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"Portatele su" ha detto.

Qualcosa di duro mi ha colpito ma nuca e ho sentito l'impatto con il pavimento, poi buio totale.

Quando ho riaperto gli occhi era buio, avevo mal di testa e avevo le mani legate tra di loro davanti a me.

Ho sbattuto le palpebre e ho capito che avevo un sacchetto della spazzatura in testa. Che schifo.

La stanza in cui ero era nel completo silenzio. Dov'è Elisa? E i ragazzi?
Mi sono agitata per liberarmi le mani e togliermi il sacchetto ma i miei polsi erano legati ben saldi.

"È inutile, non puoi allentare il fil di ferro" ha detto una voce all'improvviso alla mia destra.

Sono sobbalzata per lo spavento e mi sono girata verso la voce. Mi stava osservando fino ad adesso?

Una sedia ha scricchiolato e ho sentito dei passi avvicinarmisi. Qualcuno mi ha preso il sacchetto dalla testa e l'ha sfilato.
Ho chiuso gli occhi dall'intensità della luce a led che c'era nella stanza.

La stanza era piccola, c'era solo una sedia e l'uomo che aveva parlato che ora era di fronte a me che mi osservava attento.

"Ti conviene cominciare a parlare ragazzina" mi ha preso il viso con una mano e ha cominciato a stringere.

I suoi tratti si sono induriti, mi stava fissando fin dentro l'anima.

Sono rimasta zitta, avevo paura.
Cosa avrei dovuto dirgli poi? Siamo degli adolescenti che si divertono ad entrare negli edifici abusivamente e farci le canne nel mentre?
Non mi crederà mai. Intanto ci provo però.

"Noi volevamo solo farci una canna" ho detto a voce bassa. Ha mollato la presa sul mio viso e si è allontanato girandosi di spalle.

Forse riesco a colpirlo e a scappare se avessi qualcosa che sembri un arma.
Ma anche se lo facessi probabilmente ci saranno tutti gli uomini di prima fuori dalla porta che mi aspettano e chissà cosa mi faranno dopo che li abbiamo fatti correre così tanto. Di sicuro non inizierebbero una conversazione amichevole.

L'uomo si è passato una mano sui capelli e si è girato verso di me.

"Presupponiamo che sia la verità...perché proprio questo palazzo?" ha incrociato le braccia per intimorirmi e ci è riuscito. Un suo braccio probabilmente era grosso quando una mia gamba, e io faccio pallavolo.

"Sappiamo che è stato inaugurato da poco e ci abitano poche persone a volevamo solo salire e fumare in tranquillità, non avevamo cattive intenzioni lo giuro" ho detto tutto velocemente senza prendere pause perché temevo che se lui avesse mal interpretato mi avrebbe tranquillamente staccato la testa con le mani.

Lui ha alzato il sopracciglio, stava pensando se ciò che avevo detto potesse essere vero.

"Finché non saremo sicuri che ciò che hai detto è vero resterete qua" ha detto per poi girarsi e uscire dalla stanza. Chiudendo a chiave ovviamente.

Sono rimasta in quella stanza per due giorni, mi portavano pranzo colazione e cena regolarmente ma l'uomo incaricato cambiava ogni pasto e dopo aver mollato il vassoio vicino a me mi ignoravano e uscivano, come se per loro fosse una cosa normale.

Forse era così. Chissà che razza di casino ci eravamo cacciati, una cosa era certa però, era molto più grande di noi e non ne saremo usciti senza conseguenze, non questa volta.

Il terzo giorno lo stesso uomo dell'interrogatorio è tornato per farmi altre domande, ma io rispondevo sempre alla stessa maniera volevamo farci una canna sul tetto e non avevamo idea di chi fossero loro e di cosa facessero.

Nel tempo vuoto che avevo principalmente dormivo o mi allenavo.
Perché? Non ci tenevo ad essere mangiata viva dalle preoccupazioni quindi mi "tenevo impegnata".

Giorno 4.
La colazione non è arrivata, il pranzo nemmeno e io sto morendo dentro dalla preoccupazione.

All'improvviso c'è stato un boato e ho sentito delle voci che urlavano freneticamente, passi, e persone che correvano e spari.

Appena si sono aperti gli spari mi sono raggomitolata dell'angolo più lontano dalla porta e ho cominciato a pregare. Non sono credente ma avevo bisogno di aggrapparmi a qualcosa per non avere un attacco di panico.

Gli altri? Stanno bene? Li hanno già liberati? Sono ancora qua? Sono stati uccisi? Sono scappati? Sì sono dimenticati di me?

Troppe domande e questo non era il momento giusto.

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