10. Pioggia acida

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Trovarono Irlyd nascosto tra la vegetazione. In realtà fu lui a trovare loro. Aveva percepito il dolore di Nym e lo aveva condiviso con lui. Draghi ed elfi hanno un legame unico che, una volta formato, cessa di esistere solo con la morte di uno dei due.

Guardando Irlyd, e osservando con quanto coraggio era andato loro incontro, Nym si pentì di aver chiesto a Leena se avesse voluto cambiare Zafira con un altro drago.

Il ragazzo accarezzava le grosse scaglie del drago che si era rannicchiato con la coda intorno a lui, come a volerlo proteggere.

Quanto gli mancavano Leena e Zafira. E quanto gli mancava casa.

Toots sembrava dormire tranquilla, adagiata com'era su una grossa foglia vicina al fuoco. Hul gli aveva detto che il calore l'avrebbe aiutata a mantenere il sangue in circolazione fino a quando non fosse riuscito a preparare l'antidoto.

Avevano trovato rifugio in una grotta tra le rocce sotto una collina. Erano nascosti da delle liane che mascheravano l'entrata. Erano anche riusciti a prendere della legna prima che una pioggia acida iniziasse a cadere copiosa dal cielo.

«Vedrai che se la caverà.»

Il fauno mise un altro tronco a bruciare, poi si sedette accanto a Toots e tirò fuori delle ampolle dalla sua borsa. Le poggiò a terra con cura, una accanto all'altra.

«Quando mi sono svegliato nelle cucine ed ero... legato, non sapevo che per risvegliarsi dal veleno dei fiori ci volesse un antidoto.» Iniziò a spiegare Hul, ma Nym era sempre silenzioso «Prima che arrivassi io non credo avessero qualcuno che glieli preparasse. Ancora oggi mi chiedo come sia stato, però, possibile che ci siamo svegliati tutti. Hanno quindi iniziato a chiedere a me di creare un antidoto. A quanto pare, avevano finito le scorte. Chiesi di analizzare il veleno, è per questo motivo che avevo quella spina sul camino. Il loro cervelli sono così piccoli, che non si preoccuparono nemmeno che potessi usarla contro di loro. Comunque sia, il vecchio Sem diceva sempre che, se conosci un veleno, allora conosci anche il suo antidoto. È tutto lì.» Nym continuava ad ascoltare in silenzio, mentre osservava il fauno unire in una sola boccetta un liquido rosso con dell'acqua cristallina. «Ho quindi scoperto che l'antidoto ai fiori rossi è il loro stesso veleno. Mi è bastato unirlo con dell'acqua del Lago dalle acque argentee e a un nettare speciale, di un fiore estremamente raro da queste parti. Dovrei averlo portato con me...» Hul infilò la testa nella borsa alla ricerca di qualcosa. «Eccolo!» Esclamò euforico. Ma quello che teneva in mano non era altro che un fiore secco. I petali si staccarono dal ricettacolo quasi tutti insieme.

«Non sono esperto di veleni, ma non credo che un fiore secco possa darci il nettare del quale abbiamo bisogno.» Constatò Nym.

«No, effettivamente questo fiore non ci darà quello che cerchiamo.» Confermò Hul abbassando le orecchie caprine. «Mi dispiace, non ne ho un altro.» Concluse sconsolato. «Questo era l'ultimo fiore di nevischio che avevo. È da molto tempo che gli orchi non usano quelle spine come armi; quindi, non hanno più bisogno di procurarmelo. È un fiore che cresce sulle montagne e i nani li coltivano con cura, quasi fosse uno dei loro tesori. Li cedono solo in cambio di ingenti doni.»

Fu a quelle parole che Nym si ricordò del nano barcollante, della sua barba legata in una treccia e del piccolo fiore bianco tra le sue mani. Veloce e senza aggiungere una parola si gettò sulla sua tracolla e l'aprì di tutta furia. Rovistò a lungo al suo interno fino a quando non ne tirò fuori un delicato fiore, dai cinque petali tondi e bianchi.

«È questo?» Chiese.

Gli occhi di Hul si illuminarono.

«È proprio lui. Ma come... non importa, ora posso preparare l'antidoto.»

Il re degli ElfiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora