Capitolo 1

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Controllare gli attacchi di panico

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Controllare gli attacchi di panico. Gestire la fama e la folla regalando sorrisi e stupide battute. Ecco cosa sono addestrato a fare da ormai troppo tempo. E per quanto ogni evento sembri essere a sé stante a me sembrano sempre la copia di ognuno di essi, l'uno con l'altro. Cambia il nome, forse il colore del tappeto e la location. Per il resto sono tutte urla, flash, interviste più o meno sensate e interazioni sociali di cui spesso e volentieri farei a meno. Non vedo la ragazza che frequento da qualche mese da troppo tempo e inizio a temere che anche lei come tutte le altre ben presto si stufi della mia vita da nomade e sessualmente ambito da ¾ della popolazione terrestre. Non pecco di modestia. A quanto pare piaccio davvero tanto, troppo. E sono davvero un bravo attore, devoto, scrupoloso che sa calarsi in ogni ruolo senza troppe difficoltà. E' un talento che devo riconoscermi. Ma forse è l'unico che riesco davvero a vedere di me. Quanto alla bellezza che mi viene attribuita io non so distinguerla fino in fondo e non mi importa quante persone, tabloid, media e opinioni urlino il mio trovarmi attraente: io troverò sempre qualcosa che non va nelle mie occhiaie, nel mio setto nasale deviato, nelle mie spalle troppo grosse rispetto alle proporzioni standard, nei miei fianchi che per quanta palestra io faccia rimarranno morbidi per conformazione, nel mio sedere piccolo rispetto alle cosce troppo grandi e ai polpacci troppo sottili.

-Nick fra 10 minuti nella sala conferenze-urla la voce del mio assistente al di là della porta della camera che mi hanno assegnato a bordo della nave da crociera dove si terrà questo evento bizzarro. Posti limitati, biglietto dal costo esorbitante, il tutto per trascorrere un weekend in mia presenza o meglio per sperare di incrociarmi nei corridoi o sui pontili tra un'intervista e un servizio fotografico. Non capirò mai cosa spinga la gente a investire così tanto denaro e tempo per seguire me che tutto sommato sono un ragazzo normale.


Concedersi qualche ora di assoluto riposo è l'ideale dopo l'assurdo bagno di folla a cui sono stato sottoposto sin dalle prime ore di questa giornata subito dopo essere salpato dal porto

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Concedersi qualche ora di assoluto riposo è l'ideale dopo l'assurdo bagno di folla a cui sono stato sottoposto sin dalle prime ore di questa giornata subito dopo essere salpato dal porto. Ora siamo in mezzo al mare. Hanno transennato, con buona pace e molto fastidio ben celato degli altri ospiti, l'area della piscina sul pontile superiore per riservarla a me e la mia co-attrice, bellissima donna, anche lei famosissima, ambitissima e coinvolta in questo evento sicuramente con un entusiasmo maggiore del mio. E' stata impeccabile oggi in conferenza stampa. E' impeccabile anche adesso in bikini stesa sul lettino, circondata da 3 addetti alla security accuratamente disposti per non oscurarle il sole, mentre sorseggia il drink che le ha appena servito un cameriere stretto in una ridicola divisa bianca e blu da marinaretto.

-Che hai preso da bere?-mi volto alla mia destra per rivolgere la parola. Alzo gli occhiali da sole sulla fronte per mettere a fuoco il colore di ciò che è contenuto nel bicchiere.

-Un mojito-lo agita stretto nella sua mano compiendo dei movimenti circolari mostrandomi il ghiaccio e la menta-Dovresti ordinarne uno anche tu è gratis-

-Come se il problema fossero i soldi!-le innesco una risata sincera. Sono sempre molto fiero del rapporto di rispetto e complicità che instauro con le persone con cui collaboro nel mio campo,soprattutto sul set, soprattutto se si tratta di donne affascinanti e già affermate, come nel suo caso, con cui mi sono ritrovato per esigenze di copione a toccare, baciare a far si che i nostri corpi seminudi si scontrassero l'uno contro l'altro e farla sembrare una cosa abituale e naturale. Forse sono io che sono ancora un po' troppo paranoico dietro questo aspetto del mio lavoro, ma credo davvero che una buona intesa sia alla base per una collaborazione sana, soprattutto per la mia mente e il mio animo in perenne agitazione.

-Scusa!-la mia collega e amica alza un braccio richiamando l'attenzione del cameriere-Ce ne porteresti un altro?-il ragazzo senza battere ciglio ritorna all'interno della nave dove è allestito il bancone bar e in pochi minuti ritorna tenendo su un vassoio un bicchiere speculare a quello che adesso è appoggiato sul tavolino in bambù che separa il mio lettino dall'altro. Faccio un piccolo sforzo per mettermi a sedere e lo recupero. Il cameriere dai capelli e gli occhi scuri, attende che il vassoio sia libero, se lo porta dietro la schiena-Lo so che non è il momento opportuno ma vorrei chiederle-Il suo accento è marcatamente americano-Se fosse possibile una foto, o un autografo per mia sorella che è una sua grande fan-Alzo gli occhi al cielo mostrando senza troppo celarlo, fastidio alla sua richiesta. –Più tardi-porto la cannuccia del drink alla bocca. Incassa la mia risposta. A passo svelto torna sull'altro bordo della piscina e resta in piedi in posizione ferma con l'impeccabile postura di una statua o una guardia regia sotto il sole cocente di questo luglio californiano.

-Non credo di averti mai visto o sentito rifiutare di fare una foto o un autografo-l'affermazione della mia amica arriva come una pugnalata dritta al mio orgoglio.

-Sono solo un po' stressato e non lo ritenevo un momento consono-provo a giustificarmi come se davvero questa mia scelta implicasse una spiegazione-Abbiamo praticamente barricato un'intera area della nave per ritagliarci un momento in cui sentirci due persone completamente anonime, che mi sembrava una cosa forzata, o comunque fuori luogo-

-Non c'è niente di normale nell'avere un'area piscina di una nave da crociera riservata solo per noi stessi, circondati da 8 bodyguards, lo sai, vero, Nick?-sorrido, amaramente alla sua constatazione. E' il prezzo del successo ma tutto sommato a bordo piscina, in silenzio, baciato dal sole non mi sembra un prezzo troppo caro da dover pagare.

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