Chapter 3

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UNA BREVE DEDICA: alla mia meravigliosa "tery_for_music_and_dance" (conosciuta anche come Mrs Grey/Mrs Maddox) e alle nostre conversazione pazze su Christian Grey e Travis Maddox. Spero ce ne siano tante come noi, perchè è davvero fantastico. Ci conosciamo da poco, ma ti voglio un mondo di bene.

EINE UNMOGLICHE LIEBE:

Rincominciai a disfare la mia roba. Mamma mi aveva detto di non portare tutti i miei oggetti e i miei vestiti e io l’avevo ascoltata? Ovviamente no, avevo portato tutto. Nella mia bellissima cameretta a Berlino non era rimasto niente, tranne l’arredamento e un tappeto orribile che mi aveva regalato mia zia quando ero piccola. Non avrei comunque lasciato niente a casa mia, non sapevo neanche se ci sarei mai tornata, visto il lavoro di papà, quindi perché avrei dovuto lasciare là i miei ricordi? Non c’era un motivo, ecco tutto. Qualcuno bussò alla porta.

-Emma! Sono Lisa! Apri la porta?- disse.

-Si certo Lisa arrivo!- le risposi aprendo la porta.

-Amicona! Quanto mi sei mancata! Qui è stata una noia assoluta senza di te e solo con quella piattola di mio fratello. Unica cosa positiva della situazione è sicuramente questa marmaglia di soldati che sta qui tutto il giorno. Beh, com’è andato il viaggio? Spero bene.- disse tutto d’un fiato. Okey, questo era il difetto principale della mia amica: parlava tutto d’un botto senza ragionare e, talvolta feriva la gente. Beh, questo non è il caso, ma in passato successe. So che era un modo per volermi bene, il volermi fare una marea di domande, ma era assillante.

-Il viaggio è andato benissimo, un po’ lento ma bene. E tuo fratello non è una piattola, è carino…- dissi mentre riponevo un libro su uno scaffale –è così bello vedere soldati tutto il giorno?- continuai.

-E me lo chiedi anche? Hai visto che bei ragazzi sono e, cosa più importante ci trattano come se fossimo delle imperatrici. Beh, mi sembra il minimo dato che siamo le figlie dei kommandant.- disse sbuffando una risata. Alzai gli occhi al cielo: Lisa e la sua ossessione per il sesso maschile. Sì, ossessione. Lei era ossessionata dagli uomini, belli ovviamente.

-La tua ossessione non è affatto diminuita, anzi sembrerebbe aumentata. Ah, non ti fa bene avere ragazzi intorno tutto il giorno.- ridacchiai.

-Ah ah ah, spiritosona! Parliamo di cose serie, come mai Micheal è uscito dalla tua stanza poco prima che entrassi io?- chiese con un sorrisetto malizioso. Mi affogai nel mio stesso respiro. Micheal. No, non il terzo grado di Lisa.

-Per niente. E’ solo il miglior amico di mio fratello che mi ha accompagnato e ha portato in camera i miei bagagli.- risposi girandomi verso l’armadio in modo da non farle vedere il rossore sulle mie guance.

-Mmmh… non me la conti giusta. Girati un po’.- si alzò e mi girò la faccia verso di lei. –Ecco! Proprio come pensavo! Emma è innamorata. Lo sapevo! Mi informerò da Karl così…-

-Noo!! Mio fratello no! Lisa, ti prego, lui mi ha detto di non avere nessun legame con lui, e questo è quello che farò. Quindi non chiedergli niente di niente.- la pregai. Se mio fratello avesse scoperto che parlavo, anche solo da conoscente, a Kotler si sarebbe infuriato sicuramente. –E comunque, non sono innamorata del tenente Kotler. Quindi, saresti pregata di non metterti in testa strane idee.- aggiunsi.  

-Mmmh, per ora mi basta, credo, ma la storia non finisce qui. Ti terrò d’occhio signorina e se noterò qualcosa di strano la mia teoria, sarà esatta.- rispose, concludendo il tutto con un sorriso “maligno”. –Bene, per ora e solo per ora mi dileguo. Ci vediamo giù per la cena. Ti voglio bene!- e uscì dalla camera.

Finito di sistemare la camera, mi diedi una sistemata e scesi di sotto. Le 19:10. Speriamo di non essere in ritardo. La cena a Berlino veniva servita alle 19 e se qui era la stessa solfa voleva dire che… ero in ritardo! Cavolo! Se mio padre aveva trovato qualche problema in questo dannatissimo campo si sarebbe infuriato a morte con me. Probabilmente il buon Dio mi fece una grazia perché arrivata nella sala da pranzo non trovai nessuno se non una cameriera che preparava la tavola.

-Scusi, a che ora viene servita la cena?- chiesi alla donna con la divisa nera e bianca davanti a me.

-Alle 19.30 Frau Litz.- rispose calma. Con un cenno la salutai ed uscii dalla sala.

Girai a destra per uscire dalla casa, quando il mio gracile corpo andò a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno di massiccio. Alzai lo sguardo per capire contro chi sbattei e incontrai il tenente Kotler. Il tenente Kotler? Qui ci doveva essere qualche strano scherzo del destino. Seriamente, non era possibile che ovunque andassi, trovassi quel ragazzo.

-Ehm, mi scusi Herr Kotler, non l’avevo vista.- dissi diventando rossa per l’imbarazzo.

-Nessun problema Frau Litz.- rispose dolcemente lui. –Vuole fare una passeggiata prima di cena? Stia tranquilla, torneremo prima che Herr Kommandant diventi ostile per il nostro ritardo.- aggiunse con un sorriso divertito.

-Certo Herr Kotler. Anche lei cena con noi?- chiesi mentre ci incamminavamo nell’atrio.

-Sì Frau Litz. Penso di essere l’unico privilegiato qui dentro, dato che ceno ogni sera con Herr Huber e Frau Huber e Karl. Mi racconti un po’ di lei.- rispose mentre facevamo un giro attorno alla fontana.

-Sono nata a Berlino nel settembre del ’25 e…- iniziai.

-No, intendevo cosa le piace fare, i suoi gusti musicali, se suona qualcosa, queste cose.- disse ridacchiando.

-Scusi, ma lei si spiega malissimo! Comunque, mi piace molto leggere e ascoltare musica classica ottocentesca, così come amo i classici ottocenteschi come “Orgoglio e Pregiudizio” o “Cime Tempestose” o “Oliver Twist”. Suono, ma molto male il pianoforte. Ne avevo uno nel mio soggiorno a Berlino.- dissi –Lei invece? Cosa le piace fare a parte uccidere gente?-

-Amo la musica, so suonare perfettamente pianoforte e violino, mentre sto, anzi stavo imparando a suonare l’arpa. Purtroppo ho sempre dovuto fare tutto da solo, dato che a mio padre non interessava molto di me e mia madre è morta quando avevo 12 anni.- rispose lui con un sorrisetto – Oh, ma ovviamente il mio passatempo principale è uccidere gente, soprattutto ebrei.-

-Lo dice come se non fosse vero, ma io lo so, a tutti i nazisti piace uccidere, altrimenti non sarebbero nazisti.- dissi io con ovvietà.

-Io non volevo fare il soldato, ma il musicista. Purtroppo mio padre non aveva lo stesso obiettivo per me, quindi per dargli una soddisfazione, come ha detto lui, mi sono arruolato. Visto la condizione sociale di mio padre e le mie ottime capacità nel giro di cinque mesi sono diventato tenente.- aggiunse lui acido –Frau Litz conviene entrare dato che sono le 19:30.- disse dolcemente. Mi prese la mano e mi trascinò dentro. Io intanto elaboravo tutte le nuove informazioni donatomi tanto facilmente dal tenente Koteler. Arrivati davanti alla sala da pranzo mi lasciò la mano, si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò –Comunque Frau Litz, solo a titolo informativo, anche i nazisti amano.- entrò nella sala lasciandomi interdetta.

EINE UNMOGLICHE LIEBEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora