PROLOGO

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PROTOCOLLO DI CONTENIMENTO





Una pioggia fitta scendeva ripida dal cielo.
Sembrava un fermo immagine.

Nella quiete opprimente della notte tempestosa, una figura solitaria avanzava a fatica lungo un sentiero deserto. Una giovane ragazza - i cui movimenti erano pesanti e incerti - ferita e fradicia, vagava disorientata.
Ogni passo era una lotta contro l'esaurimento che minacciava di sopraffarla.

Dopo aver corso per miglia scalza sull'asfalto bagnato, attraversando boschi e terreni irregolari, giunse infine su una lunga ed ampia strada asfaltata, completamente deserta.

"Vi prego, c'è qualcuno?!" pensava la ragazza con sguardo fisso sul sentiero avanti a lei, continuando a fatica a camminare sotto la pioggia fitta, spinta dal solo istinto di sopravvivenza.

Il suo viso, illuminato solo dalla luce intermittente di lontani lampioni, era segnato da lividi e tagli, testimoni di una fuga disperata. I suoi vestiti erano lacerati e bagnati, attaccati al corpo come un secondo strato di pelle, fredda e umida.

Nonostante il suo corpo implorasse pietà, il terrore di ciò che l'aveva spinta a fuggire la incitava a perseverare. Quando all'orizzonte si delineò una strana luce in movimento, il suo cuore ebbe un sussulto, una scossa di adrenalina attraversò il suo corpo, mandando un input incerto al cervello: scappare via o correre verso quella luce che poteva essere la sua salvezza?

Quando finalmente l'immagine si fece più nitida, quella era la luce di un veicolo della polizia, e non un veicolo qualunque, ma una delle nuove unità completamente automatizzate, la S.I.P acronimo di "SPECIAL INTELLIGENCE PATROL" ovvero, il servizio di ronda intelligente.

Queste macchine - programmate da un pilota automatico per il pattugliamento autonomo - erano progettate per rilevare, con precisione chirurgica, situazioni di emergenza e individui in difficoltà, utilizzando una vasta gamma di sensori e algoritmi sofisticati di "ronda intelligente", in grado di supervisionare le strade e proteggerle anche senza una persona fisica al suo interno.

La ragazza cominciò a correre a stento verso la volante, urlando con una voce debole.

Una volta vicina la volante, quest'ultima sparò dei raggi blu - provenienti dal tettuccio del veicolo - verso la ragazza.

"Individuo rilevato in stato di necessità." annunciò la voce sintetica della pattuglia, priva di qualsiasi traccia di empatia.

"Scansione eseguita: soggetto non identificato.
Si sta avviando il protocollo di assistenza. Attendere."

L'intelligenza della volante eseguì un riconoscimento facciale per identificare - risalendo ai database schedati di qualsiasi cittadino, per legge - l'individuo che si trovava di fronte. Tutta via spesso, la scansione non andava a buon fine, per qualche mal funzionamento dei server momentaneo, o, in questo caso, per le condizioni climatiche non delle migliori.

"Si identifichi, per essere assistito, grazie." infine indicò la voce dell'intelligenza.

La ragazza ormai stanca però, ritenendosi salva e al sicuro, si lasciò cadere a terra, accanto al veicolo. La sensazione di freddo della pavimentazione sotto di lei era stranamente confortante, come se, per la prima volta in quella lunga notte, avesse trovato un attimo di pace.

"Individuo in stato di incoscienza. Temperatura corporea bassa. Inizio procedura di recupero." annunciava ancora la voce, calma e meccanica, mentre dei raggi blu perforavano freneticamente il corpo disteso della ragazza.

Lo sportello laterale del veicolo si sollevò, mentre una pedana di metallo sottile scivolò sotto il corpo inerme, che, come un tappeto, la tirò a se, portandola all'interno dell'autovettura.

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