"Simò...""Rispondo o non rispondo?" pensava Simone...
Continuava a rimuginare Simone, come aveva potuto Manuel sparire e ricomparire così, come se nulla fosse accaduto, il giorno di Pasqua.
Le mani tremavano sullo schermo del telefono e gli occhi cercavano" di sfuggire a quella notifica, mentre sentì tutto ad un tratto un rumore insolito, un rumore che conosceva fin troppo bene.
La vedeva, la vedeva benissimo quella moto che conosceva così bene, sotto casa sua, come vedeva benissimo quei riccioli uscire pian piano dal casco.
"Scusami, se scendi te spiego tutto... t'ho portato una pizza," urlò da giù il ricciolo, mentre Simone cercava di nascondersi dietro la finestra.
"Sono stato uno stronzo, Simò, un coglione, ti prego scendi."
Il respiro era sempre più affannato e la voglia di scendere e sputargli tutta la merda in faccia lo assaliva.
Prese coraggio Simone, che dal balcone, con le mani tremolanti: "Mi prendo la pizza e salgo." "Basta che scendi, Simò."
5 minuti passarono, Simone si fece coraggio
...
...
..."Scusa, ti amo tanto sei stupendo e perfetto"
è quello che c'era scritto nel cartone della pizza.."Non te la passi così, Manuel Ferro" disse Simone, con un piccolo sorriso giocoso sulle labbra.
"Scusami sono uno stronzo", Manuel lo sapeva, e per tutto il tempo non ebbe il coraggio di alzare lo sguardo.
"Guardami Manuel, ho sbagliato io?"
"No, Simò, sto co' 'sti cazzo di complessi miei, tu nun c'entri un cazzo. Sei arrivato, piccoletto piccoletto, in 'sto maledetto bar che me magna tutto er tempo, e m'hai salva-"
Non fece in tempo a finire la frase, Manuel, che Simone si fiondò su di lui. Aveva capito tutto, ed era già stato fin troppo tempo senza respirare aria di casa. Ne aveva bisogno, aveva bisogno di quel tocco, di quel respiro.
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La delizia
Fiksi Penggemarraccolta di os scritta dalla socmed che trovate su twitter @redth3d