14 - Khvicha

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«Non ci credo che ti sei eccitato nel negozio di vestiti, sei un porco!» Cyril mi prende in giro mentre gli racconto di quando ho accompagnato Sole a fare shopping.
«Eccitato è poco amico mio, non puoi immaginare...» sospiro e lui ride ancora più forte.
«E lo dici pure così come se niente fosse?»
«Cyril, io non vedo una donna nuda da quasi sei mesi, ti rendi conto? Sto malissimo. E poi lei mi fa impazzire, è sempre coperta, non avevo mai visto nemmeno una sua spalla e all'improvviso ha cacciato tutto quel ben di Dio da fuori» chiudo gli occhi e le immagini di lei strizzata in quel vestito mi ripassano per la mente e quasi mi eccito di nuovo.
«È una suora Khvicha, è ovvio...»
«Sì per lei sì, per me no. È difficile per me.»
«Eh sì, lo immagino. Ma tu non sei stato con altre ragazze nel frattempo?»
«No mai, mi piace solo lei non so come fare. Preferisco fare da solo ma andare con altre ragazze al momento no, non riesco» spiego e lui di nuovo abbozza un sorriso.

Lo so, la mia vita sentimentale e sessuale fa ridere ma questa è. Da quando l'ho conosciuta nella mia testa c'è sempre stata sempre e solo lei, le altre per me sono trasparenti. E ci ho provato ad andare con qualcuna, anche solo per sfogarmi, per liberarmi di questo peso che mi porto. Ci ho provato quando mi ha detto che avrebbe preso i voti, nel momento in cui l'ho 'odiata' di più. E nemmeno in quel momento sono stato capace di tradirla. Sì perché per me, anche se la nostra è una relazione strana, stiamo insieme. Forse per lei non è così ma per me sì, e non mi importa se lei la pensa diversamente.
Per me non è stato facile e ho provato in tutti i modi ad allontanarmi da lei e dal suo pensiero ma non riesco. Quando ho ricevuto quelle chiamate con l'anonimo ho capito subito che era lei e speravo con tutte le mie forze che facesse dei passi verso di me. So che è da pazzi, ma pazzi veri, ma proprio non riesco a non farmela piacere. Io con una come lei non ci sono mai stato, io una come lei non l'ho mai conosciuta. E non è solo questo, non è una fissa o una questione di voler sbloccare una cosa nuova, no. Lei mi piace proprio, mi piace in tutto ciò che fa.
Quando mi ha detto che avrebbe preso i voti mi è crollato il mondo addosso e mi sono sentito preso in giro, ma nelle settimane seguenti mi sono messo nei suoi panni e ho capito che nemmeno per lei deve essere stato facile. Insomma, ha ventuno anni e non aveva mai frequentato un ragazzo, mi conosce, leghiamo molto, ci piacciamo ed è ovvio che lei abbia paura di dirmi la verità. Non la voglio giustificare, ha sbagliato e pure tanto, ma ho voluto darle un'altra opportunità perché lei non sa nemmeno come vanno le relazioni e non l'ha fatto con cattiveria. E poi mi piace, ripeto, mi piace da impazzire. Non sono un 'porco', come mi ha chiamato Cyril, ma giuro che con lei non riesco a non fantasticare ed immaginarmi di tutto. All'inizio mi trattenevo ma poi non ce l'ho fatta più. Quasi ogni sera, dopo che ci vediamo, chiudo gli occhi e mi immagino lei nel mio letto e noi che insieme facciamo qualunque cosa immaginabile.
So che non succederà mai, mi sembra chiaro anche dai suoi comportamenti e da ciò che mi ha detto, ma nei miei pensieri è già mia da un pezzo anche sotto quell'aspetto. E dico che non succederà mai perché mi ha sempre parlato di uscire insieme a cena, uscire con gli amici, andare a ballare e persino baciarci, ma mai, mai ha nominato il sesso e lo posso anche capire. A breve diventerà una suora e di sicuro non può non essere vergine quel giorno, o almeno così credo.
Ma a me sta bene, lo giuro, non è per il sesso che sto con lei, lei è l'ultima con cui uscirei se volessi solo sesso. Però mi fa eccitare, quando sto con lei sono sempre su di giri e non posso negarlo.

«Ma perché dici che lei... niente?» mi chiede ancora Cyril e io scuoto la testa.
«Tutto ma non quello, credo eh, non ne abbiamo mai parlato. Si deve fare suora fra, non credo che sia ammesso non essere vergine...»
«Vero. Comunque una cosa del genere poteva succedere solo a te guarda, sei incredibile.»
«Una suora... io ancora non ci posso pensare» scuoto la testa e lui mi dà due colpetti sulla spalla.
«Sì però puoi davvero farla felice in questi sei mesi, farle vivere la vita che non ha mai vissuto. È una bella cosa che fai, alla fine tu non ci guadagni nulla, lo fai solo per lei.»
«Sì» mi fa piacere che me lo dica «merita anche lei un po' di spensieratezza e se posso aiutarla in qualche modo lo farò fino all'ultimo giorno a sua disposizione» concludo e ci fermiamo vicino alla sua auto. Abbiamo finito da poco gli allenamenti e stiamo per tornare a casa ognuno con la sua auto.
«Quindi stasera dove la porti?»
«Palazzo Petrucci, un ristorante bellissimo a Posillipo.»
«Bello, tanti auguri fra.»
«Grazie a domani.»

Destinati | Khvicha KvaratskheliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora