Quando sei niente, niente deve essere lasciato al caso. Nayla questo lo sapeva bene, osservare minuziosamente era il primo passo per scovare falle in un sistema e riuscire ad intrufolarsi rimanendo niente. Non doveva farsi beccare, non doveva farsi riconoscere, non doveva farsi prendere, non doveva essere avida. Lo stretto necessario per un pasto sarebbe bastato, ma quella carne odorava di paradiso a tal punto che temeva di non riuscire ad accontentarsi di un paio di spiedini, in più doveva tenere a mente la promessa silenziosa fatta poco prima.
Nayla aveva trovato la sua preda. Aveva deciso che quello sarebbe stato il suo pranzo. Un buon pasto ricco di proteine l'avrebbe sicuramente aiutata a ristabilire la lucidità necessaria per sopravvivere per i prossimi due o tre giorni, se fosse andato tutto bene.
Si dileguò nella viuzza stretta alla sua sinistra, acquattandosi per riprendere fiato e nascondersi dai raggi del sole per qualche momento. Se non avesse avuto la fronte imperlata di sudore per la calura, probabilmente lo sarebbe stata per via dell'adrenalina che iniziava a scorrerle nel corpo. Il cappuccio improvvisato l'aiutava a tenere le palpebre asciutte.
Quel nascondiglio si rivelò un punto perfetto per osservare la situazione circostante. Esaminò tutto: la folla, il sole, ormai, al suo zenit, le ombre che quest'ultimo creava tra le abitazioni, le tende colorate appena mosse da una leggera brezza, i colori sgargianti che le caratterizzava. Cobalto, rosso fuoco, arancio bordato d'oro, semplice bianco candido...
Persa nella sua minuziosa analisi, prese in considerazione di rubare delle monete d'oro e d'argento, con cui pagare la carne, da qualche sfortunato idiota, ma scartò subito quell'eventualità. Era troppo rischioso: non avrebbe potuto quantificare con esattezza quante monete tenesse nelle tasche o nel borsello, e se non fossero state abbastanza, avrebbe dovuto rubarne altre finché non avesse racimolato una somma sufficiente. La carne era costosa, un bene di lusso, che non sarebbe mai dovuto essere tale.
Decise, allora, le convenisse puntare tutto sul furto diretto della pietanza. Doveva trovare un modo, però, per far allontanare il mercante, o quanto meno distrarlo abbastanza per permetterle di riempirsi la sacca che si era legata in vita poco prima di tuffarsi nella piccola folla di quella mattina.
L'uomo era corpulento, ma non atletico. Troppo grosso per essere veloce. Aveva i capelli neri impolverati e due piccoli occhi troppo vicini tra loro per essere ricordabili. Da quella breve distanza non avrebbe saputo dire di che colore fossero, ma ipotizzava marroni molto scuri, quasi neri.
Tutti a Midabd avevano gli occhi scuri, la pelle olivastra e i capelli bruni. Nayla non faceva eccezione, se non per il colore delle sue iridi di una sfumatura ametista verde che caratterizzava tutte le donne della sua famiglia. O almeno l'avrebbe fatto se fossero state ancora tutte in vita. Uno scherzo genetico che per una che non doveva farsi riconoscere significava portarsi un bersaglio verde puntato sulla schiena ventiquattro ore al giorno senza eccezioni.
Ripensò al modo in cui il piccolo bambino, poco prima avesse distolto lo sguardo. Sicuramente non aveva mai visto occhi come i suoi. L'avevano probabilmente inquietato, pensò, e da bravo fratello maggiore aveva pensato di proteggere la sorella da quegli occhi inusuali. Alcune storie raccontavano di creature che solo guardandoti negli occhi potessero rubare l'anima privandoti della personalità.
Conclusa la vendita con la donna, l'energumeno tornò a concentrarsi sugli spiedini che ancora stavano cuocendo a fiamma viva sulla griglia vicina. Li spennellava con una salsa all'aglio biancastra, corposa e liscia, con una mano, mentre l'altra era appoggiata in modo indolente sulla scimitarra.
Facendo due rapidi calcoli, con quello che aveva sborsato la donna, allontanatasi con un quantitativo sorprendente di carne, l'uomo avrebbe potuto comprarsi un tavolo da lavoro nuovo, se quello accidentalmente fosse diventato cenere.
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Alba di Sabbia e Ametista
FantasyLei è il crimine, lui è la giustizia. Ma se non fosse così semplice? In un mondo in cui non si possono esprime desideri, lei ne ha solo uno: vivere. Dopo dieci anni di invisibilità, Nayla Selmed, ladra per necessità, viene guardata troppo da vicin...