Profonda e tiepida come un'alba d'estate quella voce, solo leggermente affannata, le gelò il sangue.
Nayla non avrebbe mai creduto che in un primo pomeriggio di fine primavera avrebbe potuto sentire freddo. Ogni pelo sul suo corpo si mise sull'attenti. I nervi si tesero e i muscoli si contrassero.
Si voltò lentamente pronta a...pronta a cosa? Era troppo vicino, al massimo due passi, non avrebbe mai potuto scappare. Lui l'avrebbe inseguita e la caviglia malmessa l'avrebbe di certo tradita. Avrebbe voluto fare qualcosa, ma l'unica cosa che riuscì a fare fu domandare: «C-c-c-come...?». Balbettò stupita con quella che non sembrò nemmeno la sua voce. Uscì dalla profondità della gola, graffiandola, per quanto evitava di usarla.
Lo teneva sott'occhio attraverso il velo appena riposizionato sulla fronte.
«Come cosa? Come ti ho preceduto?» la rimbeccò lui «era evidente che la fuga avesse annebbiato il tuo senso dell'orientamento, non è stato difficile dedurre in che direzione saresti andato». Nayla si stupì della sua perspicacia, ma non lo diede a vedere. Non poteva credere che avesse capito cosa lei volesse sapere.
Nayla, tuttavia, notò immediatamente che si era rivolto a lei al maschile. Si sentì parecchio offesa da quelle parole. Era vero che non indossava abiti femminili, i pantaloni morbidi e la camicia larga adagiata sui fianchi, non metteva in risalto le forme spigolose del suo corpo magro, ma la urtava il fatto che aveva dato per scontato che fosse un uomo.
Come se le donne non potessero avere una prestanza fisica che permettesse di saltare da un terrazzo all'altro. Sarebbe stato più educato se le avesse almeno domandato chi fosse.
Inoltre, le aveva anche dato della stupido per non aver fatto attenzione alla strada che stava percorrendo. Forse su questo ultimo punto aveva ragione, ma era stato particolarmente maleducato nel farglielo notare. Nayla pensò che nessuno avrebbe dovuto arrogarsi il diritto di sparare sentenze senza tener conto dei sentimenti altrui. Uomo o donna che fosse avrebbe potuto soffrirne.
Comunque, non era né il momento né il luogo di impermalirsi. Il vicolo tra le due abitazioni era stretto, con agli angoli cumuli di spazzatura e, ne era sicura, anche escrementi non animali.
Si strinse nelle spalle con fare cedevole, se avesse finto accondiscendenza forse si sarebbe potuta dileguare più facilmente. La fasciatura che le stringeva il seno iniziava a cedere a contatto con la sua pelle sudata. La sentiva scendere millimetro dopo millimetro. Quella lenta discesa iniziava anche a procurarle un certo fastidio.
«Ora che abbiamo risolto il come» proseguì lui con voce guardinga, come se stesse parlando ad un cucciolo spaventato «passiamo alla fase in cui mi seguirai verso il palazzo senza opporre resistenza». Ripose il saif nel fodero. Grosso sbaglio. I pettorali appena visibili dall'uniforme si contrassero sullo sterno a quel semplice gesto.
Come no? Nayla avrebbe voluto raggomitolarsi a terra e ridere finché l'addome avesse ceduto. Si portò una mano alle labbra per evitarlo. Le dita ricoperte di polvere le solleticarono il naso causandole quasi uno starnuto.
Se quel belloccio, evidentemente molto ingenuo, credeva che sarebbe stato così semplice convincerla, si sbagliava di grosso. Lui fece un paio di passi avanti allungando un braccio per afferrarle una spalla. Quella mano, notò, era liscia e senza calli, le unghie perfettamente integre e curate per una guardia sultanesca, soprattutto se si trattava di quella di un cadetto. Un velo di sudore gli luccicava sulla pelle abbronzata mettendo in risalto la muscolatura ben allenata. Quell'uomo era una contraddizione che aveva i piedi.
Nayla sapeva a quali rigidi allenamenti venivano sottoposte le reclute. Era a quel modo che aveva imparato la maggior parte di quello che sapeva fare, perfezionandolo poi per conto suo. L'unico motivo per cui si avvicinava al palazzo del sultano era il cortile sud. Li venivano svolti gli addestramenti al combattimento delle reclute. Sapeva però che nella zona nord, nei pressi della caserma, lì i soldati potevano allenarsi in autonomia.
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Alba di Sabbia e Ametista
ФэнтезиLei è il crimine, lui è la giustizia. Ma se non fosse così semplice? In un mondo in cui non si possono esprime desideri, lei ne ha solo uno: vivere. Dopo dieci anni di invisibilità, Nayla Selmed, ladra per necessità, viene guardata troppo da vicin...