<< 'Le, ricordate che i gerani so pe' la moglie de' Alfonso, mentre gli altri vanno ar banco. I gerani mettili davanti, così me fai facile 'r lavoro>>
Raffaele, faceva sì con la testa, mentre alzava quei vasi e li caricava sul furgone. Quando guardava i giardini curati delle case di città, pensava al padre. L'unico suo vanto era che suo padre rendeva tutti i giardini più floridi.
Dopo aver aiutato il padre, si mise lo zaino in spalla e andò a scuola.
Per un attimo pensò alla professoressa Micheletti. Una donna di carriera, che si fece spazio tra i commenti di paese e la stessa considerazione dei paesani. Durante l'anno tutti per lei avevano assunto un nome, un volto, un'identità. Martina era una futura infermiera, Gabriele un calciatore con la testa ovunque fuorché in classe, Lavinia un'architetta. Tutti stavano sbocciando, eccetto Raffaele. Raffaele Calcinacci era un nome che si pronunciava all'appello e poi non si sentiva più. La voce squillava quando chiedevi qualcosa dei libri. Perché se c'era scritto, era un'orma lasciata da qualcun altro. Ma i propri pensieri, quelli li teneva per sé.
A fine della giornata, Raffaele si protrasse per qualche minuto in più. Aspettava che la luce traforasse le veneziane, che illuminasse i boccioli dei giardini, di fiore in fiore. Anche lui voleva sbocciare. Ma ne esistono tanti di fiori:
i tulipani, le orchidee, le lavande, i gigli. Avevano tutti una loro stagione.
Osservava come le ombre si assottigliavano e la campagna lontana si illuminava. Sulla cattedra era rimasto un libro. Un libro di poesie. Probabilmente la professoressa Micheletti l'aveva dimenticato andandosene. Lo aprì e ne sfogliò le pagine.Il tempo a passare, col tempo, appassire
e i ciliegi, sono in eterna fioritura
nel giardino dell'incompiuto.Raffaele continuava a ricalcare con gli occhi lo stesso passaggio, senza comprenderne il significato. Pensava che forse sviscerando le parole, spremesse di conseguenza il succo del discorso, come le arance che comprava il padre, che sbucciava la tarda sera.
Si portò dietro il libro e iniziò a percorrere la strada a ritroso. Si fece la lunga strada del paese: la cosa che amava di più erano le vecchie signore sulle sedie di legno, che chiacchieravano, con le loro verità campagnole.
Le briscole dei paesani davanti alla gelateria nel cuore del paese. Gli Ornesti fanno il gelato più buono di tutto il rione. S'appigliava a poche cose, che riteneva sicurezze, per vivere in serenità. Si allontanava gradualmente dal cuore del paese e vedeva come la natura si prendeva la propria rivincita sul territorio urbano. In lontananza riusciva ad intravedere un'auto di classe, parcheggiata sullo sterrato che poi dava al vialetto di casa Calcinacci. Il signore, che aveva salutato mesi prima, stava conversando giocosamente con suo padre. Raffaele osservava come il padre si limitava ad annuire. Passando davanti l'entrata, vide una ragazza dalle lunghe buccole e la pelle candida, a lui familiare.<<Ciao Raffa' >>
<<Ciao Carlotta>>
Faceva dondolare i suoi piedi sulla panchina, le mani stringevano i maniglioni, come sull'altalena, e sorrideva, tutta divertita.
<<Mio padre sta comperando un mazzo di fiori per mamma, oggi fanno gli anni.>>
<<E che fiori aveva intenzione di prendere?>>
Rompeva il patto col suo amico silenzio, in fin dei conti, si parlava di cose che sapeva.
<< A mamma piacciono molto i ciclamini, quindi prenderemo quelli.>>
<<No, quelli no.>>
Il sorriso di Carlotta lasciò intravedere un lieve irrigidimento d'irritazione.
<< E perché no?>>
<<Perché non sono di stagione>>
Il papà glielo aveva insegnato, il tempo glielo aveva insegnato. Lo svegliava sempre la mattina presto, metteva i guanti e gli scarponi, poi copiava il padre e annaffiava senza strafare il terriccio. Teneva lontane le cornacchie e si assicurava che tutte quante le piantine avessero bevuto. Da piccolo si divertiva a calpestare le pozzanghere e la madre si lamentava, che sui pantaloni, lo sporco si seccava. Col passare degli anni, lo sporco sui pantaloni si era seccato.
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I Fiori
General FictionUn ragazzo esprime il proprio vivere, nei giorni, nelle stagioni, negli amori, facendo del racconto il diario della sua vita.