Chapter4

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EINE UNMOGLICHE LIEBE:
Mi accomodai a tavola, tra Karl e Lisa. Ovviamente chi avevo davanti? Il tenente Kotler, mi sembra ovvio, no? Fu una delle cene più lunghe della mia vita, ma mi diede modo di elaborare tutte le nuove informazioni su quel giovane uomo. "Volevo fare il musicista, ma per dare una soddisfazione a mio padre mi sono arruolato", "mi sono sempre arrangiato, mia madre è morta quando avevo dodici anni e a mio padre non importava molto di me" erano le due frasi che mi tormentavano di più. Quanto doveva aver sofferto per la morte di sua madre? Non volevo neanche pensarci: il pensiero della perdita di una persona a me cara, sarebbe insopportabile. Suo padre invece com'era riuscito a distruggere il suo sogno di diventare musicista? Non ne avevo idea.
-Emma? Mi hai sentito?- mi richiamò papà.
-No, scusa papà, potresti ripetere?- chiesi io cordialmente. Kotler rideva ed io gli lanciavo occhiatacce.
-Ti chiedevo se ti trovi bene nella tua stanza.- disse con una punta d'irritazione.
-Si, molto bene, grazie.- affermai continuando a mangiucchiare il cibo. Mio padre dopo la mia risposta riprese a chiacchierare, così come quasi tutte le altre persone a tavola. Ed io mi ritrovai a fissare Kotler che parlava con mio fratello.
Quella notte non chiusi occhio. Ripensavo a tutto: il viaggio, il discorso di Kotler e il suo passato. Nonostante ciò, la mattina dopo, mi sentivo benissimo e soprattutto affamata. Così dopo essermi preparata scesi nella sala da pranzo, dove trovai Angelica e Lisa, che si stavano per mettere a tavola.
-Buongiorno Emma- e mi ritrovai mia sorella avvinghiata alla mia gamba sinistra.
-Buongiorno tesoro- e le diedi un bacio sulla testa -E buongiorno Lisa- lei stava mimando con le labbra una parola che non riuscivo a capire. Vedendo che non capivo cosa stesse dicendo, si alzò frettolosamente dalla sedia, e a voce bassissima mi disse "Kotler ti cercava stamattina" e aggiunse un sorrisetto malizioso.
-Chi è Kotler?- chiese Angelica che da bambina curiosa, la quale era, ricevette una risposta insoddisfacente.
-Nessuno Angi, continua a mangiare.- e le accarezzai la frangetta -E in quanto a te...- dissi puntando il dito contro a Lisa -Ti ho già risposto ieri, su quella questione, quindi non parliamone più.-
-Certo, certo, ma ciò non toglie che ti stava cercando.- continuò mentre beveva la sua spremuta. A quel punto mi arresi e iniziai finalmente la colazione.
Per il resto della mattina aiutai mia sorella a fare degli esercizi scolastici che le avevano assegnato per le vacanze estive:
-Allora Angi, la tabellina del nove, non è difficile. Dai prova ancora tesoro...-
-Nove, diciotto, venti... dai Emma, lo sai che con i numeri io sono negata. Poi sono stanca di fare i compiti, vieni a giocare con me, oppure facciamo un giro o una passeggiata fuori, dai ti prego!- e mise i soliti occhi dolci, che avrebbero impietosito anche il più terribile degli assassini.
-E va bene, andiamo a giocare. Vai di sopra a tirare fuori qualcosa che io intanto metto via questi libri.-
-Evviva! Grazie mille!- mi diede un bacio e salì le scale di corsa.
Stavo salendo le scale con i libri in mano, quando all'improvviso inciampai su un gradino. Caddi battendo rumorosamente il sedere e facendo rotolare tutti i libri giù per le scale. Alzai la testa per vedere se qualcuno aveva sentito la mia caduta, ed eccolo lì: il tenente Kotler. Dico io, ma non ha altro da fare?
-Frau Litz, aspetti che l'aiuto.- si avvicinò, mi allungò una mano e mi fece alzare in un secondo.
-Grazie Herr Kotler...- e arrossii come una bambina piccola.
-Per lei questo ed altro Frau Litz.- mi sorrise e andò a raccogliere i libri caduti. -Ecco a lei.-
-Grazie di nuovo. Ora mi scusi, ma devo andare da mia sorella, sa, le ho promesso che avrei giocato con lei e...- fui interrotta.
-Emma! Dove sei? Dai che mi sto annoiando! Uffa, la prossima volta faccio venire Karl a giocare con me e le mie bambole.- gridò mia sorella.
-Angi arrivo! Adesso ha capito perché ero così di fretta vero?- ci mettemmo a ridere insieme. Non avevo mai sentito una risata così bella, come quella di Kotler.
-Già, dico, Karl giocare con le bambole, che scena ridicola, ahahah. La lascio andare. A più tardi Frau Litz.- e si diresse verso il piano inferiore.
-A dopo tenente Kotler.- continuai le scale. Probabilmente, nell'attimo in cui avevo visto il suo sorriso, e avevo sentito la sua risata, iniziai a vederlo sotto un'altra luce, diciamo più umana. Non potevo credere e soprattutto capire, il perché Karl voleva che io stessi a distanza da quel ragazzo, con un passato del genere soprattutto. In quel momento mi si accese una lampadina: e se Kotler non avesse mai raccontato a nessuno del suo passato? Impossibile, Karl, dopotutto è il suo migliore amico. Non so, eppure conoscere meglio il tenente, divenne il mio nuovo obiettivo. Forse, stavo iniziando a interessarmi a quel giovane uomo.
Entrai nella stanza di Angelica e iniziai a giocare con lei, lasciando fuori dalla camera Kotler, la sua risata e i miei interrogativi.

NOTA AUTRICE: Salvee, eccomi qui, dopo ben sette mesi! Scusate tantissimo, per questo e per eventuali errori, considerando il fatto che scrivo da un IPad... che dire, perdonatemi, scrivetemi nei messaggi o un semplice commento, e un bacio a tutte quelle che seguono ancora la mia storia. A presto, Marta😘

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 30, 2015 ⏰

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