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Al suono della campanella, la massa di studenti che fino a quel momento era ferma davanti al grande edificio inizia a entrare. Io e i miei amici aspettiamo che la folla si diradi un po' prima di entrare anche noi. Mentre camminiamo per i corridoi alla ricerca delle nostre classi, noto diversi sguardi rivolti verso di noi.

Io: Vedo che siete famosi.

 dico ridendo e dando una leggera gomitata a Jay, che, in risposta, si guarda intorno e poi posa i suoi occhi su di me, accennando un sorriso.

Jake: Ragazzi, io vado. Ci vediamo a pranzo.

Il Moro ci saluta mentre entra in una delle tante classi.

Sunghoon: Ma che lezione hai adesso?

Mi chiede il pinguino, lisciando la camicia che indossa con la mano.

Io: Matematica.

Sospiro, dico che la matematica è terribile; ogni volta che provo a fare un esercizio, il mio sistema nervoso va in tilt. Potrei persino scrivere un libro intero sul perché mi sta antipatica. L'algebra è così incomprensibile e frustrante, per non parlare del fatto che ci sono più lettere che numeri. La geometria è altrettanto inutile; chi dirà alla mia professoressa che non mi interessa calcolare l'area o il volume di qualche figura solida o meno? Non mi servirà mai nella vita quotidiana. Voglio dire, certamente non calcolerò l'area, il volume o l'altezza di un sandwich prima di mangiarlo. È già tanto se riesco a fare le addizioni e le moltiplicazioni, per favore non chiedetemi altro.

Il ragazzo pallido mi ride in faccia, come se fosse colpa mia se non capisco nulla di questa materia. Lo guardo male, ma sembra non importargli, tanto che sta per piegarsi in due dalle risate. Anche Jungwon e Sunoo, che sono già di per sé vivaci, si uniscono a lui, onorati di assistere a questa scena. Alcuni ragazzi e ragazze ci lanciano sguardi, alcuni curiosi, altri infastiditi.

Jay: Ragazzi, stiamo facendo tardi. Moon, questa è l'aula di matematica. Ci vediamo dopo.

 dice il mio amico americano, spingendomi verso l'aula. Mi volto verso di loro per un istante e i miei occhi incontrano quelli di Heeseung. Oggi ha parlato poco, limitandosi a due o tre frasi. Il suo sguardo è diverso da prima, ora è... come dire... più freddo? In breve, non ha più quella scintilla negli occhi; quegli occhi maledetti di cui mi ero innamorata ora sembrano due pozzi neri. A prima vista sembra antipatico, non è più il vecchio Heeseung, e me ne sono resa conto, ma ogni volta che lo guardo negli occhi, o anche solo casualmente incrocio i suoi movimenti, mi sembra cambiato, non è più il ragazzo di un tempo. È cresciuto, è diventato più maturo, questo non lo metto in dubbio, ma... ogni volta che lo vedo, l'immagine del vecchio Lee Heeseung, il mio Heeseung, mi si materializza davanti, come per ricordarmi che non è più il ragazzo di cui mi ero innamorata, ma piuttosto un'altra persona. A volte mi chiedo se sono veramente ancora innamorata di lui o se sono semplicemente intrappolata nei suoi ricordi. Distolgo lo sguardo e entro in classe... quel ragazzo mi fa perdere la testa.

Mi siedo nell'ultima fila vicino alla finestra, appoggio il quaderno, l'astuccio e i libri che ho portato con me sul banco e aspetto la mia nuova insegnante di matematica con il telefono in mano.

x: scusa posso sedermi? 

Una voce leggermente dolce e molto femminile mi risveglia dai miei pensieri. Alzo lo sguardo dallo schermo del mio cellulare e lo poso sulla figura davanti a me. Una ragazza poco più alta di me, con capelli neri che toccano la spalla, mi sorride.

Io: Certo, piacere Moon.

Dico, ricambiando educatamente il sorriso.

X: Piacere mio, Lia.

DI NUOVO//HEESEUNGDove le storie prendono vita. Scoprilo ora