colazione e drammi

1.6K 97 18
                                    

«A che punto sei?»
«Pessimo.» Simone passa dietro alla sedia del ragazzo, sbirciando con lo sguardo sullo schermo del portatile dove compaiono velocemente sempre più parole per poi venir furiosamente cancellate, però, con la stessa rapidità. Per quanto gli ha spiegato Manuel quel mattino, — hanno dormito insieme, ovviamente, dopo l'ennesima notte passata a casa del ragazzo «senza impegno», a detta sua, anche se per Simone un impegno lo è eccome visto che pur di passar del tempo con lui s'è visto disposto, la sera prima, a cancellare un'uscita con Laura all'ultimo minuto — deve scrivere un articolo riguardo l'anteprima del film visto poche sere prima. E questo è tutto ciò che sa. «Nun riesco a buttà giù nulla, credo d'avecce na specie de blocco.»

Abbassa lo schermo del portatile per chiuderlo definitivamente e sbuffa, Manuel, abbandonando poi il viso tra le braccia incrociate sul tavolo.

Simone ha per anni avuto in testa questa perfetta immagine del ragazzo perso tra i suoi appunti e con centinaia su centinaia d'articoli già pronti ogni giorno, nessuna difficoltà da affrontare se non le minacce delle celebrità a venir esposte o di persone a disprezzare il suo operato. E ora che quell'idolo proiettato dalle sue fantasie — e negli ultimi anni anche nei suoi incubi, visti gli articoli di pessimo gusto sul suo conto — s'è rivelato un essere umano con sentimenti e un carattere assai teatrale nell'espressione d'ogni emozione, dove la felicità diventa passione e lo sfinimento disperazione, è come se il mito fosse crollato per lasciar spazio alla sua fragilità.
Manuel è solo un venticinquenne alle prese con lo stress di responsabilità e date di scadenza da rispettare, proprio come lui.

Le dita d'una mano s'insinuano tra i ricci del ragazzo come forma di consolazione, massaggiandone dolcemente lo scalpo per distrarlo dalla frustrazione— e sa di non poter far granché, se solo ne avesse le capacità si metterebbe seduto al suo posto per scrivergli quel maledetto articolo, ma purtroppo non può fare altro che rimanergli accanto mentre ragiona su qualche escamotage per alleggerire il carico sulle sue spalle.

Manuel mugola a bassa voce, nel frattempo, lo stesso dolce e vulnerabile suono che gli lascia ascoltare quando la notte si concedono qualche tenerezza dopo il sesso. E Simone sorride, abbassandosi per baciargli la nuca e scendendo poi in una scia priva di malizia.
Gli piace avere quell'effetto su di lui, sentirsi l'unico ad averlo conquistato tra centinaia d'occhi a bramare anche solo una briciola di ciò che ha da offrire. Manuel sarebbe pronto a tutto, se trattato con le giuste premure, e Simone l'ha compreso in quelle poche notti che hanno passato insieme tra un gemito di piacere e una carezza dopo aver finito— ma questo lato più malleabile e docile del suo carattere è eccitante quanto effimero; basta infatti una parola sbagliata o un gesto incompreso e l'arrendevolezza dei suoi occhi torna dura e aspra come si stessero interfacciando con uno sconosciuto o, peggio, un nemico.

«Che ne dici se io ti preparo la colazione — parla vicino al suo orecchio, sfiorandogli la pelle in piccoli baci e tentando così di rassicurare quel lato più fragile del suo carattere — e tu vai a letto ad aspettare che te la porti?»
Manuel scuote la testa mentre ha ancora il volto nascosto e sembra quasi un bambino viziato a lamentare un'ingiustizia. «Devo lavorà.»
«Mh, d'accordo.» Le braccia lo avvolgono con cautela e il mento s'appoggia su una sua spalla. È incredibile quanto disponibile al contatto fisico si renda con lui in momenti simili e Simone non può che ritenersi fortunato. «Allora immagino che tu non abbia voglia di pancakes.»
E «Ti odio». Manuel si tira su di scatto, trascinandosi poi in piedi e puntando lo sguardo nel suo in una sorta di minaccia che, però, gli ruba un sorriso. «T'aspetto in camera da letto.»

***

Sono ormai quasi le nove del mattino e dalla cucina arriva un invitante profumo che lo distrae da qualsiasi pensiero negativo si sia annidato nella sua mente. Al contrario di ciò che immagina il francese dall'altra stanza, però, non sta riposando come gli aveva promesso— tiene infatti sulle gambe raccolte al petto il suo quaderno degli appunti e in mano una bic nera per ragionare, mentre aspetta la colazione, su qualche idea da sviluppare poi nella stesura dell'articolo. Sta buttando giù una lista di sue personali regole per non innamorarsi, così da rimanere in tema con quelle del film, ma più scrive e più sente che qualcosa non va, come se ventre e cuore volessero comunicargli che l'idea è ottima ma la pratica fallimentare— ché se lui stesso non le sta mettendo davvero in pratica, per tutta una serie di motivi a cui non ha alcuna voglia di pensare, allora come può prendersi il diritto di consigliarle con sicurezza ad altri?

incontriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora