Capitolo uno

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Ci sono molti modi di morire al mondo ma Echo non sarebbe morta quel giorno.

Aveva fatto una promessa che non intendeva infrangere.

Perciò continuava a sfrecciare come un fulmine sopra i ciottoli del gran bazar di Siderell, la capitale del cantone Fae. 

Passo, respiro, passo. 

Passo, respiro, salto e di nuovo passo. 

Per una frazione di secondo, le sembrò quasi di volare.

<<Andiamo, Reina! Più veloce!>> urlò mentre i polmoni minacciavano di uscirle dal petto e schivava due venditori ambulanti di Nanapan, il frutto che i poveri del cantone mangiavano almeno tre volte al giorno per saziare la fame. 

"Ci sto provando" ruggì la sua pantera nera nella sua testa. 

Reina saltò sopra un banco che vendeva carne essiccata per non distanziarsi troppo dalla traiettoria che intendeva percorrere Echo. 

"Marionne ci ha vendute" le disse allora Reina, mentre i venditori iniziavano ad urlare spaventati. 

Marionne, la fata a capo del mercato nero di Westford, la città appena fuori dal cantone Fae e appartenente alla costa settentrionale dei centauri era la principale datrice di lavoro di Echo e Reina, oltre che la principale fonte dei loro guadagni. Echo la conosceva sin da quando era bambina ed era suo fratello a svolgere i lavori per sfamarli entrambi. 

Tempi remoti, ormai chiusi sottochiave nella sua mente, in cui suo fratello era ancora vivo.

Eppure negli oltre dieci anni della loro collaborazione, da quando era stata Echo a scendere sul campo a compiere i lavori, non avevamo mai avuto problemi o intoppi.

Echo uccideva persone nobili oppure semplicemente scomode: come ladri, trafficanti, stupratori. A volte le veniva chiesto di ripulire la scena dell'omicidio mentre altre che il corpo fosse esposto in bella vista. 

Ed Echo compieva sempre il lavoro a regola d'arte. Poi ripassava nel rifugio di Marionne, prendeva i rubli e se ne andava. Pronta a ripartire per il lavoro successivo in qualsiasi parte del continente, dal deserto di Jojoba fino alle sponde del fiume Myloh. 

Probabilmente Marionne, con quella cupidigia d'oro, l'unica cosa che poteva sfamarla davvero, aveva ricevuto un'offerta talmente allettante per la cattura di Echo che non aveva potuto rifiutare. 

Echo la capiva e la rispettava. 

Fosse stata al suo posto, probabilmente avrebbe fatto lo stesso. 

Avrebbe fatto qualsiasi cosa per ottenere gli ultimi rubli per comprare l'imbarcazione sicura per lei e Reina. Quella che l'avrebbe portata oltre il Mar del Collasso, verso una terra ignota che gli Dei solo potevano conoscere ma senza più la taglia che le rincorreva come un segugio. 

Echo aveva compiuto da appena due settimane venticinque anni e il resto poco importava. Se l'avessero catturata sarebbe stata spedita immediatamente a Beltran, la prigione inespugnabile del continente, dove i condannati perdevano l'anima oltre che il corpo e spesso la vita. 

Non ci sarebbe stata nessuna redenzione per lei. 

Nessuna seconda opzione, nessuna chance. 

D'altronde, nemmeno suo fratello l'aveva avuta. 

Mancavano pochi rubli per comprare l'imbarcazione. 

Questo sarebbe stato il suo ultimo lavoro. 

E Marionne lo sapeva. 

Imperia - L'alba del serpenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora