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<< Sto scrivendo il quarto capitolo di Enrico ...ha il ciclo >>

Africa mentre scrive.


Una volta in terza elementare Daniela si sentì male.

Era durante l'ora di geografia, o forse di storia, Enrico ricorda solo questa maestra che veniva vestita di tutto punto con un papillon. Ma con i capelli unti che sapevano sempre di cipolla. Dunque, quel giorno la maestra era nel pieno della spiegazione quando Daniela alzò il ditino e mugugnò «Maestra mi sento male».

La maestra Gabriella, questo era il suo nome, guardò il suo viso pallido, si alzò e prendendola per mano la portò via dalla classe. Fin qui niente di straordinario perché era un qualcosa che succedeva almeno una volta al giorno ma Enrico si chiese perché questa volta la maestra non ha rimproverato Daniela?

Tutti sapevano che Daniela era una bambina bugiarda e perfida.

Ma la risposta risultò lampante quando Daniela, di spalle verso la classe, mostrò i pantaloni macchiati. Enrico si alzò e andando verso la sedia di Daniela la vide sporca. Quella purtroppo fu solo l'inizio delle prese in giro di Daniela. Andò avanti per un mese fino a quando un giorno la maestra Gabriella comunicò a tutti che Daniela non sarebbe più venuta.

Enrico si era del tutto dimenticato di quel fatto, gli ritornò in mente solo quando tolse l'assorbente dopo cinque giorni di disgraziata emotività.

Si buttò in doccia e vide la giacca di Joline ancora appesa «Mamma?».

«Cosa?» le rispose dalla cucina.

«Ma la giacca di Joline è ancora qui?».

«Eh, non ho avuto tempo».

«Certo, non ha avuto tempo».

Sbuffò.

Da piccolo lei e zia Joline erano sempre insieme; in particolare quando suo padre, che faceva il rappresentante, viaggiava spesso. E adesso? Mia mamma sembra scappare da lei come una cerbiatta davanti al cacciatore. Non riusciva a capire perché avevano smesso di frequentarsi.

Gli balenò in testa, per un attimo, un possibile filmino porno tra sua madre e Joline.

«Che è quella faccia?».

«Niente niente».

Prima che potesse dire altro Enrico scappò e raggiunse il Golden Still.

Ebbene, per quanto gli facesse strano dirlo o anche solo pensarlo, lui aveva il ciclo. Lui aveva il ciclo. Quel pensiero era così inesatto, sbagliato, incompatibile. Sarebbe accaduto di nuovo il mese successivo? E quello dopo ancora? Doveva tornare dal dottor Gasparìn ma si vergognava troppo, chissà cosa pensava di lui.

Arrivato al Golden Still si ricordò che non usciva con Gaetano e Camilla già da qualche giorno, a scuola ormai erano un tutt'uno. Già, per la sua immensa gioia quei due si erano messi insieme. Così dal nulla lei era presa da lui e lui era pazzo d'amore per lei.

«Enrino, ti avevo dato per disperso».

«Scusa Joline avevo detto a mamma di passare ma si è dimenticata».

«Che peccato, è da tanto che non la vedo mi avrebbe fatto piacere salutarla. Senti, ma ti posso preparare qualcosa?».

«Una birra?».

Gli trapassò l'anima con lo sguardo.

«Una coca cola».

«Subito caro».

Notò poi, seduta ad un angolo, una ragazza con i capelli azzurrognoli raccolti in un tuppo. Intenta a prepararsi un drum. Non riusciva a focalizzare che tipo di tabacco fosse. Sembrava in difficoltà «Ciao, ti serve una mano?».

Lei lo guardò e gli sembrò di averla già vista.

«Si ti prego, oggi le mie mani che non collaborano».

Enrico si accomodò e le sistemò il drum.

«Oddio grazie».

«Ma figurati».

Il suo telefono vibrò: era un messaggio di Gaetano. Noi stiamo andando da Joline, tu ci raggiungi?

Sono già qui.

Joline arrivò con la sua coca cola ed Enrico prese a parlare con questa ragazza dai capelli azzurri, poi uscirono a fumare. Enrico fece per prendere l'accendino ma tirò fuori accidentalmente un salvaslip.

Lei guardò il salvaslip cadere a terra in un arco di tempo che si allargò oltre ogni misura.

«Cazzo» voleva morire. Ecco ora saprà che ho il ciclo, perché l'ho portato con me se non ho più perdite? Glie l'ho detto io "No, mamma non mi serve" ma lei "No, no, portane sempre uno di scorta". Raccolse il salvaslip e lo rimise in tasca «Scusa ma serviva a mia mamma e l'ho dimenticato in tasca».

Comunque lei rise.

«Enrì!» Ecco spuntare dal vicolo di sanpietrini Gaetano e Camilla.

Aveva una cotta per Camilla? Si. Il suo fegato stava diventando poltiglia di rabbia e gelosia? Si e si. Ma fece finta di nulla mettendosi la maschera dell'amico felice per loro. Espirò il fumo e li salutò.

«Vedo che hai già conosciuto Daniela» rispose l'altro.

Daniela?

«Daniela?».

«Perdonami, non mi sono presentata» e gli strinse la mano «sono Daniela».

«Enrico».

Solo in quel momento la collegò a quella Daniela, aveva gli stessi occhi ambrati. Eppure l'ultima volta che l'aveva vista era una bambina cicciottella e un po' bruttina, e molto cattiva. La ragazza che invece aveva davanti era proporzionata, gentile e disponibile.

E molto bella.

Pregò che non lo avesse riconosciuto.

«Ok. Ragazzi io ho proprio voglia di un aperitivo rigorosamente analcolico»  gridò Gaetano entrando.

Daniela entro subito dopo mentre Camilla fermò Enrico «Tutto ok?».

«Si, perché?».

«Lo sai perché».

«Per me quel bacio non è stato niente».

«Non ti credo».

«Vedila come vuoi ma quello rimasto appeso sono io».

Buttò il filtro nel posacenere ed entrò lasciando la sua amica fuori per un attimo.

Si sentì uno stupido per averla trattata in quel modo ma da una parte non se ne pentì affatto. Da quando si erano baciati due settimane prima la loro situazione era rimasta su di una fune chiamata Gaetano. Perché lui si era dichiarato e lei diceva di amare Enrico. Insomma, erano diventati un triangolo che si morde la coda.

Alla fine la coda era stata mozzata.

Raggiunse Joline alla cassa e pagò «Ti saluto mamma?».

«Se vuoi Enrino» gli fece l'occhiolino.

Poi andò verso il tavolo dove erano seduti gli altri «Ragazzi io vado che ho delle cose da fare».

«No, già vai via? Dai le seghe fattele questa sera».

Vorrei evitare di vedere Camilla che le fa a te, pensò di rispondergli.

«Farò anche quelle».

Si voltò con l'immagine di Daniela che gli sorrideva, quel sorriso gli provocò un brivido d'inquietudine. Ebbe l'impressione che il ciclo, da quel momento in avanti, sarebbe stato l'ultimo dei suoi problemi.

Enrico ha il ciclo [MOMENTANEAMENTE SOSPESO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora