Capitolo 2

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Seguire le istruzioni per uscire per vie secondarie ed evitare la folla che ti assilla è una missione ardua, complessa e ingarbugliata esattamente come le scale di servizio riservate al personale in cui ci costringono a salire e scendere

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Seguire le istruzioni per uscire per vie secondarie ed evitare la folla che ti assilla è una missione ardua, complessa e ingarbugliata esattamente come le scale di servizio riservate al personale in cui ci costringono a salire e scendere. Per carità, qui l'ambiente è piuttosto selezionato e la maggior parte sono addetti alla stampa, persone legate al mondo dello spettacolo, gente facoltosa e di tutto rispetto e qualche fan fortunato ma piuttosto discreto, eppure talvolta mi sento soffocare e adesso tutto quello di cui sento il bisogno impellente è di una boccata d'aria. Pontile 3 a poppa, uno dei meno illuminati e frequentati. Spalanco la porta di legno da saloon e per prima cosa lascio che l'aria fresca mi entri nei polmoni. Sbottono il primo bottone della camicia azzurra che indosso. Mi sgranchisco il collo. Mi guardo intorno. Sembra tutto molto tranquillo. In fondo alla balconata ci sono un paio di persone disinteressate alla mia presenza che chiacchierano amabilmente. Il sole è già tramontato da un po' ma il cielo mantiene ancora qualche striatura violacea di sole prima che cali del tutto la notte.

-Come mai qui?-sobbalzo alla voce maschile che mi coglie di sorpresa alle spalle-La cena non è di suo gradimento?-

-No, si-balbetto-Volevo solo fare due passi-metto a fuoco la presenza che ha preso ad affiancarmi realizzando che si tratti dello stesso ragazzo, il cameriere, che nel primo pomeriggio della giornata mi ha servito il drink e al quale ho risposto un brusco "no" alla sua innocente richiesta-Per quanto riguarda l'autografo...-

-Non si preoccupi-sorride continuando a perscrutare l'orizzonte nella mia stessa direzione-Non era un buon momento-

-Diamoci del tu-mi volto a guardarlo constatando quanto mi sovrasti di qualche centimetro nonostante non sia notoriamente basso con il mio metro e 83 cm di altezza-Suppongo che tu sappia già il mio nome-

-Conosco perfettamente il tuo nome, la tua data di nascita, le tue origini, tutti i tuoi film o serie tv in cui prendi parte, so praticamente ogni cosa sul tuo conto come se fossi un mio parente-ammette con il sorriso fatto di denti candidi-E non per mia volontà o perchè sia uno stalker, sta tranquillo, ma a causa delle mie sorelle che ti adorano come se fossi una cazzo di divinità e ho poster della tua faccia sparsi in quella che era anche la mia cameretta nella mia casa natale-mi stropiccio gli occhi divertito dalle sue parole-E non solo della tua faccia-so che sta alludendo a qualche foto di me non proprio vestito recuperate da qualche scena in cui ho recitato- Comunque il mio nome è Taylor-ci stringiamo la mano calorosamente.

-Taylor-ripeto ad alta voce-Dove l'hai lasciato quell'adorabile divisa da marinaretto che ti faceva sembrare una specie di sailor moon?-

-Hai ragione-annuisce-La divisa del mattino è terribile e a 32 anni suonati dovrei avere un permesso speciale per evitare di andare in giro con indosso quella roba al dir poco oscena-

-Ne hai una anche per la sera?-

-Almeno quella è blu scuro-specifica-E comunque se non mi vedi indossarne nessuna delle due è perché in questo momento non sono in servizio-

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