"amami, o non rivedrai mai più la tua maglietta di pazza"
aveva scritto ffffuscot con un malevolo ghigno in viso, scrocchiandosi le nocche e lanciando uno sguardo furtivo all'oggetto in questione, adagiato sul proprio letto.
durante la notte, si era intrufolato nella casa di sblebu, aveva rubato ciò che più per lui era prezioso, distrutto i suoi vinili, devastato la sua stanza, vandalizzato i dischi precedentemente distrutti disegnando barba e baffi sul volto di gianna nannini.
che sonno pesante che aveva sblebu.
aveva rapito il suo tesoro, avrebbe ricevuto certamente la sua attenzione.
per una volta, sblebu, avrebbe avuto occhi solamente per ffffuscot.
così, raccontava con tono malvagio l'accaduto a nristiac consapevole del fatto che esso non lo stesse minimamente ascoltando.
nristiac era troppo occupato a supplicare iaga ad aggiungere personaggi femminili alla storia che stava scrivendo.
ma questa storia non parla di nristiac, dunque non parleremo di come si svolse quella vicenda.
improvvisamente, a cogliere e rapire l'attenzione di ffffuscot il rikyone fu la vibrazione del suo cellulare.
lo schermo si illuminò.
le mani tremanti, le pupille dilatate, iniziava a percepire piccole goccioline di sudore che colavano lungo la sua nuca.
la vena sulla sua fronte pulsava, il battito era irregolare, il polso accelerato al massimo.
era lui.
era sblebu.
ma cos'era che aveva donato lui una tale reazione?