Capitolo 2

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Torno al mio appartamento, esausta.
Anche oggi è stata una giornata lunga e faticosa.
Ho sempre pensando di affittare un appartamento vicino all'albergo.
Mi risolverebbe un sacco di problemi.
Ma essendo in un quartiere residenziale e costoso, non me lo posso permettere.

Sono costretta ad alzarmi almeno un paio d'ore prima per raggiungere il posto di lavoro. A volte fatico ad alzarmi.
È davvero estenuante.
Il mio giorno libero è il lunedì, ma oggi è soltanto venerdì.
Dovrò stringere ancora i denti prima di poter riposare un pò.

Preparo la cena e poi mi metto subito a letto.
Non ho mai visto una conferenza in albergo, visto che ci lavoro solo da una settimana.
Sono davvero curiosa di vedere come funziona.

.

Sveglia alle cinque.
A lavoro alle sette.
Vedo che c'è già gran fermento tra le colleghe.
La conferenza sembra cominci alle otto.
Ci sono un sacco di uomini importanti, persino la stampa.
Sento le colleghe che nominano spesso un nome. Un certo Palmer.
Pare sia un imprenditore piuttosto ricco e famoso.
Tutte sperano di entrare nelle sue grazie. Inteso come nella sua camera e nel suo portafoglio.
Le ho sentite dire che l'ultima cameriera che lo ha 'servito' ha ricevuto una mancia di ben mille dollari.
Sgrano gl'occhi solo all'idea di trovarmi tra le mani tutte quelle banconote in contanti.

Mi allontano dalla sala e vado a sbattere contro il petto duro e muscoloso di un uomo.
Perdo l'equilibrio e mi sento afferrare dietro la schiena per non cadere.
Le mie mani sfiorano quel petto che sa' di dopobarba e i miei occhi si incrociano con i suoi.
Due occhi blu stupendi mai visti.
Stupendi come lui, come il suo sorriso e la fossetta sulla sua guancia sinistra.
È stato un'attimo.
Un solo attimo, ma incredibilmente intenso.
L'uomo mi lascia e cammina a passo svelto fino alla sala insieme ad altri tre uomini.
Chissà chi è. Mi domando.

Salgo al piano di sopra a pulire le stanze.
Poi usufruisco della mensa insieme alle colleghe.
Non fanno altro che parlare di Palmer,
suscitando persino la mia curiosità.
Vado a cercarlo su Google e...
Oddio! Non può essere!
È l'uomo con cui mi sono appena scontrata sul corridoio.
Dunque è lui, il famoso Palmer.
Fisso la sua foto e sorrido.
Accidenti! Non solo è generoso con la mancia, ma immagino che sia come realizzare un sogno, riuscire a farsi scopare da uno come lui.
Inizio a capire le colleghe.

Finisco di pulire le stanze del secondo piano piuttosto tardi, quasi all'ora di cena, quando ricevo l'ordine di recarmi nella suite numero tre all'ultimo piano dell'albergo.
Prendo l'ascensore e lo raggiungo.
Busso alla porta e sento la voce di un uomo dirmi di entrare.

Apro la porta e mi trovo davanti proprio lui, Palmer.
Non riesco quasi a crederci.
È al telefono mentre parla con qualcuno e mi fa' cenno di chiudere la porta e mettermi a sedere sul divano.
Il cuore inizia a battermi più forte pensando che potrei uscire da questa stanza con mille dollari in mano.
Lui continua a parlare al telefono, vicino alla finestra.
Poi chiude finalmente la chiamata e butta il telefono sul letto.
Si mette le mani nelle tasche dei pantaloni e si avvicina a me.
Mi alzo immediatamente dal divano e lui inclina leggermente il capo per leggere il mio nome.
-Karrie-
-Si signor Palmer. Cosa posso fare per lei-
Cerco di parlargli in modo più normale possibile, senza far trapelare l'emozione di stare nella sua camera, di fronte a lui.

Si allontana da me e va' verso il bagno.
Torna con un accappatoio in mano.
-Questo. Vorrei che venisse cambiato con una L. E poi...-
Va' verso il frigobar e lo apre.
-Non è stato rifornito come si deve. Lo vedi anche tu, Karrie? Posso darti del tu?-
Sgrano gl'occhi e gli rispondo all'istante.
-Si signore. Potete darmi dal tu. Provvederò a sistemare ogni cosa in pochi minuti-
-Bene!-
Esclama lui sedendosi sul divano e accendendo il suo portatile.

Esco subito dalla stanza e vado subito a cercare una taglia L del suo accappatoio.
Accidenti! È davvero difficile trovarla.
Sono costretta a cercarne uno persino dentro lo sgabuzzino.
Ma per fortuna lo trovo.
Prendo i prodotti di cortesia per il minibar e salgo di corsa nuovamente alla suite numero tre.
Busso alla porta, mi apre la porta Palmer stesso.
Entro col carrellino e subito sistemo un accappatoio taglia L nel bagno.
Poi apro il mini frigo e ci metto dentro tutto ciò che serve.
Mi volto, e vedo che Palmer fissa il mio sedere per un istante.
Poi torna a guardare lo schermo del suo portatile.
-Sei nuova. Karrie?-
Una domanda del tutto inaspettata.
-Si. Signore. Lavoro qui da circa una settimana-
Mi fa' cenno col dito indice di mettermi di fronte a lui. Ed eseguo all'istante.

Inizia a guardarmi.
Prima le gambe, coperte da una gonna nera e leggermente svasata che mi copre fino alle ginocchia, poi, scruta i miei fianchi sinuosi, i miei seni sodi sorretti da un reggiseno di terza misura, il mio collo, le mie labbra, i miei occhi castani, i miei capelli neri legati a coda di cavallo.
-Quanti anni hai, Karrie-
-Ne ho ventotto, signore-
-Sei fidanzata. Sposata?-
-Al momento, sono single-
Lui sorride e mi guarda negl'occhi.
-Una bella donna come te, single-
-Sono stata fidanzata per sei anni. Ho lasciato il mio fidanzato tre mesi fa'-
Lui sembra piuttosto interessato e continua a farmi domande.
-Posso chiederti... perché lo hai lasciato?-
-Lui... mi tradiva. Con una delle mie migliori amiche-
-Accidenti! Mi dispiace!-
Esclama lui.
Guardo le sue mani, e noto che ha la fede al dito.
Lui se ne accorge e comincia a giocherellarci facendola roteare nel dito.
-Ebbene sì! Sono sposato-
Si alza dal divano e va' verso il frigobar.
Non so' se dovrei andarmene o meno a questo punto.
Attendo ancora un pò.

Lui prende dei dolcetti da sgranocchiare e me ne offre uno.
-No grazie-
Dico prontamente.
Lui sembra offeso, e insiste.
-Avanti. Prendine uno-

...

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