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« Tu che, come un colpo di coltello,

nel mio cuore gemente sei entrata;

tu che, forte come un branco

di demoni, sei venuta, folle e festosa [...] »

Charles Baudelaire

Il momento della verità era arrivato, gli astri erano rimasti disallineati e nessuna cometa incombeva all'orizzonte. Ogni cosa nell'universo persisteva con indifferenza allo scorrere degli eventi; la natura, come di consueto, continuava la sua partita a scacchi contro se stessa.

Enrico dopo un sorprendente tour al bagno chimico tornò da Gaetano, trovandolo nell'esatta posizione in cui lo aveva lasciato: spalmato sulla panchina. Fece un lungo sospiro, con la mente era già nel suo letto a provare i suoi dolori da signorino in santa pace.

«Ora mi spieghi che cazzo è successo».

Si accese una sigaretta.

«Perchééé dovrei?».

«Perché dovrei? Perché in questo momento sto parlando con un Gaetano che non conosco». E perché preferirei parlare con Daniela in questo momento. L'amico borbottò qualcosa e quando sembrava essersi deciso rispose con un sonoro rutto, poi si accasciò di lato e vomitò. Enrico alzò gli occhi al cielo.

Porca puttana.

Si sedette anche lui e pazientò.

«Ero geloso di voi due » esclamò l'altro dopo essersi liberato di quasi tutto l'alcol che aveva in corpo.

«Sei stato tu a portarmela via».

«Non è quello che intendo! Ero geloso di ciò che avevate voi due, con me lei non è mai stata così!».

Enrico espirò l'ultimo tiro di sigaretta: si concentrò sulla nuvoletta di fumo. Gli ricordava una banana marcia.

«Camilla si è fatta sempre più distaccata, sempre più fredda e...».

«E...? ».

«Ho fatto una cosa molto brutta».

«Che cosa hai fatto?».

Gaetano ruttò di nuovo e cominciò a balbettare parole a caso «...e non volevo che mi lasciasse».

Enrico si sentì uno stupido, stava davvero cercando di avere una conversazione seria con un ubriaco? Forse è il caso di rimandare questa conversazione a domani, pensò.

«Senti mi hai stufato, o parli o ti lascio qui».

«Ho minacciato di inviare delle sue foto a tutti».

«Cosa?».

Ad Enrico cadde la sigaretta, sconvolto guardò l'amico. Oltre alla sigaretta ad Enrico caddero anche le parole, cosa doveva dirgli? Poteva solo alzarsi e massacrarlo di botte e lasciarlo rosolare nel suo stesso vomito.

«Stai scherzando vero?».

«No...».

Enrico si mise la testa tra le mani.

«Il divertimento è la nostra coccola per voi». Per un attimo si concentrò sul vocio sconnesso, sulle risate e sui pezzi di discorso che riusciva a cogliere. Ogni cosa era bagnata dalle accecanti luci del luna park, ogni segreto era stato rigurgitato ed era diventato parte di quel tutto. Spettacolare e onirico.

Enrico ha il ciclo [MOMENTANEAMENTE SOSPESO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora