la risposta, nocciolina> dissi con una pausa ad effetto.
<Sei davvero cattivo!> lo disse con un broncio troppo carino.
La signora March la stava chiamando perché doveva fare delle foto.
<Vengo dopo! Non scappare!> mi gridò mentre correva verso la mamma.
Annuii soltanto perché sapevo benissimo che sarei andato da i miei amici: I Jets.
Erano stati invitati da Louis perché non voleva stare con gli amici di sua sorella.
<Ciao ragazzi> salutai quando mi avvicinai e li vidi a chiacchierare vicino ad una panchina posizionata al confine della terrazza dove si stava festeggiando il compleanno.
<Ciao Jared> disse Judith con un sorrisetto sulla faccia.
Aveva i capelli neri raccolti in una treccia che le arrivava fino alla schiena e le labbra carnose che erano curvate in un sorriso rivolto solo a me e gli occhi marroni mi ricordavano le montagne.
Il suo vestito era corto e nero e le arrivava a metà coscia.
"Era bella ma non come la mia nocciolina" pensai.
<Ciao fratello> mi strinse la mano Andrew con il suo solito sorriso a 32 denti e gli occhi verdi pungenti e freddi come lui del resto.
Era un ragazzo sveglio e molto solitario.
Era bello e alto con i capelli rossi che erano pettinati all'indietro quel giorno e la pelle scura e abbronzata gli dava un aspetto da figo.
Era vestito con una semplice canotta e i pantaloncini neri che gli arrivavano alle ginocchia.
<Ciao ragazzi> dissi sia a Judith e ad Andrew.
<Ci saremmo anche noi!> gridò una voce famigliare.
Megan era seduta sulla scalinata e aveva una faccia imbronciata ma perfetta come sempre.
I capelli castani con le punte colorate di verde erano stretti in una coda alta e perfetta.
Si era messa il mascara che le rendeva le ciglia folte e le donava un'espressione da più grande e il rossetto rosa sulle labbra contornate dal suo neo che adoravo.
Era seduta vicino a Louis che mi guardava felice.
<Scusatemi, come state? Non ci vediamo da una settimana!>
<I miei hanno divorziato e non sono venuto a scuola> si giustificò Andrew.
<Io mi sono fratturata il braccio> disse Judith indicando il gesso che non avevo notato.
<Io sono andata alla casa a mare di mio padre! Sapete com'è, vuole ricucire il nostro legame> disse Megan con uno sbuffo.
<Io invece ho dovuto preparare la festa di mia sorella> parlò per la prima volta Louis.
<Te lo giustifico solo perché è lei> dissi rivolto a Louis.
Sapeva quanto io volevo bene a sua sorella.
Megan e Judith alzarono gli occhi al cielo mentre si dirigevano al chiosco per prendere da bere qualcosa di analcolico.
<Finalmente siamo soli!> disse Andrew ridendo e io rido con lui.
Louis rimase serio e un po' pensieroso.
<Cosa ti succede amico?> chiesi indulgente.
<Megan mi ha di nuovo scaricato per uno del campus> ammise lui e io mi alterai un pochino.
Chi faceva male a Louis e Carol era mio nemico.
<Quanto vorrei tirarle i capelli da quella sua coda...>
Mi stoppai appena vidi che era arrivata...

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 13 ⏰

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La sua luna e il suo sole.                                                      Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora