Make me yours

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Il sole era appena apparso da dietro le nuvole, facendo capolino nel cielo pallido. Crystal guardò fuori dalla finestra e sorrise malinconicamente. Forse quella sarebbe stata una buona giornata.

Non molto distante dal vecchio appartamento di Michael, nella propria casa piccola ed accogliente, Cody se ne stava pigramente sdraiato sul divano, sulla pancia, e il fidanzato sopra di lui, le sue lunghe braccia strette attorno alla vita.

- Cody... - sussurrò al suo orecchio, roco, e il biondo alzò appena il capo.

- Hm?

- Mi dispiace davvero tanto per quello che è successo a Crystal... se ti accadesse una cosa del genere credo che morirei anch'io, senza di te.

Il ragazzo dagli occhi grigi deglutì e riabbassò la testa.

- Davvero? - chiese, lasciandosi arruffare i morbidi capelli biondi da Michael. La sensazione della sua grande mano sulla testa... era qualcosa di indescrivibile.

Lui annuì.

- Davvero. Non posso vivere senza di te, Cody. Ti amo.

Cody si rigirò sotto di lui e intrecciò le dita alle sue.

- Anch'io ti amo, Michael - disse semplicemente, baciandolo sulle labbra con tutta la dolcezza possibile. Dentro di sé gli mancavano le parole. Okay, che Michael lo amasse ora ne era certo. Ma non gli aveva mai detto di non poter vivere senza di lui.

Il castano si leccò le labbra con aria maliziosa. Il fidanzato era sicuro: stava per dire qualcosa che avrebbe guastato la tenera atmosfera aleggiante su di loro.

- Ma anche stare senza il tuo bel fondoschiena sarebbe un vero problema - affermò infatti Michael, prima di strusciarsi sul suo bacino.

- Ah! Michael! Sei il solito pervertito!!!

~~~

Ed ecco ricominciare il tranquillo tran-tran di tutti i giorni, la routine ormai fin troppo noiosa. Era da poco passato Natale, e tutti non vedevano l'ora della fine dell'anno per godersi qualche giorno di vacanza coi familiari e festeggiare un po', fare baldoria.

A Michael il lavoro iniziava a pesare non poco, aveva un bisogno davvero estremo di staccare e prendersi una pausa, non tanto per il lavoro in sé, quanto per il proprio capo che pareva aver sviluppato un certo interesse per Cody e non lo lasciava un attimo in pace, tartassandolo di proposte di uscire insieme mascherate da 'ci-prendiamo-qualcosa-da-bere-dopo-il-lavoro-?'.

Lui peraltro non era affatto cambiato, era ancora, e ciò lo diceva sospirando, il solito ingenuo. Per fortuna che il piccolo principe lo teneva d'occhio e gli faceva la guardia, non permettendo a nessuno di toccare una sua proprietà.

Quel mattino era particolarmente di cattivo umore, visto che il computer non ne voleva sapere d'accendersi e Cody era sparito chissà dove. Il bello era che non appena si alzava per andare a controllare dove fosse quello sembrava partire, per poi tornare ai suoi scherzetti beffardi giusto quando si risedeva.

Infido bastardo.

In quel momento, stufo di osservare con fare accondiscente i capricci del computer, decise di andare a prendersi un caffè. Di sicuro non gli avrebbe fatto male.

Mentre andava alla macchinetta, vide qualcosa che gli fece a dir poco salire l'omicidio. Istantaneo. Il capo aveva inchiodato Cody al muro, una mano poggiata accanto alla sua testa e un'ambigua espressione sul volto. Il dolce biondino sembrava leggermente preoccupato.

Non appena i suoi occhi grigi incrociarono il suo sguardo, essi lo supplicarono di aiutarlo. Michael finse di non vedere l'occhiata che gli lanciò e fece ogni cosa con calma quasi esagerata, fermandosi poi a spiarli mentre sorseggiava il caffè.

- Allora? Usciresti con me... come partner fisso?

Cody scosse la testa con poca convinzione, facendo ondeggiare i serici capelli biondi. Perché diavolo Michael se ne stava quieto ad osservarli, invece di intervenire come faceva sempre?

- Mi dispiace, sono già impegnato.

- Impegnato? Non l'ho mai vista...

Certo che no, è un lui...

- Non è esattamente un estraneo per entrambi... - si lasciò scappare il biondo.

Il ragazzo dagli occhi caramello sorrise da dietro il bicchierino di caffè.

E bravo il mio angioletto...

- Ah sì? Be', ma ci guadagneresti di più a metterti con me - insistette il suo superiore. Cody si chiese come potesse rifiutarlo una volta per tutte senza correre alcun rischio, né lui né Michael.

Michael sospirò. Aveva finito il caffè.

- La mia offerta è sempre valida. Mi piaci molto. Pensaci, Cody - disse allora il capo, e lo baciò. Sulla bocca. Il castano esplose, all'improvviso.

Raggiunse il fidanzato a grandi passi e, spinto via il proprio superiore, strinse Cody fra le proprie braccia.

- Cody è mio - sibilò, furioso - e un no vuol dire no.

Egli li guardò a bocca aperta, prima di riacquistare contegno.

- Tutto ciò avrà serie ritorsioni, Michael! - sbraitò, prima di girare sui tacchi, diretto verso il proprio ufficio.

Il ragazzo dagli occhi grigi rimase immobile, come ghiacciato sul posto. Tutto ciò che non desiderava accadesse era successo in quel preciso istante, e sarebbe stata tutta colpa sua.

Michael lo mollò all'improvviso, lanciando un'occhiata torva a non si sapeva bene chi o che cosa, e non gli rivolse la parola per tutto il resto della giornata.

~~~

- Michael...

Il castano sbatté la porta e si diresse in camera da letto ad ampie falcate. Cody lo seguì, in ansia, prima di venir tirato sul letto in modo del tutto imprevisto.

Michael sedeva con le gambe contro le sue, dietro di lui. Affondò il viso nel suo incavo tra spalla e collo, stringendolo con le braccia all'altezza dello stomaco.

- Non ce l'ho con te, Cody - mise in chiaro, lasciandogli un bacio delicato e poi un succhiotto.

Il biondo fremette.

- Michael... cosa ti è saltato in mente, oggi? Quello ti licenzia! - sussurrò, mangiandosi metà delle parole dalla preoccupazione.

- Non mi importa un fico secco, che faccia pure! Ciò che mi appartiene non si tocca neanche con un dito, punto e basta, non si discute.

Cody arrossì e voltò il capo dalla parte opposta a dove c'era il suo viso.

- Mi metti in imbarazzo quando dici queste cose... - farfugliò, stringendogli però una mano.

Amo metterti in imbarazzo e vederti arrossire, pensò Michael, ma non lo disse.

- Tu ti imbarazzi per qualunque cosa ti dica... - borbottò il castano, intrecciando le dita alle sue.

- È vero - ammise Cody, girandosi a baciarlo dolcemente, giocando con la sua lingua. Il fidanzato posò le mani sul suo fondoschiena, infilandole nelle tasche posteriori dei jeans.

- Anche se mi licenziasse... ne sarebbe valsa la pena - ansimò, e il biondo emise un mugolio di piacere sulle sue labbra. - Voglio che tutti sappiano che sei mio e solo mio. Mi appartieni, Cody.

Lui si sfilò la maglietta, facendo dondolare sul petto il cristallo rosso da cui non si separava mai.

- Allora fammi tuo...

Come le spine di una rosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora