purtroppo.
perbacco.
un giorno esso, egli, il/elle, he/him, they/them, preso da un colpo di lucidità istantanea decise di confessare tutto a sblepu.
confessò che era stato lui a scrivergli ed a volergli incutere timore.
iniziava a guardarsi allo specchio ed a sentire la paura nei confronti di se stesso.
come era possibile che fosse cambiato così tanto?
sentiva come se fosse stato posseduto da una forza maligna, i capelli ricci come rovi ed il raffreddore.
una forza malvagia.
di nome reolando.
filepo era il nome che fffuscot aveva donato al proprio malessere interiore.
al demone che secondo lui, abitava nelle sue viscere.
reolando...
odnaloer....
un nome piuttosto inquietante, assolutamente all'altezza di quel che gli stesse facendo provare.
la voglia di distruggere nicoletta era ancora ampia ed enorme, ma contrastata dal potere dell'amicizia e dell'amore che nei momenti lucidi, il proprio angioletto sulla spalla gli donava.
dunque era diviso in due.
da una parte, con corna e forcone, una tutina di latex rossa, se ne stava reolando ad indicare una strada contorta e maligna.
dall'altra, con aureola ed aline alucce dalla morbidezza delle piume d'oca che riempiono i cuscini nei cartoni animati, se ne stava filepo, con la croce in mano e la torcia del suo telefono ad illuminare il cammino di fffuscot.
la testa girava e le gambe cedevano, le palpebre appesantite lo accompagnarono con un forte tonfo ad un sonnellino improvvisato sul pavimento.
sognò mille distese colorate, come se stesse attraversando un tunnel collegante universi paralleli.
aprendo gli occhi, si trovò avanti a lui persone conosciute.
pensò di essere impazzito.
«harry potter???»
aveva esclamato fffuscot, massaggiandosi la fronte con un'espressione addolorata in volto.
«harry dimmi, come posso riconquistare il mio amore sblepu? sono disperato!»
aveva detto al saggio maghetto, intento a vomitare in un secchio una caramella al cerume.
«ron, hermione! come posso rimorchiare sblepu?»
aveva chiesto nuovamente.
ma non ebbe risposta, se non il silenzio.
forse, pensò, avrebbe dovuto cambiare universo.
«la risposta che cerchi, non è qui»
disse, harry potter, prima di veder sparire avanti ai suoi occhi la sagoma di fffuscot.
le palpebre tornarono a farsi pesanti, quando riuscì a riaprirle, accanto a lui un bambino dalla testa a forma di pallone da rugby faceva pipì sulla sua scarpa.
«stewie!»
aveva esclamato fffuscot, massaggiandosi il braccio dolorante.
«Stewie come posso avere il cuore del mio amato?»
aveva chiesto disperatamente fffuscot con un velo di tristezza.
«la risposta che cerchi, non è qui»
disse Brian, uscendo con la testa dal frigo.
era tempo per fffuscot di un altro viaggio astrale.
«Cartman! come posso assicurarmi che il mio amato lo diventi davvero?»
chiese ancora una volta afflitto.
«è ebreo?»
aveva chiesto l'interlocutore.
«la risposta non è dove la stai cercando»
disse ancora, prima di veder sparire avanti a sé la figura del viaggiatore di universi, con il corpo di kenny privo di sensi sulle spalle.
aveva ucciso kenny, brutto bastardo.
riaprendo gli occhi, si trovò sul pavimento di casa sua.
il mal di testa e la vista offuscata.
«la risposta non è dove la stai cercando»
aveva urlato per l'ennesima volta salohcin in videochiamata.
«smettila di pippare la polvere sotto al tuo tappeto! lo sai che ti da effetti allucinogeni! reagisci»
reagisci fffuscot.
reagisci furry.
frocio.