Ma quando ho alzato la testa mi sono ritrovata il cane davanti a me.
Gli occhioni grandi del Labrador marrone cioccolata ci stavano guardando curiosi ma senza avvicinarsi.
Io ed Elisa siamo rimaste immobili nella speranza che andasse via da solo, ma a quanto pare la curiosità del cane era al suo fulcro. Ha iniziato ad annusarci ma noi non ci siamo mosse, finché non mi è venuto un colpo di tosse. Ho sgranato gli occhi quando ho sentito il fastidio alla gola e mi sono premuta entrambe le mani sulla bocca, Elis mi ha guardato con gli occhi spalancati. Rino riuscita a reprimere tutti i suoni ma stavo per soffocare se non potevo prendere una rumorosa boccata d'aria. Il cane ha visto i miei spasmi e ha piagato la testa da un lato, quando ha visto le mie lacrime per lo sforzo ha cominciato ad abbaiare.
I nostri cuori hanno fatto un tuffo nella stomaco e ci siamo guardate nel panico, non sapendo cosa fare.
"Che c'è bello?" uno degli uomini ha chiesto. Eravamo in panico, il cane si era seduto davanti a noi e non dava cenni di volersi spostare.
Ho guardato Elisa negli occhi, dovevamo farlo noi.
Le ho fatto un cenno con il mento e velocemente ci siamo alzate, il cane ci ha imitato ma lo abbiamo ignorato e ci siamo allontanate il più possibile verso i nostri amici.
"E voi chi siete?" Ha chiesto una voce maschile dietro di noi mentre c'è la filavamo con la schiena piegata per non dare nell'occhio.
Ci siamo bloccate e lentamente ci siamo voltate, era il signore che prima stava parlando al telefono.
Noi siamo rimaste mute e ci siamo prese per mano. Le ho stretto la mano due volte e quando Elisa si è voltata a guardarmi le ho sussurrato "Dobbiamo andarcene senza gli altri" lei ha fatto un piccolo cenno e ci siamo voltate verso l'uomo che ci stava guardando.
"Siete sorde per caso? Vi ho fatto una domanda" ha detto lui mentre si avvicinava verso di noi.
Ho mollato la mano di Elisa e le ho dato una spinta al braccio, lei si è messa a correre verso la porta che dava sulla tromba delle scale facendo il giro largo per non farsi prendere le signore davanti davanti a noi.
"Cazzo, dove credi di andare?" fa detto lui preso alla sprovvista, si è girato per inseguirla ma appena mi ha voltato le spalle gli ho corso affianco e ho seguito Elisa.
"EI VENITE SUBITO QUI!" ha urlato lui da dietro di noi, ma noi stavamo prendendo velocità per allontanarci il più possibile e scappare.
Quando abbiamo raggiunto la porta la abbiamo aperta e ci siamo fiondate a fare gli scalini.
Un proiettile si è piantato sul muro a cinque centimetri dalla mia testa e solo allora ho visto che l'uomo con cane ci stava correndo dietro con una pistola in mano e il primo inseguitore la stava tirando fuori.
Ero nel panico, avevo troppa adrenalina in corpo per pensare correttamente, il mio istinto mi gridava SCAPPA ed è quello che stavo facendo.
"NON TI FERMARE, SONO ARMATI" ho urlato ad Elisa mentre letteralmente volavano giù dalle scale da quanto velocemente stavamo correndo.
I due uomini hanno continuato a spara ci ma sbagliavano sempre per fortuna.
Non avevo idea di quanti piani avessimo fatto ma sembrava che stessimo correndo da ore, ad un certo punto siamo arrivate su un pianerottolo e la tronba delle scale continuava dall'altro lato del piano, quindi dovevamo fare tutto il corridoio per raggiungerle.
Non ci siamo guardate indietro e abbiamo continuato a correre, ma stavamo rallentando, eravamo stanche e prima o poi una delle due avrebbe messo il male il piede, era una cosa certa.
"Appena prendiamo le scale rallentiamo un po', richiamo di farci male" ho detto ad Elisa mentre cercavo di riprendere fiato senza rallentare la corsa per raggiungere le scale.
All'improvviso una porta si è aperta mentre ci passavamo affianco, mi sono girata per vedere chi stesse uscendo e vorrei non averlo mai fatto.
Una decina di uomini in giacca e cravatta sono usciti dalla porta e ci hanno guardate perplessi, nello stesso istante sono arrivati i due uomini che ci stavano inseguendo dalle scale e hanno urlato "PRENDETELE, CI STAVANO SPIANDO".
Era tutto un malinteso ma non ci tenevo a fermarmi e spiegarlo a chi mi stava puntando la pistola addosso.
Gli uomini appena hanno sentito quell'ordine si sono messi a correre dietro di noi ma siamo riuscite ad arrivare alla tromba di scale in fondo al corridoio.
Mentre finivamo gli ultimi piani del grattacielo le nostre gambe ci hanno abbandonato, siamo entrambe cadute giù per l'ultima rampa di scale.
L'uscita era la, davanti a noi, ma non c'è la facevano, Elisa era vicina ad avere gli sforzi di vomito e tremavamo entrambe per la stanchezza.
Mi sentivo le gambe pulsare e le caviglie erano gonfie. Merda.
Erano quasi dietro di noi, li sentivamo ansimare per lo sforzo e urlare per incoraggiarsi a continuare e non lasciarci scappare. Avevo paura, tanta paura.
Non so con quali forze sono riuscita ad alzarmi appoggiandomi al muro e ho tirato su Elisa incoraggiandola. Ansimavamo entrambe e tutto quello che avevamo bevuto prima ci era salito alla testa, vedevo tutto che girava e non riuscivo a camminare dritta e lei diceva cose a caso sottovoce.
Mi sono concentrata e ,tenendole il braccio sinistro per non farla cadere, mi sono avviata barcollando verso la porta di uscita.
Le mie gambe erano pesanti, mi girava la testa e vedevo tutto muoversi, ma dovevo portarla fuori da qui.
Sono riuscita ad afferrare la maniglia della porta e appena ho cominciato a tirarla verso di me per aprirla ho sentito qualcosa di freddo appoggiarsi al retro della mia testa sotto lo chignon.
"Ti conviene stare ferma, ragazzina,non andate da nessuna parte" ha detto un uomo dietro di me.
Io ormai non capivo più niente, volevo solo distendermi per terra e chiudere gli occhi, ma ho cercato di resistere alla voglia di farlo.
Mi sono girata verso l'uomo e appena ha visto in che condizioni eravamo ha abbassato la pistola e ci ha prese entrambe per un braccio.
Gli altri uomini erano messi a semicerchio ci hanno osservato mentre l'uomo che ci teneva ci ha costretto in ginocchio. Anche se in verità ci stava tenendo lui dritte perché ormai eravamo completa andate.
"Portatele su" ha detto.
Qualcosa di duro mi ha colpito ma nuca e ho sentito l'impatto con il pavimento, poi buio totale.
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NOT TODAY
AdventureIris è una ragazzina di 15 anni che ha un brutto rapporto con la madre , uno ancora peggio con i compagni di classe e l'unica cosa che la far star bene è uscire con i suoi amici di infanzia con i quali però ha modi discutibili per divertirsi. Se le...